In principio fu il Civis, idea dell’allora sindaco Guazzaloca. In seguito vennero i noti contrattempi che hanno funestato la realizzazione del progetto. Fu quindi tirata a lucido e portata in auge l’idea della metrotranvia. È invece di questi giorni la svolta che dovrebbe proiettare il capoluogo emiliano in un futuro chiamato… ‘filobus’. Perché al di là delle resistenze nei confronti delle linee aeree, pare questa l’impronta che prenderà il tpl felsineo. Con 362 milioni di euro, dei quali 225 già disponibili per la metrotranvia e stornati all’uopo, la  fisionomia della rete di trasporti a Bologna sarà imperniata su una robusta rete filoviaria (si fa la voce del Crealis, tanto per restare in casa Irisbus) e sul potenziamento del Sistema ferroviario metropolitano (Sfm), con l’istituzione di quattro nuove fermate e l’adeguamento di altre due. E, dulcis in fundo, l’acquisto di materiale rotabile adeguato.
La colpa dell’affondamento della metrotranvia? In Comune scaricano il barile sul capestro del Patto di stabilità, che impedirebbe di investire i 108 milioni necessari per la linea 1. E la linea 2, ancora da finanziare, sarebbe stata principalmente a carico dello Stato…

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