Massicci cambiamenti nella struttura ai vertici del business bus di MAN. Obiettivo: organizzazione snella e processi decisionali più svelti. A tutta dritta sull’elettrico (a batteria).

A marzo 2023 la struttura della divisione autobus di MAN Truck and Bus è stata oggetto di una massiccia riorganizzazione. Rudi Kuchta, per quindici anni al timone del business autobus del gruppo, ha fatto le valigie per Vienna, dove ha preso il comando delle attività truck and bus per il mercato nazionale, scambiandosi di fatto posizione con Robert Katzer. 

Particolarmente degno di interesse è un altro aspetto: la neo creata posizione di ‘Head of Bus’ è stata affidata a Barbaros Oktay, forte di vent’anni di carriera iniziata in MAN Turchia e proseguita come responsabile dell’ingegnerizzazione autobus a livello di gruppo. «Riporterà direttamente al CEO di MAN Alexander Vlaskamp e avrà la responsabilità organizzativa diretta della gestione delle unità di ingegneria, produzione e vendita di autobus», è stato annunciato in occasione della tornata di nomine.

Lei è stato nominato nella nuova posizione di Head of Bus… può essere più preciso sul significato di questo ruolo?

«La premessa è che il settore bus si distingue da quello truck per molti aspetti. In particolare, i clienti hanno esigenze e aspettative diverse. Il fattore che distingue le aziende di successo è il processo decisionale tempestivo e accurato. All’interno di MAN abbiamo riconosciuto la necessità di un’organizzazione dedicata che potesse rispondere meglio alle aspettative in continua evoluzione dei nostri clienti. Il settore bus ha subito cambiamenti significativi e i clienti, sia pubblici che privati, chiedono decisioni e risposte più rapide che mai. L’avanzamento della tecnologia ha portato a un aumento del ritmo delle interazioni e dei processi decisionali».

Il business bus è oggi più autonomo all’interno del gruppo, quindi?

«Assolutamente sì. Con la nuova struttura organizzativa, abbiamo consolidato tutte le funzioni relative al settore autobus sotto un unico tetto. Questo include i dipartimenti di ingegneria, acquisti, produzione e logistica, vendite, qualità, risorse umane, servizio clienti e finanza».

È stato dichiarato che il suo ruolo «sarà quello di implementare in modo coerente il nostro pacchetto di misure per migliorare i guadagni e rendere l’attività di autobus nuovamente redditizia in modo sostenibile». Qualche esempio?

«Adottare un approccio di gestione snella consente di prendere decisioni strategiche sul nostro portafoglio prodotti volte ad ottimizzare le nostre risorse, come la scelta di non investire nello sviluppo di motori Euro VII per i segmenti city e intercity. Inoltre, abbiamo creato una solida infrastruttura nei paesi ad alto costo, dove sviluppiamo concept, strategie e gestione. Tuttavia, quando si tratta di realizzare i prodotti per i nostri clienti, sfruttiamo i vantaggi dei paesi con costi vantaggiosi. Lo sviluppo di know-how relativo alla produzione di mezzi elettrici in Polonia e ad Ankara ci permette di gestire efficacemente i costi. Infine, in quanto parte del gruppo Traton, abbiamo uno stretto rapporto con Scania. Collaboriamo a livello di componenti e sistemi.  Il nostro obiettivo finale è garantire una redditività sostenibile e mantenere una forte presenza nel panorama industriale in evoluzione del mercato europeo degli autobus».

Ma anche sul mercato globale, o sbaglio?

