Paratie divisorie sugli autobus da turismo. Gli operatori che vorranno installarle sui propri veicoli, separando così il posto guida dalla zona passeggeri, potranno vedersi riconosciuto un contributo. Oltre a poter beneficiare del credito di imposta.

Anav

Paratie divisorie sugli autobus, non c’è obbligatorietà

Riceviamo e pubblichiamo la nota ANAV sul tema della paratie divisorie sugli autobus in servizio pubblico non di linea.

Con circolare n. 79/2020 è stata segnalato che, con l’art. 93 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18 (cd. decreto “Cura Italia”), è stato previsto lo stanziamento di risorse per 2mln di euro per il riconoscimento di un contributo ai soggetti esercenti autoservizi pubblici non di linea che installino sui veicoli, per fini di sicurezza, paratie divisorie atte a separare il posto di guida dai sedili riservati alla clientela.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con l’allegata nota protocollo 10830 del 14 aprile 2020, ha fornito indicazioni tecniche in merito all’installazione in after-market di tali paratie divisorie, senza entrare, ovviamente, nel merito della portata applicativa della stessa. Al riguardo, fermo restando che l’art. 93 in questione non prevede l’obbligo di installare paratie limitandosi a riconoscere un contributo ai soggetti che, comunque decidano di provvedervi, si ribadisce l’avviso espresso con la già citata circolare n. 79/2020 circa la spettanza del beneficio in questione in favore dei soli esercenti servizi di taxi e di noleggio di autovetture con conducente, qualificati, appunto, come “autoservizi pubblici non di linea” dalla legge-quadro di settore n. 21/1992.

Per quanto riguarda, invece, la possibilità per le imprese di trasporto con autobus di beneficiare di agevolazioni per l’eventuale installazione di paratie/pannelli divisori, si rammenta che – per effetto dell’art. 30 del D.L. 8 aprile 2020, n. 23 (decreto “Liquidità”) – è stato esteso anche all’acquisto di dispositivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale, es.  barriere e pannelli protettivi, il credito d’imposta già previsto, nella misura del 50% e per un importo massimo di 20mila euro, dall’art. 63 del D.L. n. 18/2020 (decreto Cura Italia) a fronte delle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti e strumenti di lavoro (cfr. circolare associativa n. 106/2020).

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