Fondo Nazionale Trasporti, l’allarme di Agens, Anav e Asstra: «Servono 1,6 miliardi per autobus, tram e metro»
L’ennesimo grido di aiuto lanciato da Agens, Anav, Asstra. L’allarme, in coro, delle tre principali associazioni di categoria è sull'”inadeguatezza delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti Comuni, in difficoltà a fare fronte ai costi”, a causa di entrate che si sono ridotte per il Covid, prima, e, poi, per lo smart working. Che hanno invogliato […]
L’ennesimo grido di aiuto lanciato da Agens, Anav, Asstra. L’allarme, in coro, delle tre principali associazioni di categoria è sull'”inadeguatezza delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti Comuni, in difficoltà a fare fronte ai costi”, a causa di entrate che si sono ridotte per il Covid, prima, e, poi, per lo smart working. Che hanno invogliato sempre più gli italiani a scegliere sempre più il mezzo privato rispetto a quelli pubblici.
Come scritto da Il Sole 24 Ore, nel 2022 in Italia la domanda di trasporto pubblico è crollata del 21% e, per fare un esempio, a Milano nel 2022 sono venuti meno tra i 200 e i 250 milioni di passeggeri che hanno determinato mancati introiti per 100 milioni di euro. Nel 2023, invece, le stime provvisorie parlano di una domanda calata del 12%.
Nonostante la potenza di fuoco del Fondo Nazionale Trasporti sia importante – 5 miliardi di euro – questo pozzo di denari non basta più e non ci sono altri modo di rimpinguarlo se non scavare più a fondo. I costi delle aziende di trasporto sono lievitati – pensiamo ai caro carburante – e i 5 miliardi non sono più sufficienti per coprire i costi operativi e di servizio (e quelli per eventuali investimenti)
Il Fondo Nazionale Traporti
Ripassiamo un po’ la storia. Il Fondo Nazionale Trasporto è stato creato nel 2012 con una dotazione annua di circa 5 miliardi di euro, al quale veniva venivano iniettato, di anno in anno, qualche centinaia di milioni di euro. Nel 2017 si è provato a ripensare il sistema, ripartendo in fondi alle Regioni in base a criteri di efficienza; insomma, da una sintesi tra costi standard e livelli adeguati di servizio all’utenza. Ma non solo: la riforma indicava la necessità di liberalizzare il settore, spronandolo a mettere a gare i servizi di tpl e penalizzando chi si avrebbe continuato a scegliere la strada degli affidamenti in house (sul numero di AUTOBUS di marzo abbiamo dedicato un’inchiesta). Peccato però che quella forma sia rimasta tale solo sulla carta…
E così ancora oggi il FNT ontinua a erogare i finanziamenti alle Regioni sulla base di una vecchia tabella che fotografa la spesa storica, come ricordare sempre il quotidiano di Confindustria.
Commissione Trasporti, accordo bipartisan su potenziamento fondo tpl
Un mese fa in Commissione Trasporti della Camera dei deputati è stato raggiunto un accordo bipartisan per il potenziamento del fondo destinato al tpl: un rifinanziamento di 1,6 miliardi di euro. L’emendamento chiede di incrementare la dotazione annua del fondo tpl per almeno 700 milioni di euro al fine di consentire alle imprese di sostenere l’aumento dei costi dei fattori produttivi e 900 milioni annui per coprire i maggiori costi del nuovo contratto dei lavoratori del settore, come espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, guidata da Massimiliano Fedriga, dalle principali associazioni di settore come Agens, Anav e Asstra, oltre che dai sindacati.
Arrigo Giana, presidente Agens, ha dichiarato: «Il settore dei trasporti vive una situazione delicata. Oltre alla necessità e urgenza di maggiori risorse è necessario un cambio di paradigma. Serve una trasformazione del sistema con un progetto di aggregazioni che favorisca la creazione di campioni nazionali. Il nostro deve diventare un vero e proprio settore industriale, oggi sconta un’eccessiva frammentazione che lo rende vulnerabile; è questa la strada da intraprendere per mantenere un ruolo chiave e competere su scala internazionale, come oggi il mercato richiede». Ecco, il mercato: liberalizzare, fare le gare…