Serve un equilibrio tra pianificazione, riforme e investimenti, i tre pilastri per un salto di qualità su infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile. Queste le parole, questo il mantra del titolare del Mims Enrico Giovannini, che – intervenendo al convegno per il trentennale di Agens, l’Agenzia confederale dei Trasporti e Servizi del sistema di Confindustria – sembra porre l’accento soprattutto sul tema delle riforme, dal tpl alla rigenerazione urbana.

Verso la rivoluzione del tpl

«Sono i tre pilastri, ugualmente importanti, anche se combinarli non è semplicissimo», ribadisce il ministro, su cui si evolve il nuovo allegato Infrastrutture e Trasporti al Documento di Economia e Finanza. E sul fronte delle riforme, il titolare del dicastero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili si sofferma sulla legge delega per il Tpl, e sulla necessità di creare le condizioni per far fare alle aziende del trasporto pubblico locale «le capacità di fare il salto tecnologico e organizzativo che è richiesto, perché una riforma non è soltanto aggregazioni, ma anche salto tecnologico. Ecco allora perché, continua Giovannini, serve «un quadro regolatorio in grado di consentire alle imprese di offrire molto di più, perché noi siamo sotto gli altri Paesi in termini di uso del trasporto pubblico locale, quindi abbiamo veramente la necessità dio fare un grande salto, come quello sulla mobilità delle merci».

Ma «le riforme non sono soltanto sul lato dei trasporti o della mobilita», evidenzia Giovannini: ci sono anche riforme come quella sulla rigenerazione urbana «che èferma in Parlamento a causa dei contrasti tra noi e il ministero dell’Economia e delle Finanze: non dico nulla di particolare, è uscito già sui giornali. Noi stiamo tentando in tutti i modi di spingere in questa direzione, superando una serie di resistenze, perché senza rigenerazione urbana non c’è un ripensamento della mobilità».

C’è poi, infine, poi «il tema dei rapporti tra le parti sociali, cioè del contratto che non si riesce ad avviare. Io quindi invito, e non è la prima volta – dice in ultimo il ministro – le associazioni imprenditoriali a sedersi a tavolo con le organizzazioni sindacali per trovare la quadra».

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