Che ne sarà di Industria Italiana Autobus? Non è tanto questione di prevederne il futuro (incerto), quanto quella di mettere in fila gli elementi sul tavolo. Ci proviamo.

A fine 2023 sono arrivati segnali di ripresa in casa IIA: sono iniziate le consegne del Citymood 12e – il primo 12 metri elettrico realizzato in Italia – e dieci macchine Cng sono state presentate a Parma. Timidi segnali, ma pur sempre segnali, a dimostrazione di come la produzione a Flumeri abbia ripreso a macinare. Un aspetto da non sottovalutare, dopo un anno di lotte sindacali, un nuovo consiglio di amministrazione un aumenti di capitale; ecco, la ricapitalizzazione di 25 milioni di euro ha rappresentato un intervento certamente non risolutivo, ma sufficiente a far ripartire la produzione negli stabilimenti.

In prima persona abbiamo avuto modo di andare a Flumeri e di entrare nella fabbrica di IIA, peraltro una delle più grandi fabbriche dell’autobus in Europa. Operai al lavoro, vasca di cataforesi in funzione, Menarinibus parcheggiati sul piazzale pronti per nuove consegne e linea degli elettrici in funzione.

Sullo sfondo la tarantella delle diverse manifestazioni di interesse da parte di potenziali partner industriali: Sira, di Valerio Gruppioni, Seri Industrial e anche il costruttore portoghese CaetanoBus. In uscita, invece, il partner di minoranza Karsan e anche le due colonne Leonardo e Invitalia.

L’obiettivo, sbandierato più dai sindacati, è quello di trovare u nuovo partner industriale entro i primi tre mesi del 2024. Ad oggi, 17 gennaio, la nebbia non si è ancora alzata e, anzi, leggendo quanto scritto da Antonio Picariello su Orticalab, quotidiano locale basato ad Avellino e dunque vicino alle vicende di IIA, due sarebbero le strade possibili: “La prima prevede l’acquisizione dell’80 per cento di quote da parte di imprenditori che fanno capo al presidente del gruppo Sira, Valerio Gruppioni, a cui si affianca il vice presidente di Confindustria, Maurizio Stirpe. Resterebbe Invitalia – l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – e non ci sarebbe Leonardo”.

La seconda? “La politica cerca di far andare le cose nel verso peggiore, ovvero favorire la manifestazione di interesse del gruppo Seri, che è pronto ad acquisire l’intero pacchetto societario. In pratica si tratterebbe di una privatizzazione, di cedere tutto a una società che non ha esperienza nel settore”. Dunque, si legge ancora: “Tra l’altro pare che il piano industriale di Seri per IIA non preveda la realizzazione di bus completi ma la sola fabbricazione di scocche, pianali e batterie”.

In tutto questo, un dato. Se nel 2021 Industria Italiana Autobus aveva immatricolato 316 autobus, nel 2022 si erano fermati a 199 (ma con 162 urbani IIA era market leader nel segmento) e in questo 2023 tumultuoso, secondo i dati Anfia, le nuove targhe sono state “appena” 55. Insomma, c’è da fare presto. E da fare bene. Anche perché a Flumeri lavorano 360 operai.

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