Gara Consip, la lettera: «Più importanza agli allestimenti che ai costi»
Il dibattito sulla gara Consip prosegue. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nuova lettera pervenutaci sull’argomento. Ad aprire lo scambio di opinioni era stato un contributo arrivato a fine maggio, alla quale era pervenuta pochi giorni dopo risposta. Rimane valido l’invito ad inviare ad AutobusWeb opinioni e contributi sul tema. Sono un dipendente di un’azienda di trasporto […]
Il dibattito sulla gara Consip prosegue. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nuova lettera pervenutaci sull’argomento. Ad aprire lo scambio di opinioni era stato un contributo arrivato a fine maggio, alla quale era pervenuta pochi giorni dopo risposta. Rimane valido l’invito ad inviare ad AutobusWeb opinioni e contributi sul tema.
Sono un dipendente di un’azienda di trasporto pubblico e spesso contribuisco alla redazione dei capitolati d’appalto per l’acquisto di autobus. Avendo sentito della volontà da parte del Governo di ridurre il numero di stazioni appaltanti, anche mediante l’utilizzo delle convenzioni Consip, ho letto con interesse alcuni interventi su questo argomento e, incuriosito dalle critiche mosse al capitolato di gara, ho scaricato da internet la documentazione redatta dall’amministrazione pubblica.
Premetto alcune considerazioni: la Direzione dell’azienda per cui lavoro, che naturalmente beneficia di un contributo regionale per ogni autobus nuovo, ci ha sempre lasciati piuttosto liberi di determinare, anche grazie alle prove su strada ed all’esperienza maturata negli anni di esercizio, i criteri per l’attribuzione dei punteggi tecnici ai fini di individuare l’offerta “economicamente più vantaggiosa” come da Codice degli Appalti, purché non vi fossero eccessivi squilibri o inutili sprechi di denaro. Inoltre, negli anni abbiamo cercato di rendere Specifiche Tecniche e Capitolato d’Oneri sempre più leggeri dove non serviva, o più precisi dove era opportuno, anche perché il valido documento redatto da ASSTRA, purtroppo, si è gradualmente riempito di pleonastici richiami a normative europee necessariamente già recepite dai fornitori (se l’autobus è omologato, decine di regolamenti e direttive sono ovviamente rispettate) nonché di inutili e/o risibili richieste costruttive che risalgono ai tempi dell’Effeuno o che sono frutto della mente di qualche tecnico che vuole evidentemente dimostrare il suo apporto alla Commissione…
La gara Consip non riduce i costi
Fatte queste premesse, il nostro principale obiettivo nelle gare è sempre stato quello di ridurre tutti i costi non necessari, consapevoli che garanzie, penali, corsi, documenti, manuali, computer, impianti ausiliari, ecc. contribuiscono all’aumento del prezzo finale dell’autobus il quale rischia di essere magari un “bidone” poco efficiente, ma pieno di accessori. E se il nostro metodo ha dato fino ad ora buoni frutti (non abbiamo UN fornitore preferenziale che fa il prezzo che vuole ma ne abbiamo 2 o 3, “costretti” a praticarci tra i prezzi più bassi a livello nazionale) mi pare che la linea seguita da Consip vada invece nel senso opposto. Ricordo a tale proposito la gara EAV Campania di una decina di anni fa: non autobus per portare persone, ma “scatole semoventi” dove montare avanzatissimi sistemi di telerilevamento e gestione elettronica della bigliettazione (funzionanti?). A dire il vero, nel caso di Consip molti accessori vengono richiesti correttamente in quotazione separata (e forse era meglio toglierli completamente) ed è stata data più importanza alle caratteristiche ed agli allestimenti dei veicoli. Ciò che invece è assurdo è l’onerosità del capitolato: dalle penali al full-service (che include inspiegabilmente l’urea), dalle fidejussioni ai collaudi (con tanto di “gite” per le varie commissioni), dai pagamenti posticipati e garantiti da nessuno all’attrezzatura speciale (magari già posseduta dalle aziende ma comunque da fornire). In compenso non vi è alcuna valutazione in merito all’effettiva qualità dell’autobus (forse perché non vi sono tecnici qualificati?): nessuna prova di guida, nessuna verifica sull’accessiblità agli organi meccanici, nessuna valutazione degli spazi interni, nessuna analisi sui materiali utilizzati e sull’assemblaggio… Il tutto per una convenzione che da una parte non fornisce al costruttore la certezza di fatturare nemmeno un veicolo e dall’altra lascia (o obbliga?) l’azienda di trasporto di acquistare un autobus con allestimento imposto (e magari poco adatto al proprio servizio) e verosimilmente più caro di almeno il 20% del valore di mercato, con in più l’obbligo di strutturarsi per la cervellotica gestione delle garanzie o, peggio, del full-service. Ma il computer per la diagnostica è “gratis”.
Costi a carico del fornitore
Infine un appunto sul “costo” percentuale della convenzione: anch’essa a carico del fornitore (e quindi aggiunta sul prezzo del veicolo). Ma se uno degli scopi della convenzione è quello di far risparmiare i costi di gara alle aziende, perchè non chiedere alle aziende di trasporto di partecipare? Forse Consip ha paura di non vedere mai quei soldi (visto lo stato di salute di alcune società, soprattutto nel centro-sud Italia)? Il futuro mi auguro che non sia questo. Forse sarebbe da seguire l’esempio di quelle Regioni che erogano un contributo per i servizi comprensivo di rinnovo del parco circolante (vedi Friuli Venezia Giulia) oppure, se si vuole veramente acquistare in modo centralizzato, affidare in noleggio gli autobus (consentito tra l’altro dalla recente modifica al CdS). La convenzione Consip, così com’è, rischia di finire molto male: o va deserta, o nessuno la utilizza. Se dovesse invece aver seguito, sarebbe interessante sentire il parere dell’ANAC quando risulteranno prezzi fuori mercato, pur non gonfiati. Ma a quel punto l’ANAC avrà già beneficiato dei versamenti per i “CIG”…
Lettera firmata