I 150 anni del tram a Torino
Migliore manifestazione non poteva esserci per festeggiare i 150 anni dei tram a Torino. Atts, Associazione Torinese dei Tram Storici, in collaborazione con Gtt, ha organizzato una due giorni che ha visto la partecipazione di esperti provenienti da tutta Europa: un’occasione per confrontare le esperienze più rilevanti nella gestione delle flotte tranviarie storiche. Sia a […]
Migliore manifestazione non poteva esserci per festeggiare i 150 anni dei tram a Torino. Atts, Associazione Torinese dei Tram Storici, in collaborazione con Gtt, ha organizzato una due giorni che ha visto la partecipazione di esperti provenienti da tutta Europa: un’occasione per confrontare le esperienze più rilevanti nella gestione delle flotte tranviarie storiche. Sia a livello espositivo, che visivo, con la circolazione dei veicoli storici, il capoluogo piemontese ha centrato l’obiettivo di considerare il tram come patrimonio culturale della città. I rotabili della flotta Atts sono stati costruiti dal 1904 al 1960 e non appartengono solo alla rete torinese. 111 anni sono trascorsi dall’introduzione del primo modello a trazione elettrica, la motrice a due assi, all’attuale tram della serie 8000 in corso di consegna da Hitachi.
La tecnologia di base non è cambiata: è sempre presente l’alimentazione da rete aerea, ma sono cambiati design, tecnica elettrica, comfort di viaggio, sicurezza e l’affidabilità. Il valore aggiunto è lo stato di veicoli, la maggior parte dei quali sono marcianti, come una motrice a due assi del 1911 e le prime vetture a carrelli a grande capacità degli anni Trenta, destinate a sostituire i convogli composti da motrice e rimorchio. Se la serie 2500 di Atm Torino si componeva di cento veicoli, costruiti nel 1933, oggi sono conservate tre vetture tolte dal servizio nel 1983 ed ottimamente restaurate.
Torino, gli anni di Atm
Negli primi anni Quaranta, invece, Atm ricevette i primi tram della serie 3000, talmente innovativi da far sembrare obsoleti tram consegnati solo qualche anno prima: avviamento automatico, nuovo design con grandi finestrini e comfort di marcia sensibilmente superiore. Lo schema delle motrici 3000 non fu dimenticato e nel 1949 alla Fiat-Materfer diede il via alla costruzione di 125 motrici a due carrelli a 3 porte, con capienza di 80 passeggeri, che per decenni hanno caratterizzato il trasporto tranviario a Torino. La vettura, lunga 13,805 m, poteva raggiungere la velocità massima di 45 km/h.
Nel 1977 l’intera serie è stata ricostruita a cura di Viberti-Seac, ricevendo nell’occasione la livrea arancione, la quarta porta, il pantografo, e le migliorie necessarie all’esercizio. Una menzione particolare merita la vettura 3179, unico tram al mondo con la possibilità di trasformarsi in palco. La fiancata destra del tram è stata infatti resa ribaltabile. Negli anni Cinquanta la domanda di trasporto pubblico era costantemente in crescita: Atm pensò allora a nuove soluzioni. Il sovrannumero di motrici a due casse consentì una soluzione molto valida, ovvero l’unione di due tram o dei vecchi telai, completi di parte meccanica, di vecchie vetture a due assi.
Nel primo caso, con le vetture della serie 2700, la carrozzeria fu realizzata dalla Società Nazionale Officine di Savigliano, oggi parte di Alstom Ferroviaria. Furono realizzate 72 vetture, il cui soprannome era ‘due camere e cucina’: il design moderno si scontrò con un limitato comfort di marcia, soprattutto per un rilevante beccheggio quando la vettura era in velocità. La 2758 venne convertita nel 1988 in tram ristorante, il terzo al mondo. Oggi, grazie ad Atts, è marciante, e riportata allo stato d’origine. Invece, dall’unione di motrici delle serie 2100-2200 del 1938, fu costituito alla fine degli anni 50 il gruppo 2800; furono realizzate 58 vetture, capaci di ospitare fino a 127 persone, di tale affidabilità che buona parte di esse sono ancora oggi in servizio, ammodernate con la quarta porta, nuovi finestrini con telaio in alluminio, telecamere per il controllo porte e pantografo.
