Il 29 ottobre si è tenuta la quarta tappa dell’anno del Mobility Innovation Tour: dopo le tappe di Verona, Milano e Genova, il nostro convegno itinerante per parlare di come sta cambiando la mobilità è sceso al Sud, facendo tappa a Taranto. Ed è stato un appuntamento che abbiamo organizzato con entusiasmo insieme al Comune e all’operatore locale, Kyma Mobilità. Perché il MIT è un progetto che funziona quando trova una comunità di intenti e di sforzi forte con la realtà ospitante, cosa che è successa in maniera eccezionale a Taranto. Il nostro grazie anche a Pietro Carallo, direttore generale Kyma, ha dimostrato grande entusiasmo per questa opportunità e all’assessore lal’Urbanistica, Mobilità e Innovazione, Edmondo Ruggiero, che si è speso in prima persona per realizzare al meglio il convegno.

Il titolo scelto per il convegno è stato “La transizione energetica del trasporto pubblico nel Mezzogiorno“, per approfondire – mettendo il Meridione, e Taranto, sotto la lente di ingrandimento – come il trasporto pubblico su gomma stia cambiando pelle, e come a transizione all’elettrico sia solo un aspetto di un’evoluzione in cui il tema infrastrutturale gioca un ruolo centrale. Infrastruttura non solo nel senso di ricarica elettrica ma anche di pianificazione urbanistica mirata ad elevare il livello di servizio di tpl. E qui si inserisce un tema centrale dei nuovi sviluppi italiani del tpl: Bus Rapid Transit. E Taranto è proprio una delle città che sta puntando su questa “terza via”.

Il racconto del Mobility Innovation Tour a Taranto

Ne abbiamo parlato con Marianna Ettorre, Responsabile Area Manutenzione Parco rotabile, Kyma Mobilità (QUI LE SLIDE DEL SUO INTERVENTO), Veronica Fedele, Direzione Polizia Locale Servizio Mobilità Sostenibile, Comune di Taranto (QUI LE SLIDE DEL SUO INTERVENTO) e Francesco Serrao, E-Mobility market intelligence,di Motus-E con la presentazione studio “Evoluzione dell’elettrificazione del trasporto pubblico locale” (QUI LE SLIDE DEL SUO INTERVENTO).

A seguire una tavola rotonda a sei voci, equamente distribuite tra operatori – Antonella Vizzarro, Responsabile Area Pianificazione e Programmazione Servizi TPL, Kyma Mobilità; Maxmilian Di Pasquale, Direttore Generale, TUA Abruzzo; Roberto Nicolosi, Responsabile Manutenzione Bus Depositi, ANM Napoli – e industria: Tiziano Dotti, Italy Public Sales Manager, Iveco Bus; Giovanni Tosi, Product Manager, Solaris Bus & Coach Italia e Calogero Taibi, Managing Director Italy, Kiepe

Ma prima di addentrarci nel racconto della giornata di lavori, riportiamo le parole di Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, che ha dato il “la” al convegno: «Da parte nostra c’è sempre stato l’impegno di mettere a terra gli investimenti per la mobilità sostenibile in città: prima rinnovo della flotta di Kyma Mobilità, poi il progetto del BRT con 60 chilometri di linee elettriche Il prossimo step –ci vede verificare la possibilità di iniziare, avvalendoci di fondi regionali, la sperimentazione di prototipi con motorizzazione a idrogeno».

Alle parole del primo cittadino si sono sommate quelle del presidente di Kyma Mobilità, Daniele D’Ambrosio: «Taranto ha una mobilità moderna ed efficiente, in linea con quella delle principali città europee. Con una moderna flotta, con 80 nuovi autobus ibridi e 5 full electric è tra le più giovanid’Italia, e l’introduzione della bigliettazione elettronica, oggi ci prepariamo a dare il nostro contributo al progetto BRT di cui gestiremo l’esercizio».

Brt e transizione energetica: Taranto in prima linea

È stata la Responsabile Area Manutenzione Parco Rotabile di Kyma Mobilità, ing. Marianna Ettorre, ad illustrare al convegno le iniziative messe in campo dall’azienda in termini di transizione energetica. Kyma già oggi gode di un parco mezzi per la metà composto da autobus ibridi e contraddistinto da un’età media di 6,5 anni, un caso virtuoso rispetto a una media nazionale di 10,3.

