L’anticorruzione boccia la proroga del contratto di servizio ad Atac
La proroga del contratto di servizio di Atac riceve una sonora bocciatura da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). Le carte passano alla Corte dei Conti e al Tribunale Fallimentare. L’amministrazione capitolina ha 45 giorni per presentare le proprie controdeduzioni. La scelta di estendere il contratto di servizio di Atac era già stata oggetto di una stroncatura […]
La proroga del contratto di servizio di Atac riceve una sonora bocciatura da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). Le carte passano alla Corte dei Conti e al Tribunale Fallimentare. L’amministrazione capitolina ha 45 giorni per presentare le proprie controdeduzioni. La scelta di estendere il contratto di servizio di Atac era già stata oggetto di una stroncatura da parte dell’Antitrust.
La proroga? Solo in caso di emergenza
La proroga del contratto di servizio è una misura attuabile, secondo le normative, in caso di situazioni emergenziali. Nel caso specifico della municipalizzata romana, “non risulta configurabile alcuna situazione emergenziale inquadrabile nella fattispecie descritta dalla norma ed in generale non ricorrono neppure gli estremi per configurare l’estensione temporale del contratto in termini di proroga tecnica”, si legge nel documento siglato dall’anticorruzione. In particolare, la proroga è stata concessa nel gennaio 2018 per un contratto in scadenza a dicembre 2019. Un tale anticipo non sarebbe coniugabile con un contesto di emergenza.
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Anac: serviva la gara. Il Campidoglio: parere non vincolante
Secondo l’Anac, il comune avrebbe dovuto procedere tramite gara pubblica. Il ricorso alla proroga, invece, è stata una scelta legata alla necessità di dare certezze ai creditori. Del resto, la procedura di concordato preventivo poggia le sue basi sul presupposto che Atac rimanga titolare del tpl capitolino. E infatti a inizio dell’anno scorso è arrivata puntuale la proroga al 3 dicembre 2021 del valore di circa 1,1 miliardi di euro. Il Campidoglio ha commentato: «Il parere dell’Anac non è vincolante»
Una scelta già stroncata dall’Antitrust
L’ipotesi di proroga in house ad Atac oltre il 2019 era stata oggetto di una stroncatura da parte dell’Antitrust, che a fine ottobre 2017 invitava il Campidoglio a valutare con estrema attenzione la sussistenza dei requisiti formali e sostanziali per un nuovo affidamento in-house del servizi di trasporto pubblico locale ad Atac. «Quanto alla proroga – si leggeva nel rapporto -, l’Agcm ritiene che, al momento, e nonostante la situazione di grave crisi economica e finanziaria in cui versa Atac, non sussistano le condizioni di emergenza o di pericolo imminente di interruzione di servizio che giustifichino questo tipo di intervento. In particolare, il lungo periodo che ancora ci separa dalla scadenza dell’attuale affidamento (pari a due anni) rappresenta un lasso di tempo sufficiente per il Comune di Roma Capitale per organizzare il servizio senza il ricorso a misure urgenti».