Atts, collezione ricca
Non solo Torino, ma anche Italia ed estero. La collezione di ATTS comprende infatti alcuni tram provenienti da altre città italiane, come Bologna, che ha suo rappresentante una vettura costruita nel 1934 dalle Officine Meccaniche della Stanga di Padova, dotata di avviamento automatico. Segue a ruota il tram proveniente dall’Acegat di Trieste, costruito nel 1938 dalla Stanga.
La collezione comprende anche alcuni restauri statici, come nel caso della vettura 197, costruita nel 1880 dalle officine Miani e Silvestri, oggi conservata presso la stazione di Sassi della tranvia a cremagliera Sassi Superga. Nei progetti futuri dell’associazione sono programmati altri restauri, mentre è quasi terminato il lavoro sulla motrice n. 961 dell’Atan di Napoli costruita nel 1934 dalle Officine Ferroviarie Meridionali.Acquistata da Atts nel 2009, a breve la 961 dovrebbe tornare sui binari, a restauro completato.Una menzione particolare merita la vettura 401 di Stefer, costruita nel 1938, primo tram articolato al mondo, in quanto per la prima volta venne messa in opera la ‘giostra Urbinati’, per il collegamento delle due semicasse, realizzate da Stanga. Il sistema venne ideato nel 1938 dall’ingegnere Mario Urbinati, allora direttore tecnico della Stefer di Roma. La vettura, lunga quasi 20 metri, disponeva di tre porte, di cui l’ultima doppia, a grande capacità. Oggi la 401, vero gioiello della tecnica, come del resto tutte le vetture di Atts, sta proseguendo lentamente il meritato restauro.
La collezione vanta anche un autobus, perfettamente restaurato e in ordine di marcia: si tratta di un Fiat 413 Viberti Monotral CV 61, veicolo a tre assi due piani di grande effetto scenico, realizzato in 12 esemplari e subito impiegato sulle linee speciali dell’Expo d’Italia 1961.Mezzo rivoluzionario per l’epoca, dispone di 61 posti a sedere e 141 in totale; due scale permettono l’accesso al piano superiore, una per la salita, l’altra per la discesa, in modo che il flusso di viaggiatori non si incrociasse. Il pianale è ribassato, motore e trasmissione sono sistemati lateralmente, e le sospensioni sono pneumatiche. Il motore di 10676 cc sviluppa una potenza massima di 177 cv, il cambio è di tipo semiautomatico. Dei tre assi, i due posteriori sono motori. Atts lo ha riportato nelle condizioni d’origine, con rifacimento completo della parte meccanica e deisedili imbottiti, di colore rosso. Oggi il mezzo, in condizioni ottime, è di proprietà al cinquanta per cento di Gtt e di Atts.
La collezione Atts è sicuramente oggi una delle principali risorse sia storiche che turistiche di Torino: sui mezzi si può viaggiare sulla linea 7, in servizio al sabato e nei giorni festivi, su un percorso ad anello che tocca anche la stazione ferroviaria di Porta Nuova, e durante le numerose manifestazioni organizzate da Atts nel corso dell’anno.
Oggi a Torino ci sono tram moderni e il parco è in corso di rinnovamento. Sono disponibili le 53 vetture a piano semi-ribassato della serie 5000, costruite nei primi anni Novanta, veicoli molto ben riusciti, i 55 Cityway della serie 6000 costruiti da Alstom nei primi anni 2000, a pianale interamente ribassato, e della inedita lunghezza di 34 metri. Le vetture 2800 ancora in servizio passeranno il testimone ai 70 veicoli Hitachi della serie 8000.
Stefano Alfano