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Bruno Lombardi, presidente di Autolinee Toscane, la società che fa capo alla francese Ratp, ha scritto una lettera aperta dai toni duri ad Andrea Zavanella,  presidente del consorzio di imprese locali Mobit. Missiva inviata anche alla giunta e al consiglio regionale, ai sindaci e ai Presidenti di provincia e alle organizzazioni sindacali. Lombardi chiude intimando a Zavanella di attenersi «alla realtà fattuale, rilasciando dichiarazioni complete e rispondenti a verità».

Egregio Presidente,

abbiamo appreso e letto comunicati, notizie di agenzia e resoconti della conferenza stampa dello scorso 20 dicembre. E purtroppo non possiamo non rilevare come la narrazione della vicenda, legata all’esito della gara regionale per individuare il gestore del servizio di trasporto pubblico, sia stata rappresentata in maniera parziale e non rispondente ai fatti.

Sostenere le proprie ragioni è cosa del tutto legittima. Beninteso, se queste vengono difese in modo corretto e senza omissioni.

Spiace constatare l’ostinazione nel criticare una sentenza fuori dalle aule di Tribunale e quando ancora avvocati e giudici sono al lavoro, solo perché contraria agli interessi di Mobit.

Noi siamo interessati a mantenere questa vicenda sui binari della correttezza. Non ci anima nessun risentimento personale. A guidarci è solo il bisogno di trasparenza. Il Tpl è un servizio pubblico essenziale, rappresenta la seconda voce di spesa nel bilancio della Regione. Cittadini, utenti e personale hanno il diritto di ricevere informazioni “vere” dal management.

Per provare ad uscire da questa spirale urge rimettere le cose al loro posto. Ci siamo permessi, pertanto, di riprendere alcune affermazioni, tratte dalla conferenza stampa, comunicati e interviste, riportando accanto, non le nostre opinioni, ma i relativi passaggi sia della sentenza del Tar che della relazione del Consulente, insieme ad alcuni dati di fatto.

1. E’ stato detto che i francesi di Ratp “hanno un’esperienza di gare abbastanza scarsa visto che è dal 1948 che lavorano in affidamento diretto a Parigi senza bisogno di fare gare”.

NON È VERO. Solo negli ultimi 5 anni abbiamo partecipato a quasi 100 gare in 15 paesi del mondo (di cui 29 nei soli Paesi europei). Oltre che in Francia gestiamo i servizi (bus, metro, treno e tram) in Italia, Svizzera, Inghilterra, Algeria, Brasile, Cina, India, Marocco, Arabia Saudita, Sud Africa, Sud Corea, Filippine, Qatar e Usa. Il Gruppo Ratp è il 5° operatore al mondo nel settore del trasporto pubblico, con 58mila dipendenti e un fatturato di 5 miliardi di euro.

2. E’ stato affermato: “Riteniamo anche insoddisfacente le motivazioni della sentenza circa le censure di Mobit in ordine alla mancanza di requisiti di partecipazione da parte di AT. Censure talmente fondate da dover essere accolte sulla base della normativa nazionale e per effetto di quella europea”.

NON È VERO. Lo dice con chiarezza la sentenza del Tar (molto approfondita tanto da dedicare al tema ben 20 pagine), a pag. 10: “Le censure di Mobit sono infondate” e poi ancora a pag. 25: “Ratp non incorre in alcuno dei divieti di partecipazione invocati da Mobit. Non in quello stabilito dall’art.5 del Regolamento europeo, né in quello posto dall’art.18 del decreto legislativo 422 del 1997, come modificato per effetto delle modificazioni della legge 147/2013”.

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3. E’ stato dichiarato: “Mobit e le sue consorziate sono le uniche che possono garantire vera rispondenza alla domanda di trasporto delle comunità locali”.

NON È VERO. E non lo diciamo noi ma le cronache quotidiane dei continui disservizi: corse annullate e superaffollate, frequenti ritardi, guasti dei bus, studenti lasciati a piedi, 2 autobus sequestrati perché non a norma, assenza di investimenti, 6 bus incendiati nell’ultimo anno, esternalizzazione dei servizi per mancanza di bus e di personale, numerose proteste dei sindacati (5 gli scioperi nel corso del 2016) e raccolte di firme dei pendolari.

