Ferrovie alla guida della metro 5, scontro tra Comune e Atm
Sull’ingresso delle ferrovie nella metropolitana 5 di Milano si consuma lo scontro (e il divorzio) tra Atm e il suo socio di maggioranza: il Comune. Il presidente dell’azienda Bruno Rota voleva che l’amministrazione esercitasse il diritto di prelazione sulle quote messe in vendita da Astaldi, in modo da sbarrare la strada ad Fs, a cui […]
Sull’ingresso delle ferrovie nella metropolitana 5 di Milano si consuma lo scontro (e il divorzio) tra Atm e il suo socio di maggioranza: il Comune. Il presidente dell’azienda Bruno Rota voleva che l’amministrazione esercitasse il diritto di prelazione sulle quote messe in vendita da Astaldi, in modo da sbarrare la strada ad Fs, a cui invece il sindaco Beppe Sala ha dato il via libera. Le ferrovie diventano così il principale azionista della metro 5, la linea lilla. È la prima volta che le ferrovie controllano una metropolitana.
Atm contro l’ingresso di Fs in metro 5
Riavvolgiamo il nastro. Le quote messe in vendita da Ansaldi per 64 milioni di euro corrispondono al 36,7 per cento di M5 spa (la società concessionaria della metro 5, l’ultima realizzata a Milano, caratterizzata dai treni driverless). A fine anno scorso sono state cedute ad Fs. Ad Atm, controllata dal Comune, restava la possibilità di esercitare il diritto di prelazione. Sul quale si è appunto consumata la frattura tra Rota e Sala. Il vertice di Atm, infatti, ha premuto fino alla fine sulla necessità di fermare l’avanzata di Fs. In un documento consegnato ai consiglieri, Rota scrive al sindaco che l’ingresso di Fs in M5 è «palesemente confliggente con l’interesse del socio Atm». Uno dei motivi: «Con l’entrata in M5 di Fs, quest’ultima raggiungerebbe requisiti utili per la partecipazione alle gare sul trasporto pubblico locale». Quella gara che si avvicina a passi da gigante: si terrà entro un anno. Per Atm è prioritario fare in modo che Fs non abbia i titoli per essere della partita.
Il ruolo di F2i e la risposta di Sala
La proposta di Rota è quella di esercitare il diritto di prelazione per poi rivendere prontamente le quote a una terza società, F2i, che avrebbe anche garantito un plusvalore di 500mila euro. La risposta di Sala? «Atm è società di servizi impegnata in importanti investimenti in materiale rotabile per cui non ritengo opportuno l’impiego di risorse finanziare in una asset company». La giunta, insomma, ha deciso. Atm non dovrà esercitare la prelazione. E riguardo a Rota, si prospetta un benservito: «Rota è, più o meno, a fine mandato (scadenza il 20 aprile, ndr), dopo di che mi auguro che voglia terminarlo. Lo incontrerò in settimana e ci parleremo».