Il mercato della mobilità elettrica in crescita (e dove alloccare le sovvenzioni?), l’attenzione alle strategie industriali che mirano a incrementare i volumi, il ruolo delle partnership e i fattori che possono consentire ai tradizionali Oem europei di mantenere un posto rilevante nel mercato, sulla sottile linea di confine tra standardizzazione del prodotto e personalizzazione incentrata sul cliente.

Abbiamo discusso di questi (e altri) argomenti con Domenico Nucera, alla guida di Iveco Bus dalla fine del 2021 e attualmente presidente in carica della divisione autobus di ACEA. L’intervista integrale la potete trovare in inglese su Sustainable Bus (media della nostra scuderia editoriale) e potrete leggerla sul prossimo numero della rivista. Di seguito riportiamo qualche estratto…

Quali tendenze avete osservato nel mercato Ue dell’autobus nel 2024? E quali sono le previsioni per il 2025?
Per Iveco Bus, il 2024 sarà molto probabilmente un anno record. E siamo fiduciosi di ottenere lo stesso successo anche nel 2025. La storia che stiamo scrivendo non è banale: è legata a un mercato che si muove a una velocità senza precedenti, in modo non lineare. Noi di Iveco Bus, pur appartenendo al mondo dell’industria tradizionale, abbiamo saputo anticipare le tendenze e orientare la nostra strategia di conseguenza.

Qualche dato?
Oggi abbiamo un portafoglio ordini quadruplicato rispetto a un anno fa. Nel mercato degli autobus elettrici, abbiamo raggiunto una quota di mercato del 20% in alcuni mercati, come quello italiano […] I nostri stabilimenti saranno pieni per un anno, un anno e mezzo.

E quest’anno avete annunciato un importante investimento…
Sì, investiremo 600 milioni di euro, di cui 100 già investiti quest’anno, per lo più in ricerca e sviluppo o per la localizzazione di produzioni ad alta tecnologia come i veicoli elettrici ad Annonay. Un passo che si aggiunge all’apertura dello stabilimento di Foggia in Italia. Inoltre, solo quest’anno abbiamo assunto 600 persone in Francia, responsabili della produzione di veicoli elettrici per tutti i mercati europei. Sono fatti che la dicono lunga sulla nostra strategia.

Che cosa si intende?
Localizzare il più possibile le attività e portare le nostre capacità vicino ai clienti. A Foggia, ad esempio, personalizziamo i veicoli insieme ai clienti. A Foggia sono passati mille autobus nell’ultimo anno. Ad Annonay abbiamo in programma di raddoppiare la nostra capacità produttiva l’anno prossimo. Si tratta per lo più di veicoli elettrici, ai quali dovremmo aggiungere la produzione proveniente da Rorthais. Infine, abbiamo iniziato pochi mesi fa la produzione del Crossway LE elettrico a Vysoké Mýto e stiamo già consegnando quest’anno. La novità è che tutti e quattro i nostri stabilimenti (Foggia in Italia, Vysoké Mýto in Repubblica Ceca, Annonay e Rorthais in Francia) sono in grado di produrre autobus elettrici, pur mantenendo una quota significativa di veicoli convenzionali, in conformità con il nostro approccio volto alla neutralità tecnologica. Dopotutto, i fattori chiave per una transizione totale a zero emissioni non sono ancora disponibili.

Come può l’industria europea mantenere la competitività nei confronti di prodotti, come quelli asiatici, che sono altamente industrializzati e prodotti in serie su volumi immensamente più grandi?
La competitività è solo una parte del problema. Vorrei rispondere in qualità di presidente della divisione autobus ACEA . L’industria europea sta vivendo un periodo di fortissimo stress. Uno stress che ha due cause: gli imperativi della transizione energetica radicale e la sfida della competitività. Ma la vera causa, il fattore scatenante, è uno solo, ovvero il totale scollamento tra il mondo della regolamentazione e la realtà del mercato. Questo divario si sta ampliando. Come industria europea, ci troviamo di fronte a un “made in Europe” che è seriamente a rischio. Oggi la mobilità elettrica è sicuramente un rischio, ma anche un’opportunità e non ci sono più dubbi sul futuro di questa tecnologia, almeno nel segmento urbano. Il disaccordo nasce negli altri segmenti: interurbano e turistico. Su questi abbiamo chiesto all’UE di anticipare la revisione degli obiettivi di riduzione della CO2 al 2025, due anni prima della scadenza ora prevista per il 2027.

Come scritto a inizio articolo, l’intervista completa in inglese su Sustainable Bus, e in italiano sul prossimo numero di AUTOBUS, in uscita a gennaio!

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