Flixbus – Busitalia Fast, il tedesco non ci sta
A seguito delle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Busitalia Simet Mariella de Florio, secondo cui l’obiettivo del servizio Busitalia Fast “è ampliare e incrementare la rete di mobilità integrando i diversi sistemi di trasporto, concorrendo e confrontandoci con regole certe nel libero mercato con tutti gli operatori e i competitor” Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, […]
A seguito delle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Busitalia Simet Mariella de Florio, secondo cui l’obiettivo del servizio Busitalia Fast “è ampliare e incrementare la rete di mobilità integrando i diversi sistemi di trasporto, concorrendo e confrontandoci con regole certe nel libero mercato con tutti gli operatori e i competitor” Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, commenta: “Il desiderio di concorrere e confrontarci con regole certe nel libero mercato è anche il nostro desiderio. Il nostro obiettivo rimane e rimarrà quello di offrire un servizio di qualità ovunque, e continueremo a dimostrare di saperlo fare meglio degli altri. Può venire a mancare però la condizione preliminare, e che cioè questo libero mercato sia davvero garantito, come dimostra la nuova norma anti-flixbus approvata alla Camera: un pasticcio da risolvere. Per noi l’importante è che sia fatta salva la libera concorrenza e che sul mercato si giochi ad armi pari e di fronte all’imparzialità del legislatore. Mi aspetto che il Governo continui a farsi garante di questa condizione”.
Flixbus e BusItalia si fronteggiano
Busitalia Fast guarda all’Europa: la neonata creatura frutto del passaggio a Busitalia del 51 per cento dell’azienda calabrese Simet ha come orizzonte non solo le strade della penisola ma bensì il mercato del Vecchio continente, dove il rivale risponde a un solo nome: Flixbus. Entro fine anno saranno aggiunte ulteriori tratte alle attuali, che collegano 90 città tra Italia e Germania, con capillarità nel territorio di casa Simet.
Busitalia Fast proiettato verso l’Europa
Lanciato a fine aprile al Bus2Bus di Berlino, il servizio Fast, recita una nota diramata dagli uffici di Busitalia, offre servizi di trasporto competitivi su scala nazionale ed europea, con elevati standard di sicurezza e innovazione, e l’obiettivo di diventare, udite udite, il principale player europeo. Attualmente Busitalia Fast collega ogni giorno 15 regioni italiane e oltre 90 città nel Belpaese e Germania con una flotta di 60 autobus di ultima generazione. L’anzianità media dei mezzi? Sei anni. Tutti i bus sono dotati di climatizzazione, prese di corrente e usb, wi-fi, sedili reclinabili, ampi spazi, toilette a bordo.
Obiettivo integrazione dei trasporti
Non finisce qui: Busitalia Fast offre anche un’integrazione con altre modalità di trasporto, flessibilità dei servizi, pianificazione di nuovi collegamenti, canali di vendita veloci, innovativi e integrati con i modelli più attuali di customer experience (pianificazione del viaggio, disponibilità dei posti, biglietteria integrata, connessione con i sistemi di sharing economy). «I dati del primo semestre 2017 – sottolinea Stefano Rossi, Amministratore Delegato di Busitalia-Sita Nord (intervistato da Autobus un paio di mesi fa) – confermano la costante crescita di domanda del mercato e il significativo interesse che abbiamo registrato sulla nostra operazione industriale dopo la presentazione del nuovo servizio Busitalia Fast in aprile a Berlino. Risultati che confermano la valenza del piano di sviluppo programmato per i prossimi tre anni. Entro fine 2017 – prosegue Rossi – attiveremo nuove collegamenti nel Nord Italia. Stiamo sviluppando, come previsto dal pilastro mobilità integrata del Piano industriale 2017-2026 di Fs Italiane, sinergie con le altre aziende del Gruppo Fs per offrire ai clienti maggiori opportunità e servizi per gli spostamenti door to door dal punto di partenza alla destinazione finale utilizzando solo ed esclusivamente i sistemi di trasporto collettivo».
La nuova era di Simet, con Busitalia
Ecco le parole di Marcella De Florio, amministratore delegato di Bustaia Simet: «Simet, dopo 70 anni di presenza nel mercato, con Busitalia Fast vuole diventare un azienda italiana di respiro europeo. La strategica partnership con Busitalia-Sita Nord nasce da un importante progetto industriale valutato e voluto dal Gruppo Fs Italiane. Il nostro obiettivo è ampliare e incrementare la rete di mobilità integrando i diversi sistemi di trasporto, concorrendo e confrontandoci con regole certe nel libero mercato con tutti gli operatori e i competitor».
E Matteo Renzi si schiera con Flixbus
Matteo Renzi sta con Flixbus. Mentre un nuovo emendamento, analogo a quello pubblicato sul Milleproroghe e poi abrogato, è stato approvato con la manovra fiscale, l’azienda tedesca ha incassato la fiducia del segretario del Pd, che ha affermato la propria contrarietà all’emendamento, peraltro proposto proprio da una parlamentare Pd.
Emendamento anti-Flixbus? Non proprio, ma quasi
L’emendamento introduce (re-introduce, dato l’episodio del Milleproroghe) l’obbligatorietà, per l’azienda capofila di un’associazione temporanea di imprese (ati), di svolgere attività di trasporto. Il modello di business messo in campo da Flixbus in Italia prevede che le ati autorizzate a circolare abbiano proprio la piattaforma verde fluo (che si occupa di biglietteria, marketing, comunicazione) come capofila, col vettore in “seconda posizione”. Flixbus potrebbe ottemperare a un simile emendamento scambiandosi di ruolo con il vettore.
Combattere Flixbus con la concorrenza
Il parere di Renzi è stato espresso durante una diretta video: «Bisogna fare meglio di Flixbus, non impedirgli di lavorare». Era stato lo stesso Incondi a rivolgere un appello all’ex presidente del consiglio. Che ha aggiunto: «Pieno sostegno per chi viene in Italia per portare elementi di concorrenza. A Flixbus bisogna rispondere facendogli concorrenza, non mettendogli dei vincoli». Chiuderla? «Sarebbe una follia. Siamo dalla parte della libertà, se qualcuno fa meglio ovviamente siamo contenti». La manovra è passata con la fiducia alla camera e al senato. Non resta, volendo eliminare la norma, che l’approvazione di un provvedimento ad hoc con tempi e modalità che al momento nessuno sa indicare. Sarebbe il secondo dietrofront.