Il Gruppo D’Auria compie 40 anni: «Le generazioni cambiano, la storia (di famiglia e di successo) resta». Intervista a Isidoro e Andrea D’Auria
«Siamo artigiani, siamo sarti, e i vestiti su misura sono sempre stati il nostro forte». Così Andrea D’Auria fotografa una delle marce in più del Gruppo che ha fondato insieme ai fratelli e che oggi vede al timone anche la seconda generazione, in quest’intervista ben rappresentata da Isidoro D’Auria. Una binomio vincente, perché in famiglia […]
«Siamo artigiani, siamo sarti, e i vestiti su misura sono sempre stati il nostro forte». Così Andrea D’Auria fotografa una delle marce in più del Gruppo che ha fondato insieme ai fratelli e che oggi vede al timone anche la seconda generazione, in quest’intervista ben rappresentata da Isidoro D’Auria. Una binomio vincente, perché in famiglia – e in azienda – tutti cercano di far tesoro delle conoscenze altrui, che ha reso la realtà di Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) un carrozziere punto di riferimento in Italia e in Europa. Forte di 40 anni di storia (festeggiati con un logo ad hoc, inserito qui sotto).
Passato, presente e futuro: ecco cosa ci hanno raccontato le due generazioni, sangue anima e cuore del Gruppo.
Dietro alla denominazione “Gruppo D’Auria” si nasconde non solo una famiglia titolare, ma anche una famiglia di imprese…
Andrea: «Il Gruppo D’Auria deve la sua denominazione a un’iniziale triade di aziende che sono state aperte negli anni per far fronte alle richieste del mondo dell’autobus: dalla riparazione, al nuovo, passando per gli usati.
Il tutto ha inizio nel 1983 con la Carrozzeria Autobus D’Auria, specializzata in grandi riparazioni. Dapprima officina autorizzata Padane e poi a metà degli anni ’90 officina autorizzata EvoBus ed OMNIplus. La richiesta di veicoli usati ha permesso poi l’apertura verso la commercializzazione con la fondazione, sempre a metà degli anni 90, della D’Auria srl. La rete di contatti, la professionalità e l’esperienza maturata sul campo, hanno permesso la commercializzazione in circa 25 anni migliaia di autobus e minibus quasi tutti legati al mondo EvoBus. L’ultima nata, nel 2001, è stata la Officine D’Auria srl, azienda dedicata alla costruzione e trasformazione di minibus ed autobus.
Qual è il ruolo della famiglia D’Auria all’interno dell’azienda? Come si sono passati i valori e l’esperienza di generazione in generazione?
Isidoro: «Siamo un’azienda a conduzione familiare. Tutti componenti della famiglia D’Auria partecipano attivamente alla gestione dell’azienda, ricoprendo molto spesso, ruoli di responsabilità all’interno dei vari reparti. L’affiancamento generazione ed il passaggio del testimone sta avvenendo quindi coniugando la spinta innovativa alla lunga esperienza maturata in quarant’anni di storia, alleggerendo sempre più i tre fondatori dalle grandi responsabilità gestionali, lasciando così a noi della seconda generazione sempre più ampi spazi di manovra. Il confronto generazionale è visto come una grande opportunità di crescita da entrambe le parti. Le nuove idee, i nuovi investimenti, le nuove decisioni, vengono discusse e valutate in sintonia, avendo come riferimento sempre la crescita aziendale».
Un passo indietro fino al principio. Passare da operai specializzati a imprenditori è un processo non banale. Quali sfide hanno affrontato i fratelli D’Auria durante questa transizione?
Andrea: «Una sfida enorme, contro tutto e contro tutti. Non è facile riassumere in poche parole quale sia stato lo sforzo imprenditoriale di chi è partito da zero e ha rischiato, investendo tutto quello che aveva, in un progetto visto da molti come da “pazzi”. Il contesto nel quale operiamo è stato spesso ostico verso l’imprenditoria, e solo la caparbietà e la voglia di emergere hanno fatto sì che oggi il Gruppo D’Auria sia oggi una delle aziende di riferimento nel mondo autobus italiano ed europeo. Vincere il pregiudizio che spesso condanna le aziende del Sud non è stato facile, solo con i fatti è stato possibile invertire il volume d’affari che ci vede oggi come azienda fornitrice di autobus e servizi delle principali realtà del Nord, nonostante enormi distanze».
