Pagare (poco) una navetta su richiesta, condivisa con altri utenti, per spostarsi comodamente in città da un punto A a un punto B, con un semplice click, grazie a un algoritmo

Si scrive ‘Wayla’, ma si legge ‘uei là’, alla milanese, per intenderci. E proprio a Milano Wayla farà il proprio debutto giovedì 31 ottobre, lanciando un servizio di trasporto su richiesta, in sharing, che conterà inizialmente su una mini flotta di cinque mezzi, Fiat Ducato allestiti da Olmedo e a motorizzazione diesel, con capienza di 14 passeggeri ciascuno.

Abbiamo avuto modo di incontrare Alessandro Villa, uno dei cinque (giovani) ideatori e fondatori del progetto, che sarò in capo alle operations; Carlo, Michele, Mario e Niccolò gli altri quattro soci che hanno deciso di lanciarsi in questa avventura nel segmento del trasporto persone, che punta a inserirsi nelle lacune del trasporto pubblico locale e di quello privato (taxi, le cui tariffe fisse, peraltro, sono state appena alzate…), offrendo una soluzione comoda, sicura e facilmente accessibile, anche economicamente parlando.

Alessandro Villa

Alessandro, cos’è e come funziona Wayla?

«A differenza di altre esperienze simili, la particolarità di Wayla è quella di essere proprietaria dei mezzi – 5 per iniziare, con l’obiettivo di moltiplicarli e di aprire le porte non solo ai passeggeri, ma anche alle motorizzazioni elettriche – e di fare affidamento su autisti dipendenti».

Una scelta virtuosa, ma dispendiosa…

«Sì, ma vogliamo dare più garanzie possibili – per quanto siamo ancora una startup – e fidelizzare i nostri conducenti. Io stesso sto sostenendo gli esami per ottenere la licenza di guida e la Cqc, per poter subentrare in caso di emergenze. D’altronde, in fase di startup bisogna arrangiarsi e ‘sporcarsi le mani’».

Per questa avventura avete scelto un compagno di viaggio navigato come Ioki.

«Proprio così. La tecnologia che farà funzionare l’applicazione e dunque tutti gli ingranaggi di Wayla è fornita da Ioki, nota realtà specializzata in piattaforme di mobilità. Il progetto è il risultato proprio di una collaborazione tra noi di Wayla (che saremo responsabili della gestione delle navette) e la società di proprietà della Deutsche Bahn: specializzata nella mobilità on-demand, fornisce la prenotazione e la pianificazione del percorso e alimenta l’app.  Ma, alt: Milano sarà solo l’inizio: l’obiettivo è quello di espandersi nelle principali città italiane ed europee».

E così siete pronti per partire. Inizierete in quarta o a marce basse?

«Il servizio sarà attivo all’ombra della Madonnina all’interno del perimetro della circonvallazione filoviaria (90-91), con l’eccezione, per ora, del quartiere Città Studi, che nonostante si trovi al di fuori dell’anello verrà comunque servito, visti i tanti, tantissimi giovani e studenti che vi ci abitano».

Quale target avete messo nel mirino? 

«Ecco, se vogliamo, è proprio questo il target di Wayla: ragazze e ragazzi, anche fuorisede, non proprietari di auto privata, che hanno bisogno di una soluzione di mobilità a portata di mano, door to door. Il target di clientela della proposta di Wayla è appunto costituito da giovani studenti e professionisti, magari provenienti da altre città e che vivono temporaneamente a Milano senza avere una propria auto». 

Tutto chiaro. Se della copertura geografica d’esordio abbiamo appena parlato, per quanto riguarda quella oraria? 

«Si partirà con quattro giorni su sette: dalle 19 alle 3 della mattina, dal giovedì alla domenica. Le navette effettueranno un servizio porta a porta senza fermate e
orari fissi
».

Veniamo all’atto pratico: come funzionerà il vostro servizio?

«L’utente, tramite app, può prenotare il viaggio da un punto ‘A’ a un punto ‘B’ – entrambi di sua preferenza – e una volta stabilito il tragitto saprà già il prezzo fisso prima di prenotare, indipendentemente da quante persone viaggeranno a bordo».

L’aspetto del prezzo fisso alla prenotazione è interessante, potenzialmente vincente. Raccontaci qualcosa di più sul funzionamento…

«L’algoritmo sviluppato da Ioki raggruppa automaticamente i passeggeri con percorsi simili in gruppi di corse. Gli utenti potranno richiedere corse da punto a punto tramite app e condividere il viaggio in tutto o in parte con altri passeggeri, ottimizzando l’uso del veicolo. L’obiettivo è quello di integrarsi nei sistemi di mobilità delle grandi città, contribuendo a un ecosistema che renda sempre meno necessario l’uso dell’auto privata».

Alessandro, ci riassumi i motivi che vi hanno portato a mettere a punto Wayla?

«Guarda, cerco di riassumerla così, senza uscire troppo dal seminato: di notte la frequenza dei mezzi pubblici è ridotta o assente e c’è un innegabile problema di sicurezza, molto sentito soprattutto dalle donne. I taxi, se ci sono, costano. Insomma, ci inseriamo in un mercato dove le opzioni di trasporto sono oggettivamente assenti, garantendo un viaggio in sicurezza, visto che i nostri autisti e i nostri utenti avranno un sistema di riconoscimento».

Insomma, sicurezza first: giusto.

«Vivendo a Milano e leggendo le cronache locali degli ultimi tempi, è evidente la mancanza di soluzioni di trasporto (sicure) a disposizione dei cittadini, soprattutto nelle ore serali. Wayla offrirà finalmente un’alternativa sicura, economica e sostenibile a residenti e turisti, garantendo un servizio di qualità grazie alla gestione diretta di veicoli e autisti e all’esperienza impareggiabile del nostro partner Ioki».

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