Industria Italia Autobus, la svolta è vicina. Forse…
Maurizio Stirpe, Valerio Gruppioni, Nicola Benedetto e Maurizio Marchesini sono i quattro imprenditori della cordata di privati che si è candidata a subentrare alla partecipazione pubblica di Leonardo in Industria Italiana Autobus. L’uscita dell’azionista pubblico, però, non è un boccone digeribile per i sindacati, che aprono ai privati ma continuano a ribadire la necessità di […]
Maurizio Stirpe, Valerio Gruppioni, Nicola Benedetto e Maurizio Marchesini sono i quattro imprenditori della cordata di privati che si è candidata a subentrare alla partecipazione pubblica di Leonardo in Industria Italiana Autobus.
L’uscita dell’azionista pubblico, però, non è un boccone digeribile per i sindacati, che aprono ai privati ma continuano a ribadire la necessità di una presenza pubblica in IIA.
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Come riportato dal quotidiano online Orticalab, basato ad Avellino e pertanto vicinissimo a quanto succede in Valle Ufita, Stirpe (Maurizio Stirpe è vicepresidente di Confindustria) ha presentato la propria offerta e sta attendendo il riscontro. Ma pone come condizione che il socio pubblico resti a bordo come garante che l’intera operazione vada in porto. Insomma, la stessa posizione dei sindacati, come confermato da Giuseppe Zaolino segretario generale della Fismic al giornale: «IIA è una azienda che rappresenta il made in Italy degli autobus. Se questo governo ha cambiato la denominazione del dicastero in Ministero dlle imprese e del made in Italy, dovrà pur significare qualcosa. Mi sembra normale che se un prodotto ha un mercato pubblico, i bus vengono utilizzati dalle aziende municipalizzate, è giusto che la produzione pubblica venga salvaguardata». E, aggiungiamo noi il “non detto” che si legge tra le righe, non privatizzata in toto e svenduta.
Nel mentre, il governo nicchia. Nei prossimi giorni – forse – ci sarà un nuovo incontro con esponenti del govenro. L’onorevole della maggioranza Gianfranco Rotondi, infatti, ha sollecitato l’esecutivo Meloni a promuovere un tavolo con le parti sociali.
Attendiamo aggiornamenti.