Districare la matassa di Industria Italiana Autobus non è facile. Dopo l’ultimo colpo di scena, che ha visto l’arenarsi delle trattative per le cessione delle quote (pubbliche) di maggioranza al privato Seri Industrial, ora si sono presentate nuove e “vecchie” cordate di imprenditori pronte rilevare le partecipazioni statali di Leonardo e Invitalia, come quella guidata da Sira Industrie di Valerio Gruppioni, il presidente del Frosinone calcio Maurizio Stirpe, l’ex presidente Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini e l’imprenditore lucano Nicola Benedetto. Tra i nuvoi interessati, da quanto riportato anche dal dorso di Bologna del Corriere dell Sera, ci sarebbero anche investitori cinesi. E sarebbe un paradosso che un’azienda italiana, peraltro battezzata Industria Italiana Autobus, possa passare sotto l’egidia della Cina, soprattutto in una legislatura dove esiste un ministero del Made in Italy e che tanto nella sua narrazione si batte per difendere l’italianità.

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Nel mentre è slittato, a data da destinarsi, l’incontro che si sarebbe dovuto svolgere in queste orte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso, tra il governo, i sindacati, i dirigenti di IIA e Vittorio Civitillo, vertice di Seri Industrial, che si è vista scappare di mano, all’ultimo, e almeno per il momento, l’occasione di accaparrarsi la quasi totalità del capitale sociale di Industria Italiana Autobus. E così, ancora una volta e chissà per quanto altro tempo ancora, gli oltre 600 dipendenti del costruttore rimangono in attesa di sapere quale sarà il loro destino, nella speranza di conservare il posto di lavoro.

In questi giorni sono continuati gli scioperi dei lavoratori, indetti dai sindacati, che si augurano la non privatizzazione dell’impresa e che questa non finisca né in mani straniere, né – in primis – in pancia a chi non ha mai operato nel settore del trasporto persone. Non sarebbe questo il caso di Sitcar (dal luglio dello scorso anno sotto l’ombrello di Sira Industrie), costruttore di minibus, scuolabus e mezzi speciali.

Il titolare del Mimit, comunque, ha avuto modo di incontrare al Ministero l’amministratore delegato del gruppo cinese Ccig, Gu Yifeng, realtà attiva nel settore della mobilità, a quanto pare molto interessato a subentrare a Invitalia e Leonardo e mettersi a capo di un asset centrale dell’industria dell’autobus italiano. In lizza c’è anche un altro player cinese, ovvero il produttore di light truck Shandong Tangujun Ouling Automobile Manufacture. Seguiranno aggiornamenti…

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