“Indispensabile deroga per garantire servizio tpl con bus Euro 2”. La lettera di Anav e Asstra
Un appello lanciato da due delle tre più importanti associazioni del trasporto passeggeri. In una lettera congiunta, Anav e Asstra, chiedono una deroga – urgente – per garantire il servizio di trasporto pubblico locale con autobus Euro 2, perché – altrimenti – si rischiano di perdere circa 70 milioni di chilometri l’anno, pari al 4,5% […]
Un appello lanciato da due delle tre più importanti associazioni del trasporto passeggeri. In una lettera congiunta, Anav e Asstra, chiedono una deroga – urgente – per garantire il servizio di trasporto pubblico locale con autobus Euro 2, perché – altrimenti – si rischiano di perdere circa 70 milioni di chilometri l’anno, pari al 4,5% dell’offerta annua di trasporto pubblico. Con alcune Regioni che potrebbero subire riduzioni fino al 10% a causa della percentuale più alta di autobus Euro 2 in circolazione.
In Italia, oltre 1.500 autobus a gasolio o benzina, classificati come Euro 2 per le loro caratteristiche antinquinamento, sono attualmente impiegati quotidianamente nei servizi di tpl Questi mezzi sono fondamentali per assicurare la mobilità dei cittadini, ma a partire dal primo gennaio 2024, per questi autobus senza interventi normativi immediati, scatterà un divieto di circolazione.
Euro 2 e tpl, l’appello di Anav e Asstra
Per questa ragione Anav e Asstra evidenziano come sia impossibile sostituire e mettere in servizio 1500 autobus entro la fine dell’anno in ragione delle problematiche e dei ritardi causati dalla carenza globale delle materie prime, della filiera produttiva e dalla necessità di aggiornare le gare alla dinamica inflattiva determinata dalla crisi energetica in atto. Le due associazioni propongono questo intervento confermando che la completa sostituzione dei bus Euro 2 avverrà comunque al più tardi entro la fine del 2024.
Nicola Biscotti, presidente Anav, ha dichiarato: «L’impronta ambientale del trasporto pubblico locale con autobus è sostanzialmente irrilevante essendo responsabile di solo lo 0,5% delle emissioni totali di CO2 mentre la semplice realizzazione dell’obiettivo previsto dal Pnrr di trasferimento del 10% della mobilità privata motorizzata alla mobilità collettiva comporterebbe una riduzione del’1,7% del totale delle emissioni climalteranti. Fermo restando la necessità di procedere secondo i tempi previsti nel programma di rinnovamento del parco autobus, anche per garantire un adeguamento miglioramento della qualità del servizio, non si comprendono quindi le ragioni ambientali di tale divieto di circolazione per gli autobus adibiti al TPL tenuto anche conto dell’ancora elevatissima diffusione di autovetture e veicoli commerciali di classe euro 2 ancora circolanti, non inferiore a qualche milione di unità».
Dunque il commento del presidente Asstra Andrea Gibelli: «Sono in corso straordinari investimenti a carattere europeo e nazionale per rinnovare il parco autobus delle aziende di trasporto pubblico con mezzi a zero emissioni, pari ad oltre 8 miliardi di euro fino al 2033, a cui si aggiungono risorse in autofinanziamento nelle diverse realtà territoriali. Le aziende di trasporto pubblico sono impegnate in un processo di rinnovamento straordinario e in grande sforzo progettuale e attuativo, ma le aziende comprano i veicoli non li producono. Le gare hanno i loro tempi e anche il sistema produttivo ha i suoi tempi. In questa situazione il divieto di circolazione si traduce in una riduzione dell’offerta di trasporto che mette in difficoltà i cittadini italiani. Serve una deroga urgente al divieto di circolazione degli Euro 2 per accompagnare e rendere efficace il processo di transizione energetica intrapreso dalle aziende, evitando ripercussioni sul servizio e quindi sui cittadini».