BLOG / Crisi conducenti, patenti Ue e classe dirigente
L’argomento è davvero molto rilevante e problematico, soprattutto per le microimprese con meno di 10 dipendenti, che la crisi dei conducenti sta mettendo seriamente in difficoltà, con il rischio di chiusura. La questione riguarda le patenti, ma è necessario fare prima un passo indietro per affrontare il problema dalla base. In molti casi, anche sovvenzionando […]
L’argomento è davvero molto rilevante e problematico, soprattutto per le microimprese con meno di 10 dipendenti, che la crisi dei conducenti sta mettendo seriamente in difficoltà, con il rischio di chiusura.
La questione riguarda le patenti, ma è necessario fare prima un passo indietro per affrontare il problema dalla base. In molti casi, anche sovvenzionando la patente a un candidato, di giovani non se ne trovano. La mancanza di stimolo per molti giovani a svolgere il mestiere dell’autista, non avviene solo in Italia, la demotivazione giovanile per il settore è percepita in tutto il mondo occidentale.
Non è quindi solo una questione economica, considerando che in altri stati occidentali le retribuzioni degli autisti di bus sono davvero interessanti.
Revoca automatica o basata sul buonsenso
Nel servizio precedente, abbiamo approfondito sui limiti di validità della patente D e il Disegno di legge riguardante una deroga alla revoca fissata ai 68 anni di età, evidenziando la diversità di opinioni del personale interessato. L’Italia è la più restrittiva sulla materia rispetto ad altri Paesi europei, che fissano al buonsenso e alla salute la scelta di interrompere il lavoro.
La condizione italiana mette con le spalle al muro i piccoli vettori, che potrebbero valutare altre strade per non chiudere l’attività. Ad esempio la conversione della patente italiana in altri Stati Ue più permissivi (e con meno controlli) per continuare a guidare in Italia, anche se non si nasconde un certo ottimismo che in futuro possa muoversi qualcosa per le patenti D.
Caos normativo tra Paesi e Ue: burocrazia o incompetenza?
Gli orientamenti pubblicati dalla Commissione Europea accompagnano gli Stati membri nel processo di recepimento delle direttive e sulla loro applicazione. La Commissione ha la responsabilità di garantire che tutti gli Stati membri applichino correttamente il diritto dell’Ue, svolgendo il ruolo di “custode dei trattati”. Tuttavia, le revoche delle patenti appaiono più come scelte individuali degli stati piuttosto che norme comunitarie precise. Occorre quindi mettersi nelle mani dei nostri burocrati e associazioni, poi in quelle di Bruxelles.
Nell’intervista, Maurizio Gussoni, direttore del magazine VIA! dell’Automobile Club di Milano, esprime chiaramente le sue opinioni riguardo alle scelte non al passo con i tempi e alla qualità necessaria in una classe dirigente. Non è solo una questione economica a legarci a politiche obsolete di quarant’anni fa, ma anche la paura (o la mancanza di volontà e capacità) di assumersi responsabilità. Anche quando si è pagati per farlo. “La burocrazia poche volte utilizza l’intelligenza”, anche quando si parla di patenti: queste le sue parole.
Tuttavia, è possibile convertire le patenti non comunitarie senza esami solo se lo Stato che ha rilasciato l’abilitazione alla guida ha sottoscritto accordi di reciprocità con l’Italia, e nell’arco di un anno dall’acquisizione della residenza in Italia. In ambito Ue, convertire la patente di guida italiana in uno Stato membro è un processo relativamente semplice, grazie alle normative comunitarie che facilitano il riconoscimento reciproco delle patenti di guida. È necessaria una “prova di residenza” che dimostri l’effettiva residenza nel nuovo paese.
Patenti, occhio alle truffe…
Sui social è possibile imbattersi in vere e proprie truffe internazionali legate all’acquisizione di patenti senza esami per poche centinaia di euro. La polizia locale di Milano, del nucleo crimini informatici e telematici, dopo lunghe indagini, ha condotto nel 2022 una clamorosa operazione per debellare il fenomeno gestito da remoto in altri Paesi. Tuttavia, queste truffe si ripetono ancora oggi.
Considerando il quadro attuale, sarebbe opportuno rivalutare attentamente in ambito Ue una deroga alle patenti D. Questa misura garantirebbe qualità e sicurezza alla guida da parte di conducenti esperti e motivati, vista la loro scelta volontaria di continuare a collaborare a chiamata con le società di autoservizi.
di Gianluca Celentano, conducente bus