Il tpl italiano è più in salute di quanto si pensi. Anche se il Fondo Nazionale Trasporti è insufficiente e i passeggeri non tornano ai livelli pre Covid
Il trasporto pubblico locale italiano, nonostante la carenza di risorse per il rinnovo contrattuale e le ragioni che hanno portato allo sciopero nazionale senza fasce di garanzie la scorsa settimana, mostra segnali positivi. Verrebbe da dire “quasi inaspettatamente”, ma tanto è. Anche se non mancano gli indici negativi, che si sommano al recente studio del […]
Il trasporto pubblico locale italiano, nonostante la carenza di risorse per il rinnovo contrattuale e le ragioni che hanno portato allo sciopero nazionale senza fasce di garanzie la scorsa settimana, mostra segnali positivi. Verrebbe da dire “quasi inaspettatamente”, ma tanto è. Anche se non mancano gli indici negativi, che si sommano al recente studio del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), secondo il quale in Italia appena il 7,4% degli spostamenti quotidiani avviene con i mezzi pubblici.
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Il tpl in Italia copre appena il 7,4% degli spostamenti quotidiani
Secondo il rapporto di Intesa Sanpaolo-Asstra, infatti, aumenta il valore della produzione che nel 2023 si attesta a 12 miliardi di euro, +3,4% rispetto al 2019. E aumentano anche gli investimenti, anche se i passeggeri sono ancora in calo e il Fondo nazionale trasporti non riesce a coprire il valore dell’inflazione, come peraltro sottolineato in coro da Anav, Agens e Asstra, che a più riprese hanno chiesto al governo di aumentare i finanziamenti destinati al Fnt.
I numeri del tpl italiano
Nel rapporto, intitolato “Le performance delle imprese di trasporto pubblico locale” viene fatta la fotografia del settore, che consta 879 aziende, 117mila addetti, 5 miliardi di passeggeri trasportati, 49mila mezzi e 1,8 miliardi di vetture-km.
Gli investimenti sono cresciuti, anche se il numero di passeggeri è ancora inferiore ai livelli pre-Covid, con un calo del 14% rispetto al 2019. La maggior parte delle aziende (97% nel 2023) è in attivo, grazie a un rinnovato impulso agli investimenti, che dal 2018 ha riportato la spesa al 17,6% del fatturato. Tuttavia, il Fondo Nazionale Trasporti rimane insufficiente per coprire l’inflazione, rendendo complesso affrontare l’aumento dei costi produttivi, specie per il rinnovo dei contratti e per l’ammodernamento ecologico e digitale.
A tal proposito, il presidente di Asstra Andrea Gibelli ha commentato: «Il rapporto evidenzia un progressivo miglioramento nella gestione e nelle performance economico-finanziarie delle aziende. Tuttavia, si tratta di una ripresa fragile, condizionata da fattori complessi. L’aumento dei costi di produzione in particolare legati al rinnovo del Ccnl, l’assenza di indicizzazione del Fondo Nazionale Trasporti e delle tariffe, insieme alle sfide della transizione ecologica e digitale, rappresentano ostacoli importanti».
Nel 2023, si è registrata una forte crescita di mezzi a basse emissioni: autobus elettrici e a idrogeno (+208%), ibridi (+317%) e a metano (+163%). Tuttavia, nonostante un parziale rinnovamento del parco mezzi, con un’età media scesa a 10 anni, permangono esigenze significative in ambito di sostenibilità e copertura del servizio.