«Esattamente. Pur continuando a dare priorità al mercato europeo dei veicoli completi, riconosciamo l’importanza di espandere il nostro raggio d’azione a livello globale. Collaboriamo con carrozzieri partner in tutto il mondo, dall’Australia a Taiwan e all’Indonesia. In Africa, ad esempio, abbiamo creato centri di produzione e sviluppo in Sudafrica. Siamo entusiasti di annunciare che quest’anno introdurremo un modello di e-bus per quel mercato. Vi invito a tenere d’occhio l’Africa, perché le percezioni stanno cambiando e la domanda è in crescita. Quando vedrete le immatricolazioni di e-bus in Africa rimarrete sorpresi. Abbiamo già sviluppato un concept, un modello elettrico a pianale alto per il mercato delle navette aziendali (l’altro telaio e-bus MAN è destinato al mercato di Singapore e della regione del Pacifico, ndr). Quest’anno inizieremo con alcune prove. Porteremo in Africa il primo e-bus costruito da un’azienda europea».

Come vincere la competizione con i marchi cinesi in mercati in cui il fattore costo avrà un ruolo particolarmente premiante?

«Ogni sfida ci rende migliori di ieri. La concorrenza ci motiva».

Passiamo al segmento interurbano. Le soluzioni a gas sono tecnologicamente mature, ma le direttive nazionali ed europee puntano alla decarbonizzazione. Come state affrontando questi scenari?

«Il nostro focus strategico è sui veicoli elettrici a batteria. Ricerche e analisi ci hanno rivelato che si tratta dell’applicazione che offre il miglior Tco. Inoltre, l’appartenenza a un grande gruppo ci consente un accesso preferenziale alla tecnologia delle batterie. Possiamo avvalerci sia delle batterie Nmc che dei moduli Lfp. Ogni tecnologia ha i suoi vantaggi e svantaggi».

Avete due stabilimenti produttivi europei, Starachowice in Polonia e Ankara in Turchia. Qual è la vostra strategia per il futuro dei due plant?

«Abbiamo in mente strategie e competenze distinte. Il nostro stabilimento di Starachowice, in Polonia, ha completato con successo la sua trasformazione ed è diventato il nostro centro per l’elettromobilità. Continuiamo a investire in questo plant per potenziarne le capacità e soddisfare la crescente domanda di soluzioni elettriche. Per quanto riguarda Ankara, siamo in procinto di aggiornare lo stabilimento per la produzione di veicoli elettrici. Prevediamo di potenziarne le competenze in modo da avviare la realizzazione di mezzi con sistemi ad alta tensione entro la fine del 2025. Questa mossa strategica ci permetterà di sfruttare i punti di forza unici di entrambi gli stabilimenti e di distribuire efficacemente le responsabilità di produzione».

In Polonia il vostro gruppo ha dovuto ridurre la produzione…

«Abbiamo preso la decisione strategica di concentrarci sulla produzione di autobus urbani elettrici in Polonia, interrompendo la produzione di bus Classe I convenzionali. La domanda di e-bus ad oggi è ben diversa rispetto a quella per veicoli convenzionali, e abbiamo dovuto adattare la nostra capacità produttiva di conseguenza. Tuttavia, con il continuo aumento della domanda di autobus urbani elettrici, prevediamo di aumentare gradualmente le nostre capacità produttive». 

Recentemente avete annunciato una partnership con Mobileye nel campo della guida autonoma e l’obiettivo di avere un autobus senza conducente in produzione di serie entro la fine del decennio. Quali impatti prevede per il trasporto pubblico e collettivo?

«Ci aspettiamo che le tecnologie di guida autonoma diventino presto molto presenti ed efficaci come supporti al conducente. Tuttavia, l’adozione di tecnologie di guida completamente autonoma, senza conducente, potrebbe non essere rapida come il processo di elettrificazione. I progressi tecnologici sono guidati dalle esigenze, e l’esigenza attuale è quella di far fronte alla carenza di autisti. Ciò significa che un ambiente di lavoro più confortevole e sicuro può diventare un driver di cambiamento. Attualmente quando ci confrontiamo con i clienti sottolineiamo l’importanza di dare priorità alla soddisfazione degli autisti. Gli operatori stanno iniziando a includere nei tender elementi di valutazione da parte dei driver. È un cambiamento rivoluzionario. Ottenere valutazioni favorevoli da parte dei conducenti sta diventando un fattore significativo nell’ambito delle gare d’acquisto in tutta Europa».

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