Trentino, sì al disegno di legge sulla mobilità sostenibile
“E’ una visione di futuro, se il XX secolo è stato quello dell’auto privata, il XXI è quello della condivisione e del ritorno al trasporto pubblico. I giovani si spostano di più e sono necessarie delle modifiche dal punto di vista sociale per limitare le emissioni e salvaguardare l’ambiente. Si passa dal concetto di viabilità […]
“E’ una visione di futuro, se il XX secolo è stato quello dell’auto privata, il XXI è quello della condivisione e del ritorno al trasporto pubblico. I giovani si spostano di più e sono necessarie delle modifiche dal punto di vista sociale per limitare le emissioni e salvaguardare l’ambiente. Si passa dal concetto di viabilità a quello di mobilità”, commenta l’assessore Mauro Gilmozzi all’indomani dell’approvazione della legge sulla gestione degli interventi in materia di mobilità sostenibile. Questo dispositivo, nato sulla spinta di un’iniziativa popolare di tredici associazioni, cinque sindacati e 3.800 firme, dota la Provincia degli strumenti necessari per pianificare un modello di mobilità innovativo. “Una conclusione positiva – aggiunge l’assessore – dopo un iter molto lungo e un forte confronto: questa legge è il risultato di un lavoro d’equipe a più mani accogliendo gli stimoli e le idee della comunità per promuovere intermodalità e interscambio”.
Trentino, la mobilità diventa sostenibile
Questo documento, che valorizza la partecipazione dei cittadini e il ricco confronto portato tra le istituzioni pubbliche e il comitato promotore del disegno di legge di iniziativa popolare sulla mobilità sostenibile, recepisce in larga parte le proposte dei proponenti. “La Giunta – spiega Gilmozzi – ha accolto e approvato oltre l’80% delle proposte contenute nel disegno di legge iniziale, mentre non è stato possibile accogliere la richiesta di poter viaggiare liberamente sui mezzi pubblici”.
Trentino, la mobilità diventa sostenibile senza auto
Il disegno di legge popolare avrebbe infatti voluto rendere il servizio di trasporto pubblico fruibile a tutti, senza bigliettazione per togliere dalle strade almeno il 10% delle automobili private: “Questo tema è stato affrontato e approfondito – sostiene l’assessore – ma non è stato possibile accogliere questa richiesta per diversi motivi”. Oltre alla contrarietà dei Comuni interessati, le valutazioni della Giunta rispetto alla gratuità riguardano in particolare il responsabilizzare il cittadino, che deve compartecipare alla spesa e sentirsi ‘proprietario’ del servizio.
“Abbiamo preferito – evidenzia Gilmozzi – stringere sinergie per proporre pacchetti famiglie e studenti. La chiave non è tanto il biglietto gratis, quanto qualità, confort e capillarità del servizio. Gli introiti della bigliettazione saranno investiti per potenziare e migliorare questo piano. Non bisogna inoltre dimenticare che sarebbero mancati circa 22 milioni di euro, che avremmo dovuto toglierli da un altro settore oppure aumentare le tasse: strade evidentemente non percorribili”.
Trentino, la mobilità diventa sostenibile europea
Il tema della mobilità è quindi sempre più centrale nelle dinamiche del territorio e nella pianificazione urbanistica: “Per questo – sottolinea l’assessore – riteniamo importante l’aver dotato la Provincia di strumenti di pianificazione e programmazione della mobilità coordinati per costruire un sistema di mobilità sostenibile collettiva e individuale sempre meno dipendente dai mezzi privati a combustione e premianti l’uso di modalità alternative e sostenibili: dobbiamo avviare un processo educativo”. E il disegno di legge cerca di valorizzare la partecipazione popolare nella costruzione delle politiche e delle infrastrutture per la mobilità del Trentino, prevedendo inoltre la costituzione di un organismo deputato a fare sintesi tra i contributi in tema di mobilità, processi partecipativi per la costruzione e il monitoraggio del Piano della Mobilità, un osservatorio delle rappresentanze della comunità, oltre che un vasto piano di informazione.
“Gli obiettivi sono ambiziosi, ma realistici – conclude Gilmozzi – entro una decina d’anni vogliamo raggiungere un livello di utilizzo del 60%: puntiamo ai livelli del nord Europa per intenderci. L’intenzione è partire da qui per alzare l’asticella e sviluppare questo piano di mobilità innovativo e sostenibile”.