4. Si dice: “Il Tar in sostanza ha dato ragione a noi”.
NON È VERO. La sentenza del Tar a pag. 75 afferma invece: “L’offerta presentata dalla ricorrente principale Mobit, avrebbe dovuto a sua volta essere esclusa e non può, pertanto, subentrare nell’aggiudicazione”.

5. Si dice: “Mobit ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che esclude ingiustificatamente la sua offerta”.
NON È VERO. La sentenza del Tar a pag. 74 è chiara: “L’offerta di Mobit, il cui Pef esibisce un valore dell’indice Dscr superiore all’unità ottenuto grazie all’estensione del periodo temporale di riferimento per ben 10 anni successivi alla scadenza della concessione, avrebbe, dunque, dovuto essere esclusa dalla gara, alla stregua di una corretta interpretazione delle linee guida”.

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6. E’ stato affermato: “La nostra offerta è corretta, il Pef rispetta le prescrizioni del bando di gara (è la stessa relazione del consulente tecnico nominato dal Tar che lo afferma) e un’altra gara non serve perché l’unico vincitore è Mobit”.

NON È VERO. Lo dice il Consulente nella sua relazione a pag. 30: “Si sollevano dubbi sull’eventuale bancabilità di un progetto che prevede il rientro 10 anni dopo il termine della concessione, tenendo conto dell’incertezza riguardante il presupposto stesso di esistenza dei flussi di cassa operativi”. E poi, come se non bastasse, a pag. 31 ribadisce: “Al fine della valutazione sull’attendibilità del metodo di calcolo è tuttavia da considerare che il Pef presentato da Mobit potrebbe non essere concretamente realizzabile”. E ancora poche righe dopo “il riferimento ad un periodo temporale eccedente la durata della concessione può ingenerare rilevanti dubbi sulla sostanziale attendibilità dei flussi finanziari”.

7. E’ stato dichiarato: “Buone notizie anche per loro (i dipendenti, ndr), che si vedrebbero riconosciute le maggiori tutele previste dall’offerta di Mobit (maggior numero di occupati e nessuna trattativa individuale per incentivare all’esodo), nonché mantenimento certo in servizio di tutti gli attuali dipendenti e non solo di quelli in forza al 31/08/2013”.

NON È VERO. Lo dimostra con chiarezza la sentenza del Tar a pag.55: “Nel periodo compreso tra il primo e il quinto anno di vigenza contrattuale, il Pef di AT prevede una riduzione di 454 unità di personale, dato apparentemente superiore a quello di Mobit, che prevede una riduzione di 370 unità, ma a partire da un numero iniziale più basso (per Mobit il personale al primo anno è pari a 5.210 unità, contro le 5.352 di AT); se, poi, il calcolo viene effettuato a partire dal totale degli addetti quale risultante dalla ricognizione al 31 agosto 2013, e riportato negli atti di gara come pari a 5.455, la riduzione prevista da Mobit finisce per risultare, al quinto anno di contratto, anche più consistente di quella prevista da AT (615 unità in meno per Mobit contro le 557 di AT).

Gentile Presidente,
auspichiamo che in futuro si attenga alla realtà fattuale, rilasciando dichiarazioni complete e rispondenti a verità.

La nostra azienda fa parte di un gruppo internazionale che ha dimostrato di avere esperienza e professionalità in grado di gestire meglio i servizi e a costi assai più contenuti; in grado di portare in Toscana 563 milioni di investimento per qualificare l’offerta del trasporto toscano ai livelli europei e facendo risparmiare alla Regione ben 8 milioni all’anno (650mila euro ogni mese).

Questi sono i fatti. Possiamo garantire che abbiamo risorse e competenze in grado di rispettare, nei tempi e con i costi previsti, tutti gli impegni che ci siamo assunti, a partire da quello del mantenimento del posto di lavoro di tutti i dipendenti.

Contando sulla Sua sensibilità Le invio i più distinti saluti,

Il Presidente di Autolinee Toscane Ing. Bruno Lombardi”

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