INCHIESTA / Così viaggia il nostro tpl
Secondo i dati della Motorizzazione Civile, il numero totale dei mezzi destinati al tpl tricolore, a settembre 2022, è di 49.768 unità (43.001 assicurati). La stragrande maggioranza è diesel, solo 3.880 a gas. Poco più di un migliaio gli ibridi ed elettrici, mentre le altre alimentazioni sono 391 È in un contesto già noto, caratterizzato […]
Secondo i dati della Motorizzazione Civile, il numero totale dei mezzi destinati al tpl tricolore, a settembre 2022, è di 49.768 unità (43.001 assicurati). La stragrande maggioranza è diesel, solo 3.880 a gas. Poco più di un migliaio gli ibridi ed elettrici, mentre le altre alimentazioni sono 391
È in un contesto già noto, caratterizzato tout court da una flotta italiana di autobus con un’età superiore alla media europea e dalla somma dei fondi per il rinnovo della stessa (dal 2015 a oggi pari a 7,5 miliardi di euro), che l’incrocio dei dati della Motorizzazione civile sulle stipule assicurative ed immatricolazioni dei veicoli assume rilevanza, diventando il tramite per leggere il settore e le sue mutazioni, nel bene e nel male, da un diverso punto di osservazione. L’esito di questa operazione, curata dalla Stm (Struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza), è stato divulgato dal Mims, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Le differenze rispetto al passato
L’elaborato rappresenta il prosieguo dello sforzo di affinamento dei dati rispetto a quanto raccolto in precedenza e testimonia la grande disponibilità e attenzione della Motorizzazione civile alla tematica. Attraverso l’accesso ai dati forniti da quest’ultima struttura, aggiornati fino a settembre 2022 e afferenti il luogo di immatricolazione del mezzo, è stato possibile ricostruire il quadro del parco autobus attualmente circolante in Italia, analizzarne la composizione e localizzare i mezzi più datati e maggiormente inquinanti, permettendo altresì il confronto tra trend del passato e presente e l’identificazione dei possibili indicatori utili agli approfondimenti futuri. Rispetto alle scorse edizioni, emergono però delle sostanziali differenze, che vanno giustamente specificate. In dettaglio, i dati differiscono perché i veicoli «immatricolati dalla società Busitalia nel Lazio sono attribuiti all’Umbria effettuando il servizio di tpl nella stessa», quelli intestati «a Flixbus e Itabus e ad alcune altre società, non effettuando servizio di tpl, sono stati esclusi dalle elaborazioni», così come gli autobus di categoria ‘carrozzeria’, ‘gran turismo o internazionale’, ‘miniscuolabus’, ‘scuolabus’, ‘per noleggio’, ‘per uso privato’ e ‘veicolo a cielo aperto a un piano’, per lo stesso motivo.
