Il ritorno degli emendamenti anti Flixbus? Cazzani (Anav Lombardia) mette in guardia
Un emendamento che sembra copiato e incollato da quelli saliti all’onore delle cronache durante il 2017. Ricordate la vicenda degli emendamenti anti-Flixbus? Ecco. La tematica torna di scottante attualitĆ , a causa dell’emendamento As 989 al Dl Semplificazione, in discussione proprio oggi (15 gennaio) al Senato. Un passaggio contro cui ha prontamente preso posizione Alberto Cazzani, […]
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Un emendamento che sembra copiato e incollato da quelli saliti all’onore delle cronache durante il 2017. Ricordate la vicenda degli emendamenti anti-Flixbus? Ecco. La tematica torna di scottante attualitĆ , a causa dell’emendamento As 989 al Dl Semplificazione, in discussione proprio oggi (15 gennaio) al Senato. Un passaggio contro cui ha prontamente preso posizione Alberto Cazzani, presidente di Anav Lombardia, con una piccata lettera. Alla quale ĆØ seguita una replica firmata congiuntamente da Cazzani e da Giuseppe Vinella, presidente nazionale Anav: Ā«La letteraĀ intendeva solo rappresentare il convincimento di alcuni operatori lombardi, tra i quali la Stav di Vigevano, e non esprimere ovviamente una valutazione di politica associativaĀ».
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Un nuovo emendamento anti Flixbus
L’emendamento firmato dai senatori Augussori, Saponara, Campari, Faggi, Pepe e Pergreffi vuole intervenire sull’articolo 3 del decreto legislativo 21 novembre 2005 n. 285, con oggetto ilĀ “Riordino dei servizi automobilistici interregionali di competenza statale” (al seguente LINK). L’articolo in questione stabilisce le regole di accesso al mercato. Ecco che l’emendamento, modificandone un comma, stabilisce che tutte imprese facenti parte di un raggruppamento di imprese devono Ā«disporre di personale, impianti e strutture in misura idonea ad assicurare il regolare esercizio del servizio di lineaĀ» e Ā«disporre di autobus classificati (…)Ā come classe B o classe IIIĀ». Insomma: Flixbus, in quanto membro di ati in partnership con aziende di trasporto, per essere in regola dovrebbe possedere autobus. Nell’emendamento viene richiesto adeguamento alla normativa entro 30 giorni.
Il tavolo non ha prodotto risultati
Cazzani, in una lettera inviata agli estensori del documento e ad Attilio Fontana e Claudia Maria Terzi, rispettivamente presidente e assessore alle infrastrutture e mobilitĆ di Regione Lombardia, ricorda come la querelle del 2017 si era chiusa con la promessa di Ā«istituzione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), di concerto con il Ministero dello sviluppo economico (MISE), di un tavolo di lavoro finalizzato a individuare i princƬpi e i criteri per il riordino della disciplina dei servizi in parolaĀ». E fa presente: Ā«Tale tavolo di lavoro si ĆØ giĆ riunito diverse volte nel corso dellāanno 2018, ma non ha ancora, ad oggi, terminato il proprio mandato di pervenire alla definizione di una nuova disciplinaĀ».
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Cazzani, Anav Lombardia: un emendamento sbagliato
Ā«Lāemendamento in oggetto (AS 989) – prosegue Cazzani nella sua missiva, che riportiamo integralmente – ĆØ volto a introdurre, nelle more delle risultanze del suddetto tavolo di lavoro, una nuova e diversa normativa che renderebbe di fatto illegale lāesercizio dellāattivitĆ dei servizi automobilistici interregionali di competenza statale da parte di quei soggetti economici che operano in ATI sulla base della vigente normativa, proprio la medesima per la verifica e riordino della quale ĆØ stato istituito il tavolo di lavoro di cui sopra.Ā Sotto il profilo del metodo normativo non crediamo sia nĆ© corretto nĆ© utile interrompere a metĆ un processo di verifica giĆ in atto, facendo di fatto regredire il settore alla critica situazione di incertezza precedente allo scopo di sanare la quale si ĆØ provveduto alla istituzione del tavolo.
Sotto il profilo del merito, trattandosi tra lāaltro di un argomento di rilevante valore economico che coinvolge numerose imprese in prospettiva nazionale e ancor piĆ¹ numerosi cittadini viaggianti, riteniamo che lāemendamento, se venisse tramutato in legge, non produrrebbe benefici tangibili per il settore, anzi fortemente penalizzerebbe decine di imprese (tra le quali molte lombarde) che, per entrare in questo mercato (che ĆØ stato liberalizzato nel 2013), hanno fatto ingenti investimenti al punto di metterne addirittura a rischio lāesistenza stessa.
Chiediamo pertanto il ritiro dellāemendamento AS 989 che, come giĆ detto, penalizzerebbe fortemente solo le realtĆ imprenditoriali operanti in ATI (le quali stanno viceversa offrendo un obiettivo servizio di qualitĆ a migliaia di passeggeri al giorno a prezzi competitivi, anche tenuto conto dello scenario economico generale nel quale si trova il Paese e della accresciuta domanda di mobilitĆ ) e, nellāinteresse di raggiungere la maggiore efficacia normativa per lāintero settore, chiediamo sia data unāaccelerazione alle attivitĆ del tavolo di lavoro -istituito presso il MIT e il MISE- per portare a termine, in tempi certi e quanto piĆ¹ celeri, lāopera di revisione dellāintera disciplina onde mettere a disposizione delle imprese e dei viaggiatori riferimenti normativi chiari e certiĀ».
La replica di Anav
Alla presa di posizione da parte di Cazzani ĆØ seguita una precisazione inviata ad AUTOBUS dalla sede centrale Anav. La lettera Ā«esprime una legittima posizione di contenuto imprenditoriale, alla stessa stregua di altre ma distinte posizioni di altri imprenditori associati all’Anav che operano anche nel medesimo settore, ormai completamente liberalizzato – si legge nella replica firmata congiuntamente da Vinella e Cazzani -. Nel metodo osserviamo che la nostra Associazione assume tutte le proprie decisioni politiche nellāambito degli Organismi nazionali, in particolar modo per quei settori, come le linee interregionali, in cui ĆØ stata confermata la competenza dello Stato. Per queste ragioni abbiamo avuto modo di chiarire che la nota del 14 gennaio scorso intendeva solo rappresentare il convincimento di alcuni operatori lombardi, tra i quali la Stav di Vigevano e non esprimere ovviamente una valutazione di politica associativaĀ».