Quarant’anni di storia non possono che portare con sé anche momenti bui. Quale è stato l’impatto del Covid sulle vostre attività e in che modo vi siete strutturati per reagire al mutato contesto economico?
Isidoro: «Il Covid è stata una dura lezione per tutto il settore, dalla quale però siamo riusciti a trarre dei grossi vantaggi organizzativi dovuti soprattutto alla forte ristrutturazione aziendale. Vedere la cancellazione degli ordini, il pressing dei fornitori e contemporaneamente il fermo della produzione nel giro di pochi giorni, ci ha segnato profondamente. Dopo lo shock iniziale, abbiamo analizzato problematiche ed opportunità, affinché l’azione fosse mirata ed incisiva. La pandemia ci ha permesso di ristrutturare i processi aziendali, ci siamo dotati di un dipartimento interno qualità e ci siamo certificati ISO-9001. Abbiamo sfruttato i giorni di fermo per approntare la linea di produzione all’interno del nuovo stabilimento e abbiamo sviluppato in poche settimane un prodotto totalmente nuovo, il Grande Capri Interurbano, per rispondere alla forte domanda di veicoli in Classe II. Parallelamente veniva poi ultimato il progetto Furore da 31 posti su base Daily, una risposta concreta che ci ha permesso oggi di conservare gran parte della forza lavoro e di rispettare tutti gli impegni presi».
Le Officine D’Auria rappresentano l’ingresso del gruppo nella produzione di minibus. Approfondiamo lo sviluppo di questo settore e i fattori chiave che differenziano le Officine D’Auria dai concorrenti?
Isidoro: «Se dovessi elencare i principali fattori che contribuiscono al successo aziendale, potrei riassumerli in quattro: cura dei dettagli, flessibilità produttiva, post-vendita e contatto diretto con i clienti. E c’è da aggiungere altro…».
Prego…
Isidoro: «Il bus è un veicolo che richiede un livello di dettaglio e finitura tipico del mondo automotive, ma che è riposta su dimensioni da truck. Restiamo sempre un’azienda artigianale, quindi possiamo reagire velocemente a grosse richieste o cambiamenti, per cui la flessibilità produttiva è una delle chiavi del nostro successo. Esiste poi una frase che viene ripetuta sempre dai fondatori, ed è la seguente: “Il post vendita è il miglior ufficio vendita di un’azienda”. Assistere i clienti durante la fase di post vendita è per l’azienda una priorità. Non abbiamo una rete di vendita sul territorio al momento, i contatti sono diretti con una persona interna all’azienda e comunque sempre molto vicina alla famiglia D’Auria, ciò da un forte senso di fiducia ai nostri clienti che possono sempre contare su un interlocutore diretto. Tutto ciò ci differenzia dai nostri competitor».
Come il Gruppo D’Auria si è adattato ai cambiamenti del settore, inclusi gli sforzi per il controllo della qualità, la ristrutturazione organizzativa e i progressi tecnologici?
Andrea: «Si discuteva prima del confronto generazionale, ecco l’apertura del dipartimento qualità può essere identificato come la sinergia tra le due generazioni nell’obiettivo di migliorare ogni giorno. Avere oggi un dipartimento che aiuta la produzione a migliorare sempre di più è un grosso vanto e vantaggio; racchiude in sé la voglia di mettersi sempre in discussione, con il perenne obiettivo di migliorare. Durante l’ultimo anno sono stati affrontati grossi investimenti in tecnologie che possano permettere l’ottimizzazione dei processi e l’aumento della capacità produttiva. Dal magazzino verticale al plotter da taglio per la tappezzeria, l’azienda ha creduto nella tecnologia per crescere, nonostante si arrivi da biennio di sofferenza. È questo lo spirito delle aziende che crescono: investire all’interno dell’azienda per migliorare prodotti, processi e condizioni di lavoro dello stabilimento».
