Mario Draghi ha annunciato che “ci sarà un ministero della transizione ecologica”. Lo aveva anticipato il leader dei Cinque Stelle, Beppe Grillo, in un video in cui invitava gli attivisti del Movimento ad aspettare prima di votare sul governo Draghi. A confermarlo è lo stesso premier incaricato durante il colloquio con le delegazioni ambientaliste: se il governo si farà, avrà un super-ministero per la Transizione Ecologica, forte anche dei 74 miliardi di euro previsti nel Next Generation Eu proprio per la rivoluzione verde e la transizione energetica. Sarà “super” perché – come aveva anticipato Grillo e come hanno confermato i rappresentanti di Wwf, Greenpeace e Legambiente – dovrebbero essere accorpati il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente.

Draghi, transizione energetica. Un Ministero da 70 miliardi

Una delle ipotesi è quella di un potenziamento del ministero dell’Ambiente, mettendolo in primo piano nella gestione dei fondi del Recovery fund con nuove competenze, ad esempio nell’energia e con una maggiore assegnazione di fondi. Ma le parole di Luigi Di Maio sembrano aprire ad uno scenario più ambizioso: «Il progetto – ha dichiarato su Facebook il ministro degli Esteri uscente – punta a sostenere l’ambiente, come il M5S ha sempre fatto, e ad integrare la difesa della nostra terra con le opportunità di sviluppo e di crescita economica». Anche i deputati del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Ambiente e Attività produttive vanno in pressing: «È arrivato il momento – incalzano in una nota – che il Paese riparta su nuove basi valorizzando il lavoro fatto fin qui su energia, trasporti, ambiente e infrastrutture, e potenziandolo mettendo in connessione i diversi aspetti e le potenzialità di politiche e progetti coordinati».

Ministero della transizione energetica, gli esempi di Francia e Spagna

La Francia ha un dicastero definitivo «della transizione ecologica» che il presidente Emmanuel Macron ha affidato alla ministra Barbara Pompili. Si tratta dell’evoluzione del ministero dell’ambiente istituito nel 1971 e che via via ha assunto diverse denominazioni tra le quali «ministero per la qualità della vita» e «ministero dello sviluppo sostenibile». Con il passare degli anni questa è diventata una casella di rilievo nel governo francese, assorbendo, oltre alle politiche di protezione ambientale anche quelle sui trasporti e quelle dell’energia. Non ha incluso invece le funzioni del mistero dell’economia. Anche la Spagna ha un ministero per la «transizione ecologica», affidato dal premier Pedro Sanchez a Teresa Ribera Rodriguez. Due sono i principali obiettivi assunti al momento dell’insediamento nel 2018: portare al Congresso una legge sui cambiamenti climatici ed elaborare un piano energetico per i prossimi 10 anni e presentarlo a Bruxelles. Il governo di Madrid si è già fissato un obiettivo ridurre del 20 per cento le emissioni di gas serra rispetto a quanto registrato nel 1990.

 

 

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