“Anacronistica e ad alto impatto ambientale”. Così Legambiente etichetta e boccia senza appello il progetto della Skymetro di Genova.

«La Skymetro finanziato dal Ministero non è l’opera rivoluzionaria che il sindaco Bucci e la sua giunta continuano a raccontarci, al contrario è un’opera da prima metà del Novecento, che non ha eguali in Italia, forse proposta più per avere risonanza e per poter dire di essere “i primi a realizzarla” che non per un’oggettiva utilità», ha dichiarato Santo Grammatico, presidente Legambiente commentando l’annunciato progetto della Skymetro in Valbisagno.

Legambiente dice no allo skymetro

«Se all’estero le infrastrutture sopraelevate sono state demolite o convertite in parchi lineari con l’obiettivo di mettere la qualità della vita degli abitanti al primo posto dell’agenda politica – continua Grammatico – a Genova si punta su sistemi anacronistici rifiutando di rigenerare i suoi spazi. L’impianto ha un elevato impatto visivo che diminuirà il valore degli immobili affacciati sull’infrastruttura e la qualità dell’abitare pone interrogativi sui rischi di interferenze con le falde acquifere sottostanti e non sono noti i costi di manutenzione».

Le preoccupazioni di Santo Grammatico riguardano soprattutto il trasporto pubblico locale: «La metro sopraelevata, affiancata al progetto dei quattro assi già finanziato, rappresenterà la “Caporetto del Tpl” genovese che abbandona così definitivamente la possibilità di reintroduzione del tram, il mezzo più efficace, efficiente, puntuale e attraente per spostare gli utenti dal traffico privato al trasporto pubblico, l’unico in grado di costringerci a ripensare lo spazio urbano». Per Legambiente, insomma, un’occasione mancata: «969 milioni di euro trasformerebbero radicalmente il volto della città e le abitudini dei suoi cittadini. Con 30 milioni a km si farebbero 29 km di tranvie con un avanzo” di 2 milioni».

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