Se fosse ancora attiva oggi, la filovia di Venezia avrebbe superato i 90 anni. La prima linea, che collegava il centro di Mestre (da piazza Barche, oggi piazza XXVII Ottobre) fino a piazzale Roma fu inaugurata il 25 aprile 1933, in concomitanza dell’apertura del nuovo ponte stradale Littorio (oggi Ponte della Libertà). Ai lavori di costruzione dell’infrastruttura e del percorso lungo circa 10 km, aveva provveduto la Cge di Milano, che era anche  progettista del particolare schema del bifilare sul ponte, con  il posizionamento ravvicinato dei pali necessario  per sostenere, appunto, il bifilare; Cge fu anche fornitore degli equipaggiamenti elettrici per le prime venti vetture, i Fiat 488 carrozzati da Fiat Materfer, e si occuperà a più riprese di altre forniture per la filovia di Venezia.  

La Stm, Società Anonima Tranvie Mestrine, che aveva in gestione la rete, numerò le vetture da dieci a ventinove e ne acquistò subito altre tre portando la consistenza della flotta a 23 vetture. I filobus, tra i primi ad essere costruiti in serie, disponevano di 65 posti ciascuno. Il successo della filovia fu tale che furono accelerati i lavori di conversione della rete tranviaria in filoviaria.  Già nel 1934 fu inaugurata la linea Mestre  San Giuliano, nel 1937 fu la volta della Spinea Mirano e nel maggio 1938 la tratta tra Mestre e Treviso. 

Foto dalla collezione di Federico Ferraboschi

La storia della filovia di Venezia

La rete arrivò a svilupparsi per 53 km, richiedendo nuovi filobus, anche di maggiore capacità. E così nel 1938 Stm acquistò da Fiat altri veicoli del nuovo  modello 656. Dal 1938 al 1940 furono consegnati 17 esemplari tutti carrozzati Fiat Materfer con equipaggiamento elettrico Cge. Tra il 1947 ed il 1948 arrivarono i primi filobus a grande capacità, i Fiat 672 a tre assi due carrozzati da Stanga e quattro di Viberti, con equipaggiamenti Cge per i primi due e Marelli Cge per i secondi. Agli inizi degli anni Cinquanta si ritenne necessario sostituire i primi Fiat degli anni Trenta e così, tra il 1951 ed il 1952, sbarcarono in Laguna ventuno Fiat 668, cinque carrozzati da Cansa con equipaggiamento elettrico Marelli, e sedici allestiti da Stanga, sempre con parte elettrica Marelli. Nemmeno un anno dopo, nel 1953, giunse il primo di diciassette Fiat 2411, veicolo moderno ed elegante, di cui dieci esemplari sarebbero stati consegnati nel giro di tre anni, e gli ultimi sette nel 1958. I mezzi erano carrozzati da Cansa con parte elettrica Tibb-Marelli. Nel 1957 erano in esercizio otto linee, che con un servizio capillare servivano molto bene l’area mestrina, spingendosi ben oltre la città. Il bifilare raggiungeva tra gli altri Marghera, Favaro, Mirano e Treviso.

Foto dalla collezione di Federico Ferraboschi

Successivamente il parco filoviario fu ancora ampliato, sia con vetture nuove che d’occasione. Nello stesso 1957 giunsero da Sanremo sette Fiat 656, che rimasero in esercizio fino alla prematura chiusura della rete, avvenuta nel 1968. Nel 1958 furono acquistati cinque nuovi filosnodati Fiat 2405, necessari per le linee a grande capacità, attivi negli ultimi 10 anni di esercizio. Nel 1968, come anticipato, la rete fu chiusa, e furono purtroppo accantonate tutte le vetture, alcune delle quali in pratica ancora nuove.

La rete del Lido

Il 29 giugno 1941 fu inaugurata la filovia del Lido di Venezia, che fu chiusa nel 1966  dopo appena 25 anni di servizio. La filovia sostituì le tranvie elettriche del Lido di Venezia, gestite dalla Compagnia Italiana Grandi Alberghi (Ciga). La filovia percorreva in pratica l’intera isola e disponeva di ben sette linee, con capolinea comune in piazza Santa Maria Elisabetta, da sempre punto di interscambio con le linee di navigazione da e per Venezia. Dal capolinea le linee raggiungevano ad Est Malamocco, quindi Alberoni bagni; il tratto tra Malamocco ed Alberoni era a bifilare unico. Ad Ovest i filobus raggiungevano invece la punta di San Nicolò e l’Ospedale, percorrendo il Gran Viale, una delle vie principali dell’isola. La diffusione del bifilare era pressoché capillare. Le partenze delle sette linee avvenivano contemporaneamente. Molto interessante ed eterogeneo è stato il materiale rotabile in dotazione.

Foto dalla collezione di Federico Ferraboschi

Primi ad arrivare al Lido tra il 1941 ed il 1942 furono quattordici Alfa Romeo 85 carrozzati da Stanga e con equipaggiamento elettrico fornito da Ansaldo.  Nel 1943 fu consegnato un Alfa Romeo 800, con carrozzeria Isotta Fraschini ed equipaggiamento elettrico Tibb. Numerato 214, rimase esemplare unico. Tra il 1945 ed il 1946, furono consegnati altri quattro Alfa Romeo con carrozzeria Siai- Marchetti ed equipaggiamento elettrico Ansaldo: furono gli unici filobus a tre assi in forza al Lido. Nel 1959 giunsero due nuovi Alfa Romeo 1000, carrozzati da Siccar, con equipaggiamento elettrico Ansaldo-Cge. Nel 1961 fu la volta di altri due filobus: un Alfa Romeo 910 carrozzato da Aerfer, con equipaggiamento Ansaldo, e un secondo Alfa Romeo 910, con carrozzeria Pistoiesi e con parte elettrica Cge. 

Nel 1965 furono trasferiti dalla rete di Mestre tre Fiat 2411, macchine sicuramente valide e ancora giovani, costruite tra il 1955 ed il 1958, che purtroppo non ebbero molto tempo a disposizione per dimostrare le loro doti sulla rete del Lido, chiusa verso la fine del 1966 in seguito ai danni provocati dall’alluvione di Venezia

di Stefano Alfano

In primo piano

Articoli correlati

FILOBUS / Volvo – Mauri, accoppiata vincente

Il panorama filoviario italiano nei primi anni Settanta non era certamente esaltante. Molte reti erano state chiuse, mentre quelle ancora in esercizio disponevano di vetture, salvo rari casi, giunte a fine corsa. Tra l’altro, dal 1966 in Italia non si producevano più filotelai e non era prevista la ...