Il cambio automatico? Apprezzato dagli autisti!
di Gianluca Celentano (conducente di autobus) Se guidi solo di tanto in tanto (ammesso che possa essere sufficiente), i cambi di marcia e le doppiette ti entusiasmano e ti fanno sentire vivo, ma l’autobus non diventa mai veramente un prolungamento della tua persona. Questa sensazione, invece, si manifesta quando passi la maggior parte delle tue […]
di Gianluca Celentano (conducente di autobus)
Se guidi solo di tanto in tanto (ammesso che possa essere sufficiente), i cambi di marcia e le doppiette ti entusiasmano e ti fanno sentire vivo, ma l’autobus non diventa mai veramente un prolungamento della tua persona. Questa sensazione, invece, si manifesta quando passi la maggior parte delle tue giornate a bordo del tuo fedele compagno di lavoro a sei o otto ruote.
L’autobus diventa una sorta di piccolo ufficio e, a tratti, una minuta abitazione, personalizzata con ciò che ti piace avere sotto gli occhi, al punto da diventare tremendamente geloso del tuo spazio. È così, vero?
Ti muovi quasi come un automa: appena allunghi una mano, sai già cosa andrai a toccare. L’ergonomia del tuo posto guida è ormai scolpita nella memoria. E qual è il peggior scherzo in queste situazioni? Cambiarti il bus! Magari solo per un giorno, e magari con uno che ha lo specchio sinistro montato in basso (come mi è capitato). Un’esperienza terribile! Lo cercavo nel vuoto, quando invece era giù. Questo è successo con un vecchio bus Mercedes del gruppo Arriva in sostituzione del mio Domino.
La tecnologia che “alleggerisce” il lavoro
C’è però un particolare che fa davvero la differenza quando guidi ogni giorno: la presenza del cambio automatico. Infatti, nonostante chi scrive abbia sempre preferito i cambi manuali (e le doppiette), devo ammettere che questi sistemi automatici migliorano la qualità del lavoro, permettendoti di essere un po’ più tranquillo. Lo dicono anche i camionisti, e soprattutto oggi, un cambio automatico è più conveniente di uno manuale.
Pregi del funzionamento
Tecnologicamente, i cambi automatici sui mezzi pesanti si dividono in due categorie principali: automatizzati (o robotizzati) e completamente automatici. La differenza risiede nei componenti e nella soluzione tecnica adottata. Alcuni cambi si ispirano a uno schema simile a quello di un cambio manuale, con alberi primario, intermedio e secondario (magari con 12 marce), ma attivati automaticamente.
Altri, invece, utilizzano schemi più complessi, come quelli con due alberi primari (sistema a doppia frizione), o addirittura con un convertitore di coppia e gruppi epicicloidali. Alcuni cambi possono risultare un po’ più “legnosi” o presentare dei piccoli sussulti, mentre altri offrono una cambiata più fluida. Tuttavia, entrambi fanno una grande differenza nella frenesia del traffico e nella routine impegnativa dei veicoli pesanti.
La tecnologia dei cambi è migliorata enormemente in termini di velocità e precisione delle cambiate. Modelli come il Mercedes-Benz PowerShift, il MAN TipMatic e lo ZF TraXon sono la prova di questi progressi.
Questi cambi non solo offrono maggiore comfort e riducono i consumi, ma sono anche più in linea con le normative anti-inquinamento. Eppure, rimane il dubbio: perché allora ci sono ancora così tante fastidiose (e talvolta infondate) tasse d’ingresso e limitazioni per i viaggi delle collettività?