di Gianluca Celentano, conducente bus

Forse sarà capitato anche a voi, ma incappare nella prevaricazione esercitata da qualche vigile, o meglio poliziotto municipale, non è certo piacevole. Infatti, come in tutte le professioni, anche loro sono esperti nell’infittire un linguaggio tecnico-giuridico, magari per spiazzare l’interlocutore e farlo desistere dal contraddittorio giustificativo, rassegnandolo a farsi affibbiare un verbale. In base al nostro comportamento, un vigile, da una semplice e presunta irregolarità, può trovare interesse nel fare un controllo molto più capillare all’autobus. Un atteggiamento di sopraffazione piuttosto che di un gran senso di responsabilità verso il proprio ruolo: valutate voi!

In certi casi, però, può scappargli un termine poco consono alla situazione o all’infrazione, specialmente se davanti a sé si trova un autista anziché un avvocato. Per un pubblico ufficiale, che ricordiamo essere sempre una persona magari stanca o demotivata, l’errore non è ammesso, ma il consiglio delle aziende verso i loro autisti è quasi sempre chiaro: “Evita troppe obiezioni, se ti sanziona faremo ricorso se esistono gli estremi”.

Occupazione del suolo pubblico?

Recentemente è arrivata una segnalazione di un bus turistico che, non avendo spazio per effettuare una fermata e caricare in sicurezza dei bambini, si è visto costretto a utilizzare gli stalli di sosta del vicino comando dei vigili. Consuetudine sempre permessa alla direttrice della scuola dagli stessi vigili, ma qualcuno di loro non l’ha pensata allo stesso modo. Come ascolteremo nel racconto audio modificato, un vigile fa addirittura riferimento all’obbligatorietà di dover pagare una tassa di occupazione del suolo pubblico (TOSAP), una novità, e non è chiaro se sia a carico della scuola o del vettore. È bene ricordare due aspetti che riteniamo fondamentali: lo stato di necessità nel dover caricare soggetti fragili e il fatto che non si tratta di una sosta, ma di una fermata di pochi minuti. Sentita la direttrice, lei dichiara liberamente una versione diversa da quella riportata dal conducente e lascio a voi l’eventuale interpretazione.

A Milano pochi carroattrezzi e vigili

Ho voluto fare una piccola indagine sulla condizione dei vigili di Milano, coloro che dovrebbero – e in molti casi lo sono – rappresentare gli alleati più vicini degli autisti professionali in una metropoli.
Quello che è emerso è davvero sorprendente. La nostra fonte è sulla sessantina di anni, quindi con una lunga esperienza nell’amministrazione comunale. Parte del suo racconto è esclusivo e non trova riscontro e verifica in altre notizie sulla stampa, ma il soggetto parla con cognizione di causa e forse tutto si concentra su una politica di grande risparmio adottata oramai da anni dal comune di Milano. Inizia raccontandomi che i “carri” (termine per indicare i carroattrezzi) a Milano sono in totale solo dieci. Avete capito bene, solo dieci mezzi in grado di rimuovere auto parcheggiate sui binari, davanti ai passi carrabili o che intralciano le svolte dei bus. Per questo motivo le attese sono di ore, ma i vigili, è bene ricordarlo, non c’entrano: sono le scelte dell’amministrazione comunale. Il simpatico interlocutore continua parlando di corso Buenos Aires e della nuova viabilità penalizzante per i bus turistici.

Super assessori factotum: il caso corso Buenos Aires

Emerge che anni addietro le scelte viabilistiche e sul dove inserire le segnaletiche venivano eseguite ascoltando diversi interlocutori, fra cui gli ufficiali dei vigili più anziani. Da qualche anno, invece, tutto è passato in mano agli assessori che mirano ad autoreferenziarsi con scelte autoctone spesso lontane dalla realtà e poco pratiche. Pare, stando alla fonte, che il caso di corso Buenos Aires a Milano ricada in questa metodologia più ristretta (ed economica?) di valutazioni. Il famoso cordolo rialzato che impedisce di accostare ai bus è stato inserito in un secondo momento al posto della segnaletica orizzontale per delimitare la pista ciclabile. Inizialmente l’assessore non l’aveva previsto, seppur qualche ufficiale di PL abbia caldamente sottolineato la sua importanza a protezione di bici e monopattini. In virtù di numerosissimi incidenti di auto con bici, anche gravi, l’assessore (di cui la fonte non cita il nome) ha dovuto cambiare il suo “progetto” ripiegando sul cordolo. Quando evidenziamo l’importanza di ascoltare gli addetti ai lavori prima di eseguire opere di interesse pubblico, il comportamento non esclude neppure gli assessori più carichi di smania, protagonismo o, semplicemente, coloro obbligati a rientrare dentro certi budget imposti dai bilanci comunali.

Il vigile, una professione rischiosa

Inoltre la nostra fonte tocca un tema già conosciuto: quello della mancanza di motivazione dei vigili e della loro carenza sulle strade. Conferma che dopo pochi anni si licenziano o si trasferiscono perché ormai lavorare in una città senza regole è diventato pericoloso. Figuriamoci per un vulnerabile autista di autobus. Conclude sostenendo che una certa ufficiosa tolleranza è sdoganata dalla stessa amministrazione verso alcune infrazioni, ma oggi – fa capire la fonte –, si è più tranquilli cercando di rimbalzare i problemi più cronici e fastidiosi dei cittadini. Chissà, magari andremo a intervistare un assessore per sentire la sua versione sulla viabilità cittadina, in una realtà dove i parcheggi non bastano più ma aumentano le concessioni edilizie.  

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