Ci può fornire qualche esempio di progetti speciali o personalizzati realizzati da D’Auria per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti?
Andrea: «Siamo degli artigiani e i vestiti su misura sono sempre stati il nostro forte. Tra i progetti più interessanti e blasonati ricordo con piacere il Mini Capri. Grande Capri in miniatura (perdonate il gioco di parole), con una lunghezza di 5.6m costruito e testato esclusivamente per le strade di Capri. Tetto rigido e sfinestrato lateralmente ha in dotazione due tende elettriche per proteggere i passeggeri in caso di pioggia. Il tetto rigido offre poi un’importante protezione dal solleone durante le calde estati capresi. Questo è stato un progetto fortemente customizzato, che solo la nostra flessibilità produttiva ha permesso di realizzare in pochi mesi».
Quali sono le sfide attuali e future che il Gruppo D’Auria si aspetta di affrontare nel settore automobilistico e come vi state preparando per affrontarle?
Isidoro: «La principale sfida che il Gruppo D’Auria dovrà affrontare sta nel mantenere la sua identità. Essere un costruttore di minibus diventa sempre più complicato, coniugare personalizzazione, flessibilità produttiva e contenimento dei costi è la sfida del momento. Solo con l’introduzione delle tecnologie produttive, con il coinvolgimento di maestranze sempre più specializzate e fidelizzate all’azienda, sarà possibile rimanere competitivi in un mercato sempre più ostico, dove la concorrenza estera è e sarà sempre più aggressiva. La sfida della transizione ecologica ci entusiasma sempre di più, la rivisitazione delle tecniche costruttive degli allestimenti sarà molto stimolante e permetterà solo alle aziende più strutturate di rimanere sul mercato».
Ci sono progetti particolari in rampa di lancio? Di prodotto? Partnership?
Isidoro: «Tra i progetti interni spicca sicuramente il Furore da 31 posti, lanciato subito dopo la pandemia ed oggi finalmente in linea di produzione, mentre tra pochi mesi arriverà sul mercato il restyling del Sorrento, Sprinter da 6 metri con 15 posti totali. Progetto fortemente voluto da tutto il Gruppo per rispondere principalmente alle esigenze dei vettori locali che ogni giorno si confrontano con i limiti della Costiera Amalfitana. Siamo poi orgogliosi di comunicare il consolidamento della partnership con Altas Auto, tra i più grandi costruttori europei di minibus. La sinergia con il gruppo lituano ha portato sul mercato italiano un portafoglio di prodotti costruiti sul furgone da 16 a 24 posti. Sempre con loro abbiamo chiuso da un mese l’ultima fare di un ciclo di test sul Vesuvio con il Novus Cityline, a trazione totalmente elettrica. Veicolo particolarmente importate nel segmento minibus urbano ed extraurbano di classe A e B».
Se dovesse immortalare quarant’anni di storia aziendale in un momento, un’immagine, un episodio…cosa ci racconterebbe?
Isidoro: «Beh l’immagine sarebbe quella della prima generazione che dopo quarant’anni è ancora la prima ad aprire i cancelli al mattino e l’ultima a chiuderli la sera. Non si associ questo comportamento ad un eccesso di zelo o ad un eccessivo stacanovismo, bensì si legga in esso il monito e l’esempio che i fondatori danno a tutti quelli che dopo di loro verranno. L’eredità che la seconda generazione raccoglie dalla prima è proprio questo, il senso del lavoro. Il rispetto degli impegni presi nei confronti di chi collabora quotidianamente allo sviluppo aziendale, dai clienti ai fornitori, dal management ai collaboratori. Strumenti diversi tra solo, ma che sotto la direzione di un giusto direttore d’orchestra, si sincronizzano all’unisono suonando una melodia perfetta».