Il ddl Concorrenza non interverrà sulla vicenda FlixBus, nonostante le promesse del Governo
Il ddl Concorrenza non interverrà sulla vicenda FlixBus, nonostante le promesse del Governo. Nel frattempo, la petizione “Salva FlixBus” su Change.org supera le 50.000 firme e Antitrust e ART si schierano in difesa dell’azienda Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia: “Il tempo delle promesse è scaduto, non possiamo più permetterci di restare in […]
Il ddl Concorrenza non interverrà sulla vicenda FlixBus, nonostante le promesse del Governo. Nel frattempo, la petizione “Salva FlixBus” su Change.org supera le 50.000 firme e Antitrust e ART si schierano in difesa dell’azienda
Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia: “Il tempo delle promesse è scaduto, non possiamo più permetterci di restare in attesa della correzione di una norma che viola i principi di libera concorrenza e lede la certezza del diritto”
La nota di Flixbus sul Decreto Milleproroghe
Apprendiamo dalle agenzie di stampa che la norma “Salva-FlixBus” resterà fuori dal ddl Concorrenza, nonostante il Governo stesso avesse individuato in quello strumento il primo provvedimento utile per risolvere la vicenda. Dopo le promesse ufficiali, una petizione che ha raccolto oltre 50.000 firme in pochissimi giorni, un parere dell’Antitrust secondo cui “l’’ingresso nel mercato italiano di nuovi operatori nazionali e stranieri ha delineato un contesto competitivo molto vivace e sfidante”, e infine la comunicazione dell’ART arrivata ieri in tarda serata, secondo cui la disposizione contenuta nel c.d. “Decreto Milleproroghe costituirebbe un vincolo per gli operatori nell’accesso al mercato “a danno di un’offerta di servizi adeguata alle esigenze di mobilità degli utenti”, l’azienda chiede che dalle parole il Governo passi ai fatti. “Con quale strumento, non è nostro compito identificarlo” ha dichiarato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. “Ma il tempo delle promesse è scaduto, e non possiamo più permetterci di restare in attesa della correzione di una norma che viola i principi di libera concorrenza e lede la certezza del diritto, con un impatto drammatico sul futuro della nostra azienda, oltre che sull’economia e sull’occupazione. È l’ennesimo danno di immagine nei confronti del nostro Paese di cui saremo tutti chiamati a rispondere: se ne è capace, il Governo dimostri di saper intervenire subito”.