A seguire, l’Ing. Veronica Fedele della Direzione Polizia Locale Servizio Mobilità Sostenibile del Comune di Taranto, ha poi illustrato il progetto BRT che prevede 66 nuovi autobus a zero emissioni, 40 chilometri di tracciato, 160 fermate, due linee, 2,5 minuti di frequenza nelle ore di punta. Questi i dati salienti del progetto Bus Rapid Transit del Comune di Taranto che, gestito da Kyma Mobilità, punta a rivoluzionare, a partire dal 2026, la mobilità urbana nella città pugliese. Il tutto grazie a 300 milioni di euro di investimenti da fondi PNRR.

A seguire Francesco Serrao di Motus-E ha presentato lo studio sullo stato dell’elettrificazione del tpl in Italia, secondo il quale, nel corso del 2023 nel Belpaese sono stati aggiudicati quasi 2.500 autobus a emissioni zero per un investimento di 1,8 miliardi di euro. La maggior parte di questi dovrà essere in funzione entro giugno 2026, secondo del deadline del Pnrr. Non è mancato uno sguardo più in là, al 2050: in quell’anno il parco autobus italiano sarà composto per l’88% da veicoli elettrici e per il 9% da veicoli a idrogeno, a fronte di ripercussioni trascurabili sul sistema elettrico nazionale (è previsto un incremento di 2,55 GW di capacità installata per la ricarica dei veicoli, inferiore alla nuova capacità rinnovabile installata in Italia nel solo 2023).

Il momento della tavola rotonda

Ad aprire la tavola rotonda l’ing Antonella Vizzarro, Responsabile Area Pianificazione e Programmazione Servizi tpl di Kyma Mobilità, che ha illustrato le attività dell’azienda in termini di bigliettazione elettronica e dei numerosi progetti per la digitalizzazione dei processi e delle attività.

Maxmilian Di Pasquale, Direttore Generale di TUA Abruzzo, membro direttivo UITP e di Asstra ha posto l’accento sul Fondo Nazionale Trasporti e sulle spese in conto capitale della transizione energetica: «Se la dotazione iniziale del Fondo nazionale trasporti è di 5,4 miliardi ed è stata erosa in termini di potere d’acquisto di circa 800 milioni, e consideriamo che con questi fondi dobbiamo affrontare i costi della transizione energetica, ne deriviamo che i conti economici delle aziende nell’arco di qualche anno non reggeranno più. Gli incentivi sono stati un doping e insistono solo sul Capex: è come ricevere in eredità una bella villa, ma poi bisogna sostenere i costi di esercizio».

Grandi manovre in elettrico sono in corso all’ombra del Vesuvio, dove nei prossimi mesi – ed entro il 2026 – arriveranno e poco a poco entreranno in servizio, ben 253 autobus elettrici. E alla “scadenza” del 2026, il parco di ANM potrà essere, per capacità, mosso per due terzi a batteria. Un passaggio di Roberto Nicolosi, Responsabile Manutenzione Bus Depositi, ANM Napoli, è stato particolarmente significativo: “Secondo le nostre analisi, l’80 per cento delle tratte di ANM Napoli può essere operato in elettrico».

Voce dunque all’industria. «Nel 2023 sono stati messi a gara 4mila bus a zero emissioni contro i 400 dell’anno precedente. Il risultato di vera ubriacatura di finanziamenti. Ma poi questi veicoli vanno messi in strada, e le immatricolazioni non combaciano con i volumi dell’immatricolato», ha ricordato Tiziano Dotti, Italy Public Sales Manager di Iveco Bus, market leader italiano, anche dell’elettrico: dal 1° gennaio al 30 settembre ha messo a segno 111 immatricolazioni alla spina.

«Dei circa 43mila autobus circolanti in Italia, il 5 per cento è firmato Solaris. E di quel 5 per cento, circa la metà è ad emissioni zero. Tema Brt? Lo step successivo potrebbe essere quello di utilizzare veicoli anche più lunghi degli snodati, la cui lunghezza può arrivare anche a 24 metri. Il codice della strada italiano, al codice 61, però prevede la possibilità di arrivare a 24 metri ma con iter normativo e autorizzativo più complicato: non sarebbe possibile la circolazione promiscua con altri veicoli. Occorrerebbe maggiore flessibilità», il passaggio di Giovanni Tosi, Product Manager di Solaris Bus & Coach Italia.

Dunque, una realtà “rivoluzionaria” come Kiepe, che ha messo a punto la tecnologia IMC (In Motion Charging): «La transizione all’elettrico deve essere sostenibile anche dal punto di vista economico. Le batterie costano il 30 per cento del prezzo di un autobus. E il tema non è tanto l’autonomia, quanto i tempi per la ricarica. La tecnologia In Motion Charging consente di abbattere queste criticità, minimizzando gli investimenti: è sufficiente che solo il 20 per cento della tratta sia elettrificata per garantire un esercizio full electric», le parole del Managing Director Italy, Calogero Taibi.

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