Nella giornata di mercoledì 24 maggio, presso il  ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuto il tavolo di crisi per l’Industria Italiana Autobus, con stabilimenti a Flumeri (Av) e a Bologna.

Nel corso della riunione tra le istituzioni, i vertici dell’azienda, i soci Invitalia e Leonardo e le organizzazioni sindacali, dopo aver illustrato lo stato di attuazione del piano industriale, sono state evidenziate delle difficoltà operative e gestionali nonostante le iniezioni di liquidità effettuate dai soci pubblici, anche a seguito della ricapitalizzazione.

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Il sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, ha stigmatizzato la situazione attuale e la gestione operativa della società, chiedendo ai soci Invitalia e Leonardo di attuare ogni urgente iniziativa per raggiungere gli obiettivi prefissati dal piano industriale, fino a favorire un cambio di passo anche nel segno della discontinuità se necessario.

Crisi Industria Italiana Autobus, il punto dei sindacati

Favorevoli all’arrivo di un socio industriale ma i soci pubblici non si disimpegnino dal gruppo, anzi accompagnino il processo di rilancio anche in termini finanziari. Così Fim Fiom e Uilm commentano l’esito del tavolo al Mimit su Industria Italiana Autobus.

Un incontro nel corso del quale, come riferiscono i sindacati, il gruppo ha profilato la possibilità di aumentare la produzione, a fronte di un incremento degli ordinativi, e confermato la collaborazione commerciale intrapresa con il gruppo Caetano, partecipato da Toyota, “forse interessato in prospettiva a entrare anche nella compagine societaria”.

Smentita invece, riportano i sindacati, la voce di progetti di esternalizzazione della produzione. Invitalia, che ha già provveduto a ricapitalizzare e a rifinanziare l’azienda ha annunciato, di essere pronta a fare la propria parte a fronte di una gestione oculata della azienda e ha informato che, al momento, sussistono molteplici manifestazioni di interesse per IIA. Ma i sindacati restano “preoccupati” per i ritardi produttivi che potrebbero portare non solo al pagamento di penali ma anche alla rescissione dei contratti e hanno chiesto per questo “un maggiore confronto sul piano industriale e soprattutto un intervento da parte dei soci pubblici per salvare una situazione prima che sia troppo tardi”.

E se Fim Fiom e Uilm dà atto al Mimit “di aver sostenuto IIA nelle sue esigenze di liquidità” chiede però anche “un ulteriore sforzo accompagnato da un vigile interessamento, al fine di verificare che le immissioni di liquidità possano davvero garantire il rilancio”. “In questa fase di annunciata espansione del trasporto pubblico sarebbe imperdonabile perdere un patrimonio industriale nazionale quale è Industria italiana Autobus. Occorre un intervento del Governo per sventare il rischio paradossale di naufragio di una impresa in mano pubblica che lavora per il pubblico e per giunta in un comparto di pubblica utilità”, concludono unitariamente le sigle sindacali.

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