Filobus, tra l’unicità di Lecce e l’addio di Bari: è una questione barocca
Il filobus a Lecce ha tutte le carte in regola per essere competitivo, e può, anzi, deve essere una risorsa ad emissioni zero, come avviene già in diverse città europee di dimensioni e caratteristiche simili. Non altrettanto fortunato, invece, il destino della storica rete filoviaria di Bari, inaugurata nel 1939 e oggi non funzionante. Il […]
Il filobus a Lecce ha tutte le carte in regola per essere competitivo, e può, anzi, deve essere una risorsa ad emissioni zero, come avviene già in diverse città europee di dimensioni e caratteristiche simili. Non altrettanto fortunato, invece, il destino della storica rete filoviaria di Bari, inaugurata nel 1939 e oggi non funzionante.
Il filobus a Lecce
La città di Lecce, principale centro urbano del Salento, è attualmente l’unica città pugliese ad avere in esercizio una rete filoviaria. Infatti, grazie ai contributi previsti dalla legge 211/92, la ‘capitale del Barocco’ ha potuto beneficiare di una nuova rete filoviaria, aperta nel 2012. Pur essendo completata la costruzione della rete già nel 2009, e le vetture in buona parte consegnate, l’inaugurazione avvenne tre anni dopo. La prima linea, numerata 29, fu aperta nel gennaio 2012 e collegava la stazione ferroviaria a Porta Napoli, passando per il centro storico, toccando viale Otranto, i giardini pubblici Garibaldi, via Michele da Pietro. Nel 2013 furono attivate le linee circolari 30 e 31 (rispettivamente circolare sinistra e destra), che dalla stazione (fermata in viale Oronzo Quarta) percorrevano i viali Marche, Rossini, Japigia, Foscolo, Calasso, Gallipoli (in pratica la circonvallazione cittadina), con ritorno in stazione. L’anno successivo fu messa in esercizio la linea 27, che collegava il City Terminal all’Ecotekne, il polo scientifico dell’Università del Salento; parte del percorso, da via Monteroni (zona tangenziale) al Campus Universitario veniva effettuato in marcia autonoma.
L’infrastruttura filoviaria è di ultima generazione, con bifilare ancorato alle sospensioni (modello Kummler & Matter). La gestione del servizio è a cura di Sgm (Società gestione multipla). Le frequenze variavano da 16 a 30 minuti circa, per la linea 27 da 20 a 60 minuti.
La flotta è ancora oggi composta da 12 filobus bimodali da 12 metri, modello A330 T, costruiti da Van Hool con parte elettrica Kiepe e motogeneratore diesel Euro IV. Macchina molto robusta, oltre che dal design gradevole, è dotata di pianale ribassato ed impianto di climatizzazione; esemplari simili sono in esercizio a Chieti, e nella versione da 18 metri lavorano a Milano, Genova, Rimini.
Smantellamento? No, rilancio!
La percezione del filobus da parte del pubblico non fu ottimale, erano contestati gli alti costi di esercizio e la presenza del bifilare nel centro cittadino. Si ritenne la rete sovradimensionata, oltre che poco utilizzata, e nel corso del 2017 fu intavolata una trattativa tra il Comune di Lecce e il Ministero delle Infrastrutture ed i trasporti per lo smantellamento dell’intero bifilare, trattativa mai approdata a buon fine, data l’esistenza di un mutuo attivo fino al 2035. Non potendolo smantellare, il filobus fu invece nel 2019 oggetto di rilancio, grazie alle politiche ambientali che puntavano all’abbattimento delle emissioni di CO2, e all’allargamento delle zone a traffico limitato nel centro storico. Il filobus è una modalità di trasporto strategica, grazie alla nuova tecnologia Imc, sistema ampiamente collaudato, che prevede la ricarica progressiva delle batterie sotto rete, e la possibilità di impiego in marcia autonoma per più di 10 km in media. Soluzione molto interessante, che viene ormai adottata pressoché di serie sui veicoli nuovi, e può essere applicata anche ai filobus ancora dotati di generatore diesel, come nel caso di Lecce. L’amministrazione comunale pensò quindi a un progetto di revisione della rete filoviaria, ipotizzando però una parziale dismissione di parte del bifilare, nel caso specifico della linea 27.
2022: la revisione della rete filoviaria
La revisione fu messa in opera il 12 giugno 2022, data di inaugurazione della nuova rete di trasporto urbano della città di Lecce. La ristrutturazione ha portato a una razionalizzazione dello sviluppo della rete (244 km contro i precedenti 327), e una nuova codificazione delle linee. La linea di forza, identificata M1, è in pratica la linea filoviaria 29, le linee C2 e C3 sono in sostanza le linee filoviarie 30 e 31, e permettono l’interscambio con le linee radiali (classificate da R4 a R11), mentre le linee suburbane assumono la denominazione da S12 a S19. Sono ora disponibili per il pubblico 300 fermate. Le frequenze della linea M1 sono di 15 minuti (30 minuti alle ore 14 e 15) dalle 6 alle 21, mentre le linee C2 e C3 prevedono passaggi ogni 30 minuti dalle 7 alle 20 circa. I filobus sono ora impiegati sulle linee M1, C2, C3, e anche sulla S13, erede della linea 27.
La ristrutturazione offre sicuramente la possibilità di un ottimo impiego per i filobus sulla linea M1 e sulle circolari, ma anche per la linea S13; l’impiego di vetture con la tecnologia Imc potrebbe infatti essere molto utile anche su una tratta ad alta domanda come nel caso della linea S13 che prevede passaggi ogni 9 minuti nelle ore di punta mattinali, e di 12 nella fascia oraria pomeridiana dalle 15 alle 19.
Il filobus a Lecce può quindi essere competitivo, e può, anzi, deve essere una risorsa ad emissioni zero, come avviene già in parecchie città europee di dimensioni e caratteristiche simili al centro salentino.
Il filobus a Bari
Non altrettanto fortunato è stato il destino della storica rete filoviaria di Bari, inaugurata nel 1939 e oggi purtroppo non più funzionante. Dopo la sospensione del 1987, dettata anche dall’obsolescenza del materiale rotabile, agli inizi degli anni ‘90 forte era la volontà di ripristinare il servizio filoviario. Nel 1990 venne infatti decisa la riattivazione della linea 4 per Carbonara, con due nuove sottostazioni, e furono ordinati all’AnsaldoBreda 5 filobus bimodali, mai entrati però in servizio. A metà degli anni ‘90, la nuova normativa europea sulle filovie obbligò all’innalzamento della tensione a 750V e la necessità di un adeguamento progettuale determinò in pratica una nuova sospensione dei lavori. La situazione sembrò risolversi nel 2009, quando il Comune di Bari decise l’avvio dei lavori di ripristino, in due lotti, della linea fino a Carbonara, oltre all’adeguamento dei filobus AnsaldoBreda e l’ordine di tre nuovi filobus, consegnati poi da Van Hool con parte elettrica Vossloh Kiepe. Furono in effetti iniziati alcuni lavori dell’infrastruttura, nei tratti tra via Capruzzi e i quartieri di Ceglie e Carbonara,, ma gli interventi non furono mai portati a termine. Il futuro per il filobus a Bari è purtroppo sempre più incerto: nel 2021 il Comune ha deciso lo smantellamento del bifilare, nei tratti più ammalorati, per circa 11 km di linea, ad eccezione della tratta per Carbonara, dove si spera che un giorno possanno riprendere a correre i veicoli filoviari.
di Stefano Alfano,
dal numero di Autobus di marzo