di Gianluca Celentano (conducente bus)

Sarebbe azzardato avanzare dei pronostici sul futuro delle micro societĆ  in un momento dove lā€™evoluzione delle esigenze di trasporto pubblico, dalle tecnologie emergenti e dalle politiche governative ĆØ in una costante e continua evoluzione, seppur il confronto fra comuni e limitazioni ĆØ spesso demoralizzante.

ƈ invece doveroso ricordare lā€™importante aiuto che i “padroncini” hanno offerto durante (la dimenticata) pandemia Covid 19 ponendosi una domanda: con lā€™inquietante quadro geopolitico attuale, saremmo pronti nellā€™affrontare altre emergenze? Non dimentichiamo che le prime risposte al comparto bus durante la pandemia sono arrivate con troppi mesi di ritardo e lunghe proteste delle associazioni. Qualcuno ĆØ rimasto escluso (e arrabbiato), altri hanno avuto la possibilitĆ  di convertire il proprio lavoro in tpl.

Autisti competenti e risorse

Alla luce di una forte mancanza di motivazione verso il mestiere dellā€™autista, potrebbe comunque  esserci spazio e personale per unā€™ipotetica nuova emergenza per tutte le ā€œspecialitĆ ā€ del settore bus, osservando lā€™utilitĆ  nei collegamenti in aree rurali e meno servite, nei servizi urbani, regionali e aeroportuali.

Sono proprio le piccole realtĆ  di autobus a soffrire maggiormente la mancanza di conducenti professionali, a cui si aggiungono le aziende del tpl, in particolare al nord dove il costo della vita ĆØ superiore; sono soprattutto loro che non riescono a tenersi stretti i conducenti…

Appurato questo punto, ĆØ necessario riportare un aspetto che ridonda nei piazzali come alternativa al lavoro sui camion: metter mano al contratto nazionale autoferro e noleggio, rendendolo piĆ¹ consono alla odierna realtĆ .

Esiste una buona fetta di conducenti con anni di esperienza che sta seriamente pensando di mettersi in proprio. Questo significherebbe lā€™apertura di una partita Iva e lā€™acquisto di un bus, ma anche di un auto ncc da alternare al torpedone. A questo punto che fine farebbero i padroncini totalmente sguarniti di autisti?

Il ruolo che qualcuno prospetta per le piccole societĆ  ĆØ quello dellā€™intermediario, preposto ad acquisire clienti e proporre servizi appaltati al freelance. Mi viene spiegato che lā€™interesse dei piccoli vettori si concentra maggiormente sui servizi fissi appaltati, una garanzia.

Gli autisti extra UE saranno la soluzione?

Sempre stando ai folcloristici discorsi di piazzale che trasmettono una certa competenza, emerge che diversi piccoli imprenditori si stanno orientando a subaffittare appartamenti ai conducenti per rendere piĆ¹ allettanti le loro offerte di lavoro. La ricerca non ĆØ piĆ¹ solo indirizzata agli autisti italiani, ma si estende a quelli extra Ue.

Lā€™aspetto legato al conducente extra Ue ĆØ sostanzialmente sulla comunicazione e comprensione. PuĆ² essere vero che la poca conoscenza in materia contrattuale spinga qualche vettore a offrire salari al ribasso e a fare il ā€œfurboā€, ma ĆØ anche vero che molti colleghi di altri Stati non sono affatto ingenui, sapendo che proprio lā€™Italia ĆØ uno di Paesi meno generosi nelle retribuzioni. Se questo fosse il trend futuro, sul piazzale e fra gli imprenditori cā€™ĆØ chi da qualche anno si pone domande sulla qualitĆ  futura del comparto.

Per mia esperienza anche sui camion, posso sostenere di aver percepito negli autisti extra Ue un forte senso di solidarietĆ  da noi sparito da anni e genuina riconoscenza. Forse il problema risiede principalmente nellā€™onestĆ  etica del singolo vettore piĆ¹ che del lavoratore e, a scanso di equivoci, ĆØ opportuno segnalare che il programma di controlli sulle strade RoadPol Truck & Bus, ha registrato a febbraio di questā€™anno per i bus, un tasso di violazioni quasi del doppio rispetto al 2023.

Forse puntare maggiormente sugli autisti di comprovata esperienza ĆØ meglio che acquistare un superfluo nuovo bus per mera propaganda di marketing? 

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