Un nuovo, ennesimo appello, destinato però a cadere nel vuoto. Gli operai di Industria Italiana Autobus, in protesta da mesi – protesta che si è acuita nelle ultime settimane con la cessione del 98% delle quote al privato Seri Industrial chiedono al governo di fermare la privatizzazione dell’azienda. Peccato che sia stato lo stesso governo, tramite il ministero competente – quello delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso – ad avallare la vendita della quasi totalità di IIA all’imprenditore Vittorio Civitillo.

Il 2% restante rimane in mani pubbliche, quelle di Invitalia (controllata dallo Stato), ma è ovvio che si tratti di una quota simbolica e di peso pressoché nullo.

Industria Italiana Autobus: gli ultimi sviluppi

La lotta dei lavoratori di Industria Italiana Autobus è sostenuta dai sindacati e istituzioni locali, campane ed emiliane-romagnole, che non vogliono arrendersi alla cessione e alla privatizzazione, nonostante sia ormai tutto fatto.

A fare storcere il naso a molti è la nulla esperienza nel settore dell’automotive di Seri Industrial e alcune controversie legate ad alcune aziende del gruppo che fa capo a Civitillo. Ma non solo: a preoccupare è anche l’ombra cinese che si staglia sullo sfondo. Non è infatti un mistero che il colosso cinese China City Industrial Group (Ccig), già operante nel segmento della mobilità sia interessato a entrare nella compagine societaria. E così, oltre all’appello lanciato all’esecutivo è stato chiesto un nuovo tavolo ministeriale che veda la partecipazione di sindacati, istituzioni locali e regionali.

Nel mentre però il ministro Urso ha già fatto la valigia, destinazione Cina: questa sera, mercoledì 3 luglio, il titolare del Mimit partirà alla volta di Pechino per una serie di incontri con importanti aziende del Paese del Dragone. E tra questi è calendarizzato un faccia a faccia proprio con i vertici di Ccig…

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