Gli autisti alla prova del Coronavirus. Il caso Lione. Paura di ammalarsi?
di Gianluca Celentano (conducente bus) Mentre i sindacati di categoria si stanno mobilitando a tutela dei lavoratori per l’emergenza Covin19, il Coronavirus, osservando anche le più piccole realtà aziendali, tra gli autisti si respira il terrore di marcare visita. In particolare questo timore lo si avverte nelle società più piccole ma non è una regola, […]
di Gianluca Celentano (conducente bus)
Mentre i sindacati di categoria si stanno mobilitando a tutela dei lavoratori per l’emergenza Covin19, il Coronavirus, osservando anche le più piccole realtà aziendali, tra gli autisti si respira il terrore di marcare visita. In particolare questo timore lo si avverte nelle società più piccole ma non è una regola, infatti non è un segreto che spesso una stretta di mano tra autista e titolare possano evitare dovuti e importanti passaggi contrattuali quando in ballo c’è la precarietà.
Un ricatto psicologico a spese degli autisti
Seppur i partner di Flixbus riscontrino un buon feedback nel comparto, è anche vero che il caso del malore del collega partito da Milano alla volta di Lione sulla linea Flixbus, mette in evidenza tutta una serie di aspetti legati spesso anche alla precarietà. È inutile nascondere che una sorta di ricatto morale o terrorismo psicologico nei confronti degli autisti è avvertibile negli ultimi anni, in particolar modo in quelle aziende sprovviste di personale aggiuntivo di scorta. Insomma tensioni interne già di prima mattina che si sommano alla frenesia quotidiana, anch’essa sicuramente poco comprensiva verso gli autisti.
Milano e Coronavirus, trasporto pubblico semivuoto
A Milano il trasporto pubblico è regolare nonostante le attese alle fermate siano un po’ più lunghe del solito e i bus viaggiano con un terzo del loro abituale carico; realtà analoga per i servizi privati di shuttle. Diversi autisti hanno scelto di guidare con una mascherina ffp 3 acquistando di tasca propria anche gli igienizzanti per le mani; qualcuno in questo contesto guida addirittura con i guanti.
Quante volte è capitato di sentire passeggeri seduti nella prima fila, tossire senza sapere se avevano preventivamente e per educazione, coperto la bocca con una mano. “Noi guidiamo e guardiamo la strada, al limite possiamo solo abbassare di qualche centimetro il nostro finestrino per cambiare l’aria, ma nulla di più”. Questa è la risposta rassegnata dei colleghi delle più disparate realtà del trasporto con autobus; molti però sostengono di non essere ancora al corrente di direttive da parte del loro datore di lavoro, ma solo di quelle comunicate dai mass media. Gli interessi prima della salute? Una situazione di grande imbarazzo e fastidio per il conducente.
Posto guida separato, un argine contro il Coronavirus nel trasporto pubblico?
La paretina di plexiglass alle spalle del conducente all’estero è molto frequente mentre qui da noi è solo su richiesta all’allestitore o costruita artigianalmente dall’azienda, ma farà davvero riflettere se l’ufficializzazione di questo piccolo particolare, peraltro molto richiesto dai conducenti, prenderà piede solamente dopo questa emergenza virale.