Lazzerini, l’autobus è tutto. Sedili dalle Marche al mondo
Lazzerini, l’autobus è tutto. Da Monsano, mezz’ora da Ancona verso il verde entroterra marchigiano, prende il via il viaggio di sedili diretti verso Regno Unito e Nord Europa, ma anche Nuova Zelanda, Malesia, Singapore. Eccellenza del made in Italy, come dimostra l’inserimento nel 2018 nel novero delle 500 più importanti piccole medie imprese italiane, secondo un’iniziativa […]
Lazzerini, l’autobus è tutto. Da Monsano, mezz’ora da Ancona verso il verde entroterra marchigiano, prende il via il viaggio di sedili diretti verso Regno Unito e Nord Europa, ma anche Nuova Zelanda, Malesia, Singapore.
Eccellenza del made in Italy, come dimostra l’inserimento nel 2018 nel novero delle 500 più importanti piccole medie imprese italiane, secondo un’iniziativa promossa dal supplemento economico del Corriere della Sera, Lazzerini produce sedili per clienti come Iveco (la firma dell’azienda marchigiana figura sugli Evadys della recente commessa Cotrap, tanto per fare un esempio) ma anche Volvo, Scania, Sitcar, Industria italiana autobus. E Alexander Dennis, per autobus in servizio in Regno Unito e Singapore.
Sedili Lazzerini, l’autobus è il centro di tutto
Lazzerini è un’azienda specializzata in progettazione, prototipazione, sviluppo e produzione di sedili per i passeggeri di autobus, treno, nave. Ma il bus è grande protagonista: «Vale il 95 per cento del fatturato», chiarisce Innocenzo Carbone, amministratore delegato dell’azienda nata nel 1967 su iniziativa di Romeo Lazzerini, e successivamente transitata, tra 1996 e 2006, sotto l’ombrello del gruppo tedesco Grammer, che le affidò l’intera gestione del mercato dei sedili per autobus. Lazzerini ha riconquistato la propria autonomia nel 2007. In un angolo dello stabilimento vengono realizzati gli schiumati per i sedili di auto Ferrari e Alfa. «Ma per noi quella dell’auto è una nicchia – chiarisce Carbone -, che varrà l’un per cento del nostro fatturato. L’ho voluta aggiungere per aumentare la cultura aziendale. Il mondo dell’auto richiede numerose certificazioni, è un modo per far salire la qualità dell’azienda e della produzione».
120mila sedili Lazzerini ogni anno
Tornando all’autobus, «Ogni anno escono dallo stabilimento 120mila sedili. Progettazione, sviluppo e assemblaggio vengono realizzate internamente, solo le plastiche e lo scheletro di metallo provengono dall’esterno». Il trasporto pubblico assorbe la quota maggioritaria dei prodotti, «circa l’80 per cento». E il fatturato? «Raddoppiato tra 2008 e 2015. Erano 10 milioni nel 2008, sono diventati 20 milioni sette anni dopo. Negli ultimi anni è rimasto stabile, anche a causa delle incertezze legate alla Brexit». È facile comprendere il perché: «Il Regno Unito vale il 65 per cento del nostro fatturato. L’Italia attorno al 25 per cento».
Iveco, all’Ibe con Lazzerini
Tra i clienti di peso figura naturalmente Iveco. E se quest’anno ad Ibe Lazzerini non presenzierà con un proprio stand, il brand sarà ben in vista sui sedili del Magelys che Iveco sfoggerà in quel di Rimini. Nell’abitacolo spadroneggiano i 6700 della gamma Gran Turismo S, top dell’offerta Lazzerini, equipaggiati con lo speciale poggiatesta brevettato dall’azienda marchigiana. I plus? La capacità di sorreggere la testa dai lati, qualunque sia l’altezza del passeggero.
Sedili Lazzerini, la gamma Ethos verso il futuro
La transizione energetica è ormai un’imperativo, l’autobus elettrico prende quota (Uitp stima che costituirà il 20 per cento del mercato europeo degli urbani nel 2020), l’indotto non può non tenerne conto. Anche (ma non solo!) per quanto riguarda le esigenze dei bus elettrici, gravati dal peso dei pacchi batterie. «La linea Ethos pesa il 30 per cento in meno rispetto agli altri della medesima categoria. Una coppia di sedili pesa 12,5 chili, contro i 18 di media. Lo vendiamo principalmente in Inghilterra e Hong Kong». Tra le “chicche” del listino figura anche il sistema, presentato al Busworld 2017, che rileva il peso del passeggero e comunica la situazione del sedile (libero o occupato) sullo schermo del conducente (rivelando nel contempo quando il sedile è occupato ma la cintura risulta slacciata) o direttamente al passeggero che attraversa il corridoio grazie a un segnale luminoso che consente di individuare a colpo d’occhio i posti liberi. Si tratta di «un nuovo progetto che in Italia, per ora, non sta riscuotendo interesse – così Carbone -. Abbiamo registrato interessamenti, invece, da Inghilterra, Usa e Hong Kong».
Sette gamme di sedili Lazzerini per ogni esigenza
Il listino comprende, oltre al già citato Ethos, sei gamme dai nomi evocativi. Dall’essenziale Brio, pensata per gli scuolabus (a cui è dedicata un’intera linea nello stabilimento), alle serie Mete e Compact per bus urbani. L’offerta di trasporto su media-lunga distanza è coperta dalla gamma Transito, per il turismo in genere è disponibile anche Pratico mentre il Gran Turismo S (montati, come già menzionato, sull’Iveco Magelys dell’Ibe) si fa carico delle esigenze di alti livelli di comfort.
Sedili Lazzerini anche oltre Atlantico
La dimensione mondiale di Lazzerini è dimostrata non solo dalla eterogeneità dei mercati di sbocco ma anche dalla fondazione, tre anni fa, della succursale americana Lazzerini Corporation. Le normative statunitensi impongono che il 75 per cento del costo del prodotto finito debba essere realizzato negli Stati Uniti. Da Monsano hanno risposto aprendo la succursale, che «da tre anni raddoppia il fatturato anno su anno, a partire dagli 800.000 dollari di partenza», spiega Carbone.