La “small revolution” di Tecnobus
A inizio ottobre, a Strasburgo (in via eccezionale, visto che la sede storica è Parigi) si è tenuta l’edizione 2024 dell’EuMo – European Mobility Expo, della quale vi abbiamo raccontato. Non vi avevamo però ancora detto di uno dei convegni che si è tenuta nella tre giorni di fiera, quello che ha visto protagonista l’italiana […]
A inizio ottobre, a Strasburgo (in via eccezionale, visto che la sede storica è Parigi) si è tenuta l’edizione 2024 dell’EuMo – European Mobility Expo, della quale vi abbiamo raccontato. Non vi avevamo però ancora detto di uno dei convegni che si è tenuta nella tre giorni di fiera, quello che ha visto protagonista l’italiana – o meglio, la frusinate Tecnobus – organizzato insieme a Ferpress.
La prima giornata della fiera, infatti, ha visto nel palinsesto di convegni “Small revolutions for a big change in the last mile into the city: the challenge of Tecnobus and Centro Studi Bauman to business and istitutions”. Una case history di come il produttore di minibus elettrici – il Gulliver è modello iconico – voglia rivoluzionare il trasporto persone nelle città, cavalcando 5,32 metri a batterie del suo Gulliver.
Paolo Marini, amministratore unico dell’azienda, ha ribadito l’obiettivo di casa: ritagliarsi un ruolo non secondario nel mercato dell’autobus italiano, ma, anzi, quello di player leader di riferimento a livello nostrano ed europeo nel segmento del cosiddetto “ultimo miglio”.
Tecnobus alla conquista dell’ultimo miglio
Queste le sue parole riportate da Ferpress: «Tecnobus sta tentando di lavorare non sul mezzo di trasporto in sé ma sul concetto della mobilità. Qui all’EuMo abbiamo abbiamo tentato di trovare delle città, dei piccoli centri in cui fare delle sperimentazioni e far capire quale potrebbe essere un utilizzo alternativo ed efficiente, di un piccolo mezzo, o quantomeno ridurre la dimensione dei mezzi in giro per le strade, dando per scontato, lo vediamo tutti quanti, che la grande maggioranza dei mezzi grandi viaggia vuota».
E ancora: «Nei reticoli dei centri storici, il principio è ridurre le dimensioni degli autobus, aumentarne il numero per servire in modo più capillare il tessuto urbano; questo vuol dire farli viaggiare di più perché ogni mezzo potrebbe avere un autista dedicato, ottenendo così un interessante servizio per la popolazione, una sorta di autista di prossimità. Non è facile, ma è quello a cui stiamo lavorando».
A seguire, Marini, ha aggiunto: «Noi abbiamo messo in piedi un esperimento interessante a Sabaudia, in provincia di Latina, una zona molto turistica. Ad agosto abbiamo dato in concessione un mezzo di trasporto al Comune che l’ha utilizzato come navetta gratuita tra il centro storico e il lungomare. Mi hanno detto, sia gli autisti sia il gestore del servizio, che è stato molto apprezzato, la gente ha piacevolmente usato l’autobus elettrico, quindi ha funzionato. Se dai un buon servizio alle persone, le persone lo usano. Penso, ad esempio, ai piccoli paesi della Toscana, che spesso sono abbarbicati su un cucuzzolo, assaltati dalle macchine dentro o fuori le mura, dove, in alternativa, si è obbligati a parcheggiare a valle con strade in salita da fare per arrivare al centro storico. Tutti questi posti, prevalentemente italiani, potrebbero essere luoghi pilota per sperimentare una mobilità diversa».
«Man mano le auto vengono parcheggiate distanti perché c’è la navetta che ti porta in cima, è tutto molto più semplice, tutto molto più fluido. Penso, ad esempio, ai grandi porti turistici con la gente che scende dalle navi, servizi legati anche ad attività private, consorzi, aggregazioni di commercianti che organizzano un servizio gratuito per tre mesi d’estate per andare al ristorante, nei negozi del centro…», chiosa Marini.
Ed è proprio in questo solco che è nata, è stata sviluppata e ha preso ormai il largo la partnership industriale con Next Modular Vehicles, ideatrice di un pod elettrico (e potenzialmente a guida autonoma) che nelle speranze dei suoi fondatori rivoluzionerà il trasporto persone, non solo per il suo avveniristico design, ma per la capacità di agganciarsi e sganciarsi da altri moduli, così da saper rispondere al meglio e in tempo reale, alle esigenze di mobilità nelle città; i moduli targati Next, una volta che la fabbrica Tecnobus sarà pronta – Marini vuole iniziare a settembre 2025 – saranno prodotti grazie ad una linea dedicata, al fianco dei Gulliver.