Matteo Renzi sta con Flixbus. Mentre un nuovo emendamento, analogo a quello pubblicato sul Milleproroghe e poi abrogato, è stato approvato con la manovra fiscale, l’azienda tedesca ha incassato la fiducia del segretario del Pd, che ha affermato la propria contrarietà all’emendamento, peraltro proposto proprio da una parlamentare Pd.

Emendamento anti-Flixbus? Non proprio, ma quasi

L’emendamento introduce (re-introduce, dato l’episodio del Milleproroghe) l’obbligatorietà, per l’azienda capofila di un’associazione temporanea di imprese (ati), di svolgere attività di trasporto. Il modello di business messo in campo da Flixbus in Italia prevede che le ati autorizzate a circolare abbiano proprio la piattaforma verde fluo (che si occupa di biglietteria, marketing, comunicazione) come capofila, col vettore in “seconda posizione”. Flixbus potrebbe ottemperare a un simile emendamento scambiandosi di ruolo con il vettore.

Combattere Flixbus con la concorrenza

Il parere di Renzi è stato espresso durante una diretta video: «Bisogna fare meglio di Flixbus, non impedirgli di lavorare». Era stato lo stesso Incondi a rivolgere un appello all’ex presidente del consiglio. Che ha aggiunto: «Pieno sostegno per chi viene in Italia per portare elementi di concorrenza. A Flixbus bisogna rispondere facendogli concorrenza, non mettendogli dei vincoli». Chiuderla? «Sarebbe una follia. Siamo dalla parte della libertà, se qualcuno fa meglio ovviamente siamo contenti». La manovra è passata con la fiducia alla camera e al senato. Non resta, volendo eliminare la norma, che l’approvazione di un provvedimento ad hoc con tempi e modalità che al momento nessuno sa indicare. Sarebbe il secondo dietrofront.

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