L’auto privata rimane il mezzo di gran lunga preferito dalla stragrande maggioranza degli italiani. In estrema sintesi, questo è il responso del 21° Rapporto sulla mobilità”Audimob – Stili e comportamenti di mobilità degli italiani” a cura di Isfort, presentato a Roma in collaborazione con il Cnel, con il supporto scientifico di Agens e Asstra, il sostegno di Fnc.

Le soluzioni di mobilità sostenibile crescono del 3%, grazie soprattutto agli spostamenti a piedi, +2,4%, alla micromobilità (biciclette e monopattini), 0,3% e al trasporto pubblico locale, che cresce dello 0,2%. Nel primo semestre di quest’anno che sta volgendo al termine, il 61,3% degli spostamenti in città è coperto dall’auto privata.

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Tpl

«Il tema centrale – dice Carlo Carminucci, economista dei trasporti e direttore della ricerca in Isfort è la programmazione, le politiche dei trasporti urbani che purtroppo sono ancora molto carenti: senza una strategia convintamente alternativa agli spostamenti più tradizionali e inquinanti si riesce a muovere poco, uno zero virgola».

Un aspetto rilevante emerso dal rapporto è il legame tra reddito e modalità di spostamento: le fasce di reddito più basse si affidano in misura maggiore all’auto privata, con il 72% degli spostamenti per chi guadagna meno di 15.000 euro annui. 

«Abbiamo poi rintracciato una tendenza legata al reddito – aggiunge Carminucci – un aspetto clamoroso e inedito che inchioda le fasce di reddito più basse all’uso dell’auto privata: può sembrare un paradosso ma in realtà è un campanello d’allarme che segnala una carenza preoccupante di servizi nelle periferie che costringe le persone a muoversi con mezzi propri».

Insomma, il più alto tasso di mobilità sostenibile, il 39,6%, si rintraccia nella fascia oltre i 25mila euro che poi è quella che usa più delle altre i mezzi pubblici (12,5%) e che si muove più di tutte a piedi (21,6%).

«Serve una scossa – conclude Carminucci – dobbiamo correre verso modalità più “green” ma anche ridurre le marginalità sofferte da ampi segmenti del Paese».

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