di Gianluca Celentano, conducente bus

Non è indispensabile, ma può aiutare, una raccomandazione per lavorare come conducente di autobus”, molti continuano a pensarla così quindi può essere utile esplorare gli aspetti legali e morali delle raccomandazioni con l’aiuto dell’avvocato Angelo Greco, noto legale che ha co-condotto la trasmissione televisiva “Tempo e Denaro” su Rai Uno.

Anche se può sembrare eticamente discutibile, la “raccomandazione” come segnalazione  per favorire qualcuno sul lavoro, non è illegale di per sé. Tuttavia, legalità e accettabilità dipendono dal contesto e dalle modalità con cui viene fatta

Le raccomandazioni nel pubblico e nel privato

Nel settore privato, le raccomandazioni possono essere comuni e accettate, soprattutto se basate su competenze reali e meriti. Ad esempio, una lettera di referenze o una segnalazione di un dipendente può essere parte del normale processo di selezione del personale, cosa che spesso avviene nei Paesi anglosassoni e negli USA.

Cambiano le cosa nel settore pubblico: qui le raccomandazioni possono diventare problematiche se non rispettano i principi di trasparenza e meritocrazia. Favorire qualcuno senza una giustificazione basata su meriti oggettivi può violare le normative che regolano i concorsi pubblici e le assunzioni. Le raccomandazioni diventano illegali quando si configurano come atti di corruzione o favoritismi illeciti. Ad esempio, ottenere una posizione lavorativa o un vantaggio attraverso raccomandazioni che comportano scambi di denaro, regali o altri benefici personali è illegale e perseguibile per legge. L’avvocato Greco spiega che, a seconda delle modalità con cui viene condotta, può configurarsi come abuso d’ufficio, un reato la cui abolizione è stata però recentemente approvata dal Senato con l’accoglimento del ddl Nordio. Tuttavia, è complesso da dimostrare, oltre che imbarazzante, segnalare un superiore che eserciti “pressioni” per favorire un soggetto meno meritevole rispetto un altro più capace. 

Il diplomatico “le faremo sapere”

Facciamo chiarezza su segnalazioni e raccomandazioni: la segnalazione ha lo scopo di informare portando l’attenzione su una persona o una situazione, senza necessariamente influenzare una decisione; la raccomandazione, invece, mira a influenzare una decisione.

Nei racconti raccolti dai colleghi emergono storie di esclusione per motivi futili o ingiusti nelle selezioni per il trasporto pubblico locale o nelle grandi realtà dei servizi diversificati. L’esempio più ricorrente nei racconti (capitato anche a me), è la consegna di un test di selezione alla commissione in forma anonima dove, a essere firmata, è solo la busta che lo contiene. Geniale!

Tuttavia, oggi le cose sono cambiate per necessità. La competenza dei singoli autisti è ora più valorizzata e l’accesso a questi ruoli è meno complicato rispetto al passato, quando un posto di lavoro nel tpl rappresentava una garanzia professionale a lungo termine. La segnalazione un tempo era utile  – anzi indispensabile – per chi non aveva esperienza e cercava di farsi strada in un settore aperto solo a chi aveva già dimestichezza con il volante e le misure del bus.

Non è un segreto che il nepotismo abbia avuto un ruolo influente anche nelle grandi aziende del tpl, con genitori che piazzavano figli e nipoti, creando un legame di fedeltà e riconoscenza tra azienda e autisti (e politica?).

Cancelli aperti

C’è una certa reticenza a sollevare il problema della qualità dei conducenti, soprattutto di quelli provenienti da paesi extra UE, oggi una strada obbligata da percorrere. È errato confrontare le loro capacità con quelle dei conducenti italiani, poiché le abilità sono individuali e spesso legate alla qualità della prima formazione in autoscuola, l’educazione personale e l’esperienza pratica: linea, montagna, noleggio etc. Indipendentemente da come si osserva la situazione, sul piazzale ci sarà sempre chi sostiene che l’ingresso massiccio di conducenti extra UE, ammesso che sia possibile, ridurrà le possibilità di negoziazione salariale.

Il panorama del lavoro come autista è cambiato notevolmente e se, come abbiamo visto, la raccomandazione non è necessariamente un reato, c’è da domandarsi quale peso abbia nelle selezioni il merito e, quale trasparenza ci sia. Benché tutti i vizi aziendali probabilmente non siano del tutto tramontati, la competenza e l’esperienza stanno diventando sempre più cruciali in un settore che cerca di adattarsi alle nuove sfide e opportunità aprendo le porte a tutti

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