Sarà capitato anche voi di chiedervi se chi ha legiferato il DL Semplificazione di settembre, si sia messo qualche istante nei panni di un autista di autobus. O si sia consultato con chi la strada e i mezzi pesanti li vive tutti i giorni. In particolare oggi, dove a maggior ragione la green mobility è spinta ad affermarsi come la soluzione vincente contro traffico e inquinamento nelle grandi metropoli.

Ogni giorno nei capoluoghi più trafficati, sono decine i potenziali sinistri evitati dai conducenti di bus. Questo, grazie alla loro prontezza e previsione, schivate e allungamenti, per offrire sempre decelerazioni morbide e sicure ai trasportati. Un terreno minato dove adesso si aggiungeranno legalmente improvvise biciclette contromano e modulatori di andatura elettrici senza regole.

Sudano letteralmente le mani quando ti avvicini a un semaforo verde – oggi ancora privi di un utile countdown. Semaforo che all’improvviso può emettere la luce gialla, lasciandoti solo tre secondi per sgomberare l’area di manovra. Sempre che chi precede non si arresti facendoti fermare in uno dei punti peggiori per un mezzo pesante, un incrocio. Proprio questo è uno dei punti più controversi del DL Semplificazione: l’uniformazione nazionale della durata di tre secondi del semaforo giallo.

D’altronde noi del mestiere lo sappiamo. E’ perentorio mantenere l’orario dei passaggi nei canoni di sicurezza collettiva. La percezione di una possibile colpa per i minuti di ritardo però ci piomba addosso. Lo fa creando una malsana apprensione di cui faremmo volentieri a meno, in particolare quando la patente è la tua.

DL semplificazione: rispetto delle regole ma anche più mezzi

Un connubio essenziale per la mobilità moderna in particolare nelle ore di punta, dove Milano risulta la più rodata nel percepire quando “rinforzare le linee” mettendo in campo qualche autobus in più. Certo, oggi il quadro cambia drasticamente “nelle ore di morbida”, ossia quella fascia giornaliera dove un bus può rischiare di girare vuoto se non ci fosse l’opzione di un autobus a chiamata. Sembra appurato su scala nazionale, che più autobus e più autisti siano elementi imprescindibili.

Garantire più corse, più passaggi per non far assembramenti e non far aspettare l’utenza alle fermate, si tradurrebbe anche in meno fiato sul collo al conducente e in maggiori opportunità di lavoro, magari anche part time o con un’interazione credibile con i vettori privati.

Se molto è stato fatto (anche se siamo tra gli ultimi in Europa) con l’informatizzazione delle paline e l’introduzione della messaggistica vocale a bordo, rimangono scoperti fondamentali tasselli per un efficiente rinnovamento del settore, tra questi anche una forma mentis meno preconcetta e più dinamica da parte di diverse aziende che palesano modernità.
Mantenendo una velocità commerciale pianificata e ad hoc e introducendo l’ opportunità di “un’onda verde” semaforica per i veicoli di servizio pubblico, qualora non siano disponibili corsie preferenziali, la percezione dell’utente che si trova le porte chiuse in faccia, non sarebbe quella di essere abbandonato alla fermata e costretto in poco tempo a risolvere l’enigma su quale bus o tram prendere per arrivare alla sua destinazione. Le soluzioni sono tante ma alla fine sono le giunte a scegliere.

Autobus e traffico, più che mai un terreno minato

Gli attuali stravolgimenti al CdS oltre a creare imbarazzo alla vigilanza urbana suonano, inutile nasconderlo, come delle tasse occulte, in particolare nelle città dove parcheggiare e possedere un automobile è diventato quasi impossibile, come impossibile è diventato capire la logica di certe scelte sulla viabilità. Scelte che abbassano inevitabilmente la velocità commerciale dei bus per mantenersi in canoni di una sicura circolazione, ma non basta andare piano. Infatti, oltre alle tante auto che si spostano sulla carreggiata senza guardare gli specchietti, a sportelli aperti tipo roulette russa -vedi corso Buenos Aires a Milano- si aggiungono quando meno te lo aspetti, monopattini o biciclette che ti sfrecciano davanti o ti vengono incontro in centro strada e tu come autista, puoi solo ripeterti alla fine di ogni turno: “anche oggi è andata bene”.

Di Gianluca Celentano (conducente bus)

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