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di Gianluca Celentano (conducente bus)

Ormai è allarme sopravvivenza della piccola media impresa. Non sono le parole di un giornalista televisivo ma la realtà che accomuna moltissime società di noleggio, che vedono sempre più un calo e un’incognita sul futuro del proprio buon lavoro di trasporto persone.
A parlare sono i colleghi autisti e i loro titolari nei piazzali tra un servizio e l’altro.
Un vero dramma ma anche un inizio di una disaffezione dai capisaldi che dovrebbero tutelare questa categoria di lavoratori. Se da una parte viene ventilato di “farsi assorbire” in agglomerati di diversa realtà, a che condizioni deve avvenire questo e soprattutto con quali perdite? Dall’altro canto ci sono scarse risorse che poi vengono minate dalle tasse, ma anche, per fare un esempio comune, dai ticket d’ingresso nelle aeree urbane; ci si sente sempre più inascoltati e le iniziative di democratica e libera protesta fomentano.
In effetti poi sembra tutto fatto per fare un’arrogante cassa legalizzata sulla pelle di chi deve rendicontare sino all’ultimo euro la sua giornata lavorativa. I pullman sono per lo più tutti euro 5 ed evitano il collasso automobilistico nelle città ma questa ovvia considerazione è assolutamente irrilevante per chi di dovere.
Dove vogliamo arrivare?
L’allarme è che non ci sono regole a casa nostra e quelle che ci sono rispecchiano la cattiva emulazione di un mero liberismo economico del nord Europa; questo, ricordiamolo bene, nuoce all’occupazione, alla qualità del servizio e alla motivazione dei lavoratori che ormai non ne possono proprio più.
Se smontare antiche concezioni di gestione aziendale ma anche di poltrone e carriere è servito nelle grandi aziende per far risaltare la meritocrazia del lavoratore – è c’è ancora da lavorarci.. – oggi si assiste quasi ad una rivalità di sopravvivenza tra chi può – o gli è imposto – seguire certe strade e chi, nel caso dei “più piccoli”, rischia davvero il fallimento o la chiusura .
Le associazioni di categoria devono poter parlare un linguaggio comune verso i propri associati, comportandosi nel loro interesse.
Il settore trasporti con la spending review è stato uno dei settori più colpiti dai tagli, e solo con gli sforzi regionali si è riusciti a garantire servizio, collegamenti scolastici e lavoro. Il nuovo lavoro però è scarsissimo, e i pensionamento congelati non hanno favorito il turn-over.
Vorrei fare delle soste serene in Italia con i miei colleghi e cominciare a sentire sempre meno gravissime lamentele come queste. Sarà mobilitazione? Credo proprio di sì.

 

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