Il caso Industria Italiana Autobus, spiegato bene
AAA Industria Italiana Autobus cercasi. Nonostante le tante commesse vinte, il lancio due anni fa del primo 12 metri elettrico, la nascita in quel di Flumeri dell’Academy dell’Industria 4.0 carbon free dell’autobus, l’accordo con Nogebus (fallita) per la vendita in Spagna e Portogallo di urbani e la partnership con CaetanoBus per un bus a idrogeno, […]
AAA Industria Italiana Autobus cercasi. Nonostante le tante commesse vinte, il lancio due anni fa del primo 12 metri elettrico, la nascita in quel di Flumeri dell’Academy dell’Industria 4.0 carbon free dell’autobus, l’accordo con Nogebus (fallita) per la vendita in Spagna e Portogallo di urbani e la partnership con CaetanoBus per un bus a idrogeno, Industria Italiana Autobus è in crisi.
Negli ultimi mesi sono arrivati quasi quotidianamente gli allarmi dei sindacati e si sono rincorsi i rumors per l’aumento di capitale, arrivato a inizio primavera, quando l’assemblea dei soci di IIA ha varato la ricapitalizzazione della società per un totale di 25 milioni di euro.
IIA, tra made in Italy e ricapitalizzazione
Un passo necessario ma non sufficiente per risollevare le sorti della fabbrica dell’autobus made in Italy. Che, peraltro, non sembra godere di particolare attenzione e supporto del neonato ministro del made in Italy, in capo ad Adolfo Urso. A valle della ricapitalizzazione, per tastare il polso delle sigle sindacali, questa la nota diramata dalla Fiom Cgil: «L’approvazione da parte degli azionisti della Industria Italiana Autobus della ricapitalizzazione è solo un primo passo per la costruzione del polo pubblico del pullman. Sta ora agli azionisti ed al Governo garantire un ulteriore supporto di carattere finanziario. Dopodiché è fondamentale che vi sia un cambio di passo nell’organizzazione della produzione e degli acquisti. Insomma bisogna mettere in linea tutte le attività. Occorre agire in maniera coesa e sinergica. Evitando atteggiamenti corporativi ed individualistici».
Industria Italiana Autobus è in vendita?
A maggio, visto l’impasse, nuove voci di corridoio, approfondite da Il Mattino: Industria Italiana Autobus potrebbe passare presto di mano. Dopo le indiscrezioni dei mesi passati, sarebbe emerso da fonti ministeriali – né confermate né tantomeno smentite – la presenza di tre manifestazioni di interesse per l’acquisizione di quote dell’azienda con sedi a Bologna ed in valle Ufita, in Irpinia. Due delle tre manifestazioni di interesse presentate presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy proverrebbero da realtà già presenti con propri insediamenti in provincia di Avellino: i gruppi Sira di Valerio Gruppioni (sua, pare, l’offerta migliore) e Seri Industrial. La terza manifestazione di interesse sarebbe stata presentata, invece, dal gruppo portoghese Caetano bus, già impegnato in una partnership con la Industria Italiana Autobus per avviare la produzione e la commercializzazione in Italia di autobus urbani a idrogeno basati sulla tecnologia Fuel Cell Toyota e un sistema H2.City Power Kit messo a punto proprio dalla società portoghese.
Il presente e il futuro di IIA: la palla passa al ministero
Le tre manifestazioni di interesse sarebbero al vaglio del Ministero delle imprese e del Made in Italy che dovrebbe esprimere una propria valutazione in merito. Solo in seguito a questo passaggio il cui esito potrebbe essere ufficializzato nel corso del prossimo confronto ministeriale sulla vertenza si potrà fare chiarezza sul nuovo assetto societario della Industria Italiana Autobus.
Il nuovo socio dovrebbe assicurare un intervento che si attesta sui trenta milioni di euro. L’azienda potrebbe rimanere a maggioranza pubblica anche se, almeno in questa fase, non trapelano notizie sulle quote che saranno rilevate dal nuovo partner e quale dei soci attuali cederò le proprie quote.
Al momento, Industria Italiana Autobus è a maggioranza pubblica grazie alla partecipazione di Invitalia, socio di maggioranza che detiene il 42,76% delle quote societarie e Leonardo con il 28,65%. L’unico socio privato è rappresentato dai turchi di Karsan, che detiene il 28,59%. Ma che, stranamente non compare in nessun modo nel nuovo Cda, annunciato una manciata di giorno fa.
Già perché, come un fulmine tutt’altro che a cielo sereno, sono arrivate in massa le dimissioni del presidente e amministratore delegato Antonio Liguori e di tutto il CdA, in seguito all’approvazione del bilancio.
Il nuovo CdA di Industria Italiana Autobus
Conseguenza naturale della decapitazione del CdA, la nomina del nuovo board: l’assemblea dei soci di IIA ha nominato Walter Perrotta come nuovo presidente, Giancarlo Schisano amministratore delegato e Fabio Barsotti Ciro, Accetta e Roberto Rizzardo come consiglieri
Chi è Giancarlo Schisano, nuovo AD di Industria Italiana Autobus
Il nuovo Amministratore Delegato, Giancarlo Schisano, è stato Managing Director della Divisione Aereostrutture di Leonardo dal 2018 al 2022. Dopo la Laurea in Economia e un Master in Business Administration all’Università Bocconi, ha iniziato la sua carriera in Montedison come Senior Auditor per poi proseguire in vari ruoli in società di consulenza internazionale a supporto di progetti di sviluppo industriale.
In Ferrovie dello Stato ha ricoperto posizioni apicali in ambito finanziario fino alla nomina a Capo della Divisione Trasporto Regionale, Presidente e Amministratore Delegato di Metronapoli S.p.A. e Presidente di Sita S.p.A. Arrivato poi in Alitalia ha ricoperto la carica di Executive vice President Cargo, poi COO e Accountable Manager di tutte le società del Gruppo, Amministratore Delegato di AirOne e General Manager Business. Un curriculum vitae di tutto rispetto che però annovera tra le esperienze alcune avventure statali fallimentari. Insomma, non il migliore degli auspici. Siamo tra Il Gattopardo e Il giorno della marmotta: vedremo come andrà a finire.