Il trasporto pubblico locale: costo o vera risorsa?
Alfonso Sessa Università degli Studi di Salerno La difficile gestione del trasporto pubblico locale (t.p.l) risente spesso delle alternative fasi di vita di una città: in pratica può risultare estremamente difficile prevedere, con accurata certezza, quanti utenti saranno presenti per un giorno qualsiasi, lungo la tratta di una determinata linea, ad un certo orario, fermata […]
Alfonso Sessa
Università degli Studi di Salerno
La difficile gestione del trasporto pubblico locale (t.p.l) risente spesso delle alternative fasi di vita di una città: in pratica può risultare estremamente difficile prevedere, con accurata certezza, quanti utenti saranno presenti per un giorno qualsiasi, lungo la tratta di una determinata linea, ad un certo orario, fermata dopo fermata. Ma è davvero così? Per quanto limitato possa essere il ragionamento, in che modo riuscire a “emulare” la comodità del mezzo privato rispetto alla economicità del mezzo utilizzato per il trasporto locale? A ben riflettere, ciò già avviene per i mezzi che effettuano trasporti pubblici su lunghe tratte; in questi casi la necessità di un posto, si spera a sedere, ben climatizzato e con la necessaria quiete a bordo, a costi ragionevoli, appare un prerequisito necessario. Ovviamente in questi casi la discriminante del costo e della prenotazione adottati di conseguenza su tali servizi di trasporto, fanno la differenza. Ma per un automezzo che serva una linea inter/urbana?
Lo studio sul flusso migratorio quotidiano
Per un percorso di pochi chilometri, come ad esempio la tratta che collega una qualsiasi città ad una periferia dove risiede ad esempio un campus universitario, un ospedale o una qualsiasi grande struttura pubblica o privata delocalizzata, come riuscire ad adattare il grande “flusso migratorio quotidiano” costituito dalle migliaia di utenti con un parco automezzi limitato e, soprattutto, con la necessaria ergonomia e sicurezza più che la comodità propria del mezzo privato? Il quesito, apparentemente insolubile per effetto, più che altro, della casualità del numero di utenti ( si pensi agli esami universitari, ai ricoveri ) offre in realtà più di uno spunto di riflessione che può senz’altro portare ad una prima timida quanto efficace soluzione del problema.
Il segreto? La programmazione
In che modo, dunque, sarebbe possibile effettuare una programmazione oraria delle corse giornaliere in funzione degli orari di servizio dei vari enti o aziende ad esse collegate? Ovvero, nel caso di un campus universitario, ha senso garantire lo stesso numero di corse il venerdì quando l’affluenza, è minore rispetto al lunedì? E’ realistico pensare, nel caso di un ospedale, di mantenere lo stesso orario mensile se, nei mesi invernali, il numero di ricoveri aumenta? La risposta è: si può provare a farlo! Come? Semplicemente realizzando un servizio di prenotazione di un posto anche sui mezzi dell’azienda di trasporto pubblico locale. Ma, in che modo?
In poche parole, ecco la soluzione
Il progetto è facilmente implementabile; in effetti si tratterebbe di armonizzare le diverse richieste provenienti dagli utenti circa i relativi servizi dei vari enti (i.e. la prenotazione dei posti in biblioteca, la prenotazioni di visite o di esami specialistici, il periodo di pagamento di determinate e complicate imposte) con le disponibilità dei posti fruibili sui vari mezzi impegnati per quella tratta. Si partirebbe, del resto, con un numero limitato di posti, sui mezzi solitamente utilizzati per poi espanderne la disponibilità. In pratica, da casa un utente può, da una certa ora, ad esempio dalle 18:00 alle 23:00 del giorno precedente, provvedere a prenotare per il giorno successivo, un posto su di una corsa che raggiunga quel determinato ente o azienda; l’utente quindi effettua la prenotazione del posto X, a partire da un determinato orario e fermata, per raggiungere l’azienda. L’azienda di t.p.l. saprà, con un netto margine, quanti saranno i posti sicuramente richiesti, e, di conseguenza, potrà gestire con un netto anticipo il “treno” degli autobus da appostare su quella tratta per quella determinata fascia oraria, per quel giorno specifico, riducendo di volta in volta il margine di incertezza. Affinché tale servizio di prenotazioni non si trasformi in un ovvio privilegio di pochi si possono ipotizzare, una volta a regime, varie forme di promozioni nei confronti degli utenti che vi aderiranno. Indubbiamente, per la corretta riuscita del servizio, bisognerà provvedere di un terminale per il controllo della prenotazione (i.e. check-in) all’interno della vettura, anche se in prima battuta ciò può essere svolto facilmente dai verificatori o dagli utenti stessi, così come accade attualmente ad esempio in un qualsiasi ufficio munito di servizio di prenotazione.Un ulteriore elemento utile alla riuscita di un simile esperimento riguarda, senza alcun dubbio, la logistica ovvero la strutturazione dei posti prenotabili in base alla discesa del passeggero che ha effettuato la prenotazione; in altri termini i posti prenotabili, come ad esempio quelli per il capolinea di un campus universitario, saranno naturalmente quelli più lontani dalle uscite, permettendo in questo modo l’agevole e soprattutto rapida entrata e uscita degli altri utenti nelle fermate intermedie. Obiettivo finale quindi: automezzi in cui la maggior parte dei posti disponibili saranno a sola prenotazione. In conclusione, la ricerca di validi strumenti che offrano la possibilità di ottimizzare le corse di un t.p.l. può essere condotta nei luoghi dove, come dimostrato da questo lavoro, maggiori sono le richieste degli utenti per questo indispensabile servizio e minori sono le possibilità di interagire con esso; del resto, come per la meteorologia, non solo l’uso di sensori dislocati sulla superficie terreste, palloni sonda e satelliti, ma soprattutto l’indispensabile studio statistico unito alla realizzazione di accurati modelli matematici permettono di creare previsioni sempre più precise, in relazione alla zona interessata.