Industria Italiana Autobus investe nel futuro, anche in campo manutentivo. Al via il progetto MooVE che cambia, di fatto, l’approccio alla programmazione delle operazioni di manutenzione ordinaria e anticipa l’insorgere di problemi che avrebbero poi un riverbero negativo sull’erogazione del servizio pubblico.

Abbiamo incontrato Paolo Saettone, after sales manager di Industria Italiana Autobus, 52 anni, ingegnere, genovese, che ci ha raccontato i dettagli di un progetto che ha le carte in regole per cambiare gli schemi e gli approcci (forse troppo rigidi) del trasporto pubblico: Ā«Lā€™azienda di tpl deve concentrarsi sul proprio business, cioĆØ erogare il servizio di trasporto, e delegare la gestione tecnica del mezzo al costruttore, cioĆØ a noi che meglio di chiunque altro sappiamo garantire lā€™efficienza del veicoloĀ», afferma.

Abbiamo abbandonato la carta e usato i render 3d provenienti dalla progettazione per fare dei video che passo passo spiegano come fare l’intervento. Per fare un esempio, sul Citymood Lng abbiamo realizzato 360 procedure, ben sei ore di video in streaming che mostrano come svolgere varie operazioni. Del resto oggi il mercato non chiede solo un autobus in fornitura, ma un sistema di servizi

Paolo Saettone, after sales manager di Industria Italiana Autobus
Industria Italiana Autobus

Industria Italiana Autobus, ecco MooVE

Paolo Saettone, cosā€™ĆØ MooVE di Industria Italiana Autobus?

Ā«Ćˆ un ecosistema su cloud dedicato al mondo assistenziale dei veicoli Menarinibus. ƈ una parte di una vera e propria svolta che stiamo attuando, in quattro mosse: trasformazione digitale e connettivitĆ  sono incarnate rispettivamente da MooVE e MooVE Connect, ma nel contempo abbiamo attivato una riorganizzazione delle risorse e una trasformazione dei sistemi gestionaliĀ».

Sono i primi passi per la manutenzione predittiva?

Ā«Assolutamente sƬ. Innanzitutto abbiamo definito un linguaggio che ĆØ il trait d’union di tutto ciĆ² che fa parte di MooVE. ƈ anche un archivio di tutta la documentazione tecnica sviluppata nel corso degli anni. Inoltre, abbiamo abbandonato la carta e usato i render 3d provenienti dalla progettazione per fare dei video che passo passo spiegano come fare l’intervento. Per fare un esempio, sul Citymood Lng abbiamo realizzato 360 procedure, ben sei ore di video in streaming che mostrano come svolgere varie operazioni. Del resto oggi il mercato non chiede solo un autobus in fornitura, ma un sistema di serviziĀ».

Quali sono i plus di MooVE? Lato cliente quali sono i veri vantaggi?

Ā«La possibilitĆ  di avere un canale di comunicazione nuovo con casa madre. A quanto detto finora si aggiunge un canale diretto con i tecnici (Technical help desk), la possibilitĆ  di segnalare problematiche tecniche, di disponibilitĆ  dei ricambi, di garanzia, di correttezza dell’informazione tecnica. E il training puĆ² essere sfruttato dai clienti stessi con i propri driverĀ».

Industria Italiana Autobus punta sulla connettivitĆ 

L’altro grande capitolo ĆØ quello della connettivitĆ .

Ā«Esattamente. Per quanto concerne MooVE Connect, ovvero la parte di connettivitĆ , il sistema si basa sui sistemi IoT che abbiamo montato nel corso degli anni sui nostri bus, senza attivarli. Il progetto Connect ha la missione di attivarli e integrarli con il know-how di MooVE. CiĆ² apre a due grandi opportunitĆ . La prima ĆØ gestionale, a livello di dashboard: la telemetria consente di realizzare in digitale, in tempi rapidissimi, numerose operazioni che oggi devono essere svolte nei depositi prima dell’inizio del servizio per assicurarsi che i mezzi siano in ordine. La seconda rappresenta la vera sfida, ovvero la predittivitĆ . In centrale riceviamo tutti gli errori, e possiamo intervenire fornendo all’officina tutti gli strumenti (ricambi e spiegazione dell’intervento). La telemetriaĀ generaĀ anche una grossa base di dati che noi incrociamo con la nostra garanzia:Ā siamoĀ a conoscenza sia di quando ĆØ avvenuto il guasto sia dei dati caratteristici del sistema autobus poco prima di esso. Grazie a questi elementi posso andare in cerca di algoritmi in grado di prevedere il punto d’innesco. In questo modo si riesce a fare manutenzione basata sul vero stato dā€™uso. In questo ambito abbiamo come partnerĀ FPT, Desys e TEQĀ».

In questo che avete appena definito un progetto pilota avete come partner anche unā€™azienda di trasporto?

Ā«Per il momento abbiamo una flotta test con cinque mezzi in Svt Vicenza, altri cinque mezzi in Start Romagna e altrettanti in Tper. Vediamo grandissimo interesse da parte del mondo tplĀ».

Parliamo di futuro. Secondo lei ĆØ possibile immagina un domani in cui unā€™azienda come IIA realizzi autobus tailor made sui profili di missione delle aziende di trasporto?

Ā«La risposta ĆØ sƬ: raccogliere dati consente di capire molto del cliente e dei suoi profili di missioneĀ».

Oggi come ĆØ organizzata la vostra rete di manutenzione?

Ā«Siamo divisi in due aree, nord e sud, e abbiamo circa venti centri autorizzati. Abbiamo una struttura mista: in alcune realtĆ  ci affidiamo a terzi, in altre interveniamo direttamente (come a Roma, Napoli, Firenze, Bologna)Ā».

Chiudiamo con una battuta. Si parla molto di transizione energetica. Come cambierĆ  la manutenzione?

Ā«Saremo dei gestori di batterie. SarĆ  complessivamente piĆ¹ semplice. Tuttavia, la gestione della batteria, del suo ciclo di vita, della sua sostituzione, sarĆ  la chiave di volta. La strategia di carica farĆ  la differenzaĀ».

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