Da luglio 2021 a settembre 2022
La disamina dei database sugli autobus si impernia su un arco di tempo di 15 mesi, compreso tra luglio 2021 e settembre 2022, e permette di affrontare molteplici aspetti del settore. In primis, dal confronto del numero totale di autobus, comprendendo sia gli assicurati che i non assicurati, non traspaiono grandi difformità: nel primo periodo i veicoli ammontano a 50.185 (41.432 assicurati, 8.753 non assicurati) mentre nel secondo periodo sono 49.768 (43.001 assicurati, 6.767 non assicurati), con un lieve calo pari allo 0,8 per cento. Nel medesimo intervallo temporale, si sono potuti osservare i veicoli tipo d’uso ‘di terzi’ (ovvero quando il veicolo è utilizzato, dietro corrispettivo, nell’interesse di persone diverse dall’intestatariodella carta di circolazione) con assicurazione valida e la loro ‘affermazione’ in base alla tipologia di alimentazione. In termini quantitativi sostanzialmente crescono un po’ tutti: i diesel passano da 36.511 a 37.450, i motori a gas da 3.686 a 3.880, gli ibridi ed elettrici a zero emissioni da 872 a 1.280 e le altre alimentazioni (benzina, ibrido benzina/metano e benzina/Gpl, ibrido diesel/ metano e diesel/Gpl) da 363 a 391. Lo studio dei dati non può schivare la questione della transizione energetica. A tal proposito, ciò che restituisce è uno scenario positivo, caratterizzato dall’aumento della presenza di veicoli a zero emissioni e ibridi. In particolare, da luglio 2021 a settembre 2022, gli ibridi diesel/ elettrico crescono da 466 unità a 659, mentre gli zero emissioni, tra cui predominano i mezzi elettrici a batteria (Bev), da 406 a 621. E sono in diffusione i modelli diesel di ultima generazione, sempre tipo d’uso ‘di terzi’ con assicurazione valida. Nel giro dei 15 mesi in oggetto, i mezzi Euro VI passano da 11.379 a 13.551 unità mentre gli Euro V da 9.024 a 9.478. Contestualmente è in corso l’uscita di scena dei motori a gasolio meno moderni: gli Euro IV scendono da 2.398 a 2.384, gli Euro III da 9.497 a 8.792, gli Euro II da 4.006 a 3.138.
Il quadro per regione
Con la mole di dati in possesso, la Stm ha tracciato classificazioni più dettagliate, che dal panorama nazionale confluiscono in una dimensione più locale. Si parte dalla ‘conta’ generale. Il primo aspetto riguarda l’anzianità dei mezzi a livello italiano: i veicoli assicurati che compongono il parco autobus dello ‘Stivale’ ringiovaniscono leggermente con un’età media che si abbassa a 10,3 anni al 30 settembre 2022 rispetto a quella di 10,6 rilevata a luglio 2021. Ogni regione contribuisce al calcolo complessivo con le proprie flotte più o meno recenti e la velocità con cui le rimpiazza. I migliori ‘svecchiamenti’ del parco autobus, ancora nel periodo in questione, si registrano nel Lazio (da 9,6 anni a 8,7), in Emilia Romagna (da 10,7 a 9,9), in Veneto (da 12,2 a 11,1) e in Basilicata (da 14 a 13,2). Nessuno di questi territori, però, possiede i mezzi più recenti. Il primato, in tal senso, spetta infatti al Friuli-Venezia Giulia con un parco mezzi di età media pari a 7,4 anni. Sul fronte opposto invece il Molise, con una media di 16,8 anni. In merito alle alimentazioni diesel e le relative classi di inquinamento, si scopre che diverse regioni hanno un’elevata percentuale di Euro II ed Euro III con copertura assicurativa valida. A eccellere purtroppo in negativo è ancora il Molise, dove i vecchi veicoli ammontano al 71,8 per cento (30,8 per cento per gli Euro II e 41,0 per cento per gli Euro III).
Seguono Basilicata, Veneto, Calabria, Toscana, Umbria. Nonostante le percentuali non sempre edificanti, ad esempio, il Veneto si risolleva per altri versi: è la seconda regione, a pari merito con il Lazio e dietro all’Emilia- Romagna, con 614 veicoli a gas Euro V ed Euro VI. Mentre il traino per i mezzi a zero emissioni (elettrici ed idrogeno) tipo d’uso ‘di terzi’ assicurati resta il nord: Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto continuano a scommettere su questa tecnologia per gli spostamenti nei loro confini. Il centro e il sud si stanno comunque adeguando per recuperare terreno. È in quelle aree che si concentrano gli ordini e i preordini dei nuovi bus, a partire dal primo gennaio 2022, nell’ambito degli accordi quadro ‘autobus extraurbani’, ‘autobus urbani’ e ‘autobus a metano’, promossi da Consip. Ad esempio, tra le alimentazioni Cng e Lng, in Abruzzo il conteggio fa cifra tonda con 100 tra ordini e preordini, in Campania 216 e in Molise 68.
Maurizio Zanoni