L’aumento del prezzo del carburante è problema con la “p” maiuscola, che negli ultimi mesi sta tenendo sotto scacco il mondo del trasporto lato sensu, a partire da quello commerciale e quello di persone. Al fine di mitigare l’impatto dell’aumento esponenziale del prezzo del gasolio per autotrazione, l’art. 17 del DL 21 marzo 2022, n. 21 ha previsto l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), di uno specifico Fondo avente una dotazione di risorse di 500 milioni di euro per l’anno 2022 da destinare al sostegno del settore dell’autotrasporto contro, appunto, il caro carburante.

La lettera di Agens, Anav e Asstra alle istituzioni

Agens, Anav e Asstra hanno scritto una lettera congiunta all’attenzione dell’onorevole Massimiliano Fedriga Presidente Conferenza Stato Regione e Province Autonome e al dottor Fulvio Bonavitacola Coordinatore Commissione Infrastrutture e Trasporti Conferenza Stato Regioni e Province Autonome. Le tre associazioni scrivono: «L’ampio riferimento al “settore dell’autotrasporto”, senza ulteriori specificazioni e distinguo, presuppone che il Fondo in questione sia destinato a finanziare interventi a favore delle imprese – oltre che di trasporto merci – di trasporto passeggeri con autobus attive nei comparti sia del tpl che del trasporto commerciale di linea e di noleggio non soggetto ad obblighi di servizio pubblico. Comparti tutti pesantemente impattati dall’aumento esponenziale dei prezzi del gasolio che, ricordiamo, rappresenta nei bilanci aziendali la seconda voce di costo dopo quella per il personale con un’incidenza che oggi sfiora il 20%».

A seguire, la missiva così prosegue: «Ciò considerato, in vista dell’adozione del decreto che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili dovrà adottare al fine di definire criteri, modalità e procedure di assegnazione delle risorse, si chiede un autorevole intervento delle SS.VV. nelle competenti sedi ministeriali affinché in sede di stesura del decreto si faccia una giusta applicazione della norma di legge tenendo in adeguata considerazione le esigenze di ristoro dell’intero settore del trasporto passeggeri con autobus. Si fa presente, infatti, che la riduzione dell’aliquota di accisa sul gasolio recentemente varata dal Governo con il DL 21 marzo 2022, n. 21, pur apprezzabile, appare del tutto inadeguata a fronteggiare la crisi in atto traducendosi in un beneficio di meno di 0,036 euro per litro per i veicoli di classe ambientale euro V e VI in servizio di linea che fruivano dell’accisa ridotta prevista per il “gasolio commerciale” e di soli 0,25 euro per litro per veicoli esclusi da tale beneficio adibiti a servizi di linea di classe ambientale fino ad euro IV e a servizi di noleggio. Beneficio, peraltro, parzialmente assorbito dagli ulteriori aumenti del prezzo industriale del gasolio registrati negli ultimi giorni. Nel ringraziare anticipatamente per un’iniziativa nel senso auspicato, necessaria alla salvaguardia dell’equilibrio economico-finanziario delle imprese del settore del trasporto passeggeri con autobus, si resta a disposizione per ogni ulteriore informazione e confronto sulla situazione del settore».

La missiva degli operatori

Sull’onda dell’iniziativa di Agens, Anav e Asstra è arrivata anche la lettera di alcuni operatori (Autolinee Curcio, Autoservizi Castiello, Caputo bus, Ettore Curcio e Figli Trasporti, Flixbus Italia, Grassani, Itabus, Miccolis, Reali Tours, Simet) all’attenzione del Mims e del titolare Enrico Giovannini, al MEF di Daniele Franco e di Nicola Zaccheo, a capo dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

Si legge: «Con riferimento alla ns precedente comunicazione del 7 gennaio 2022, avente ad oggetto “Impatti Covid-19 e misure urgenti a sostegno del trasporto di linea di media-lunga percorrenza”, Vi significhiamo quanto segue. L’evento pandemico ha segnato gravemente la sostenibilità economica delle imprese che operano nel settore dei trasporti di media lunga percorrenza su gomma per mezzo della già nota considerevole contrazione della domanda di trasporto nonché per il recepimento di misure di contenimento via via più stringenti. Con il termine dello stato di emergenza di recente emanato dal Governo mediante il DL n.24 del 24 marzo 2022, dal 1° Aprile lo scenario che va prefigurandosi è di una graduale ripresa della domanda di trasporto, grazie al progressivo alleggerimento delle misure di contenimento del contagio. Tale scenario, tuttavia, non basta da solo a significare la ripresa dei soggetti economici che operano in un settore così strategico per la mobilità del Paese che, in assenza di adeguate misure di sostegno, continuano a registrare forti impatti sui bilanci aziendali. A maggior aggravio, urge segnalare che il recente acuirsi della crisi nel contesto internazionale ha comportato il notevole aumento del prezzo del gasolio con una ricaduta generale sul settore. Tale inaspettato scenario a mette rischio l’auspicata ripresa dei consumi e dei viaggi, prevista con l’attenuarsi della pandemia da Coronavirus. Le misure adottate dal Governo nei recenti interventi normativi per contenere tale sono sicuramente da accogliere con favore. Tuttavia, il perdurare di costi insostenibili per le imprese, stimati in circa il 15-20% d’incidenza sui bilanci aziendali, comporta la necessità di più decise risposte da parte delle istituzioni. Infatti, la riduzione dell’aliquota di accisa sul gasolio recentemente varata dal Governo con il decreto legge n. 21 del 21 marzo 2022, seppur apprezzabile, si è tradotta in un beneficio di meno di 0,036 Euro per litro per i veicoli di classe ambientale Euro V e VI, che già fruivano dell’accisa ridotta prevista per il gasolio commerciale in quanto destinati a servizi di linea passeggeri; di fatto, le imprese del settore hanno così visto azzerare un beneficio esclusivo, dapprima riconosciuto per la specifica tipologia di trasporto effettuata e che dovrebbe pertanto continuare ad essere applicato L’indiscriminata riduzione dell’aliquota, seppur comprensibile nella presente situazione emergenziale, sta pertanto avendo il paradossale effetto di premiare chi continua ad operare servizi con mezzi di categoria Euro III ed Euro IV – esclusi dal recupero delle accise a partire dal 1° gennaio 2021 – andando a penalizzare nel contempo le aziende che hanno investito nel rinnovo delle proprie flotte. La presente norma, dunque, tradisce la linea impostata negli ultimi anni da questo Ministero, che ha fatto dello svecchiamento del parco circolante, dell’efficientamento energetico, della riduzione dei consumi e della sostenibilità ambientale la propria stella polare.

«Con riferimento al fondo da 500 milioni previsto all’art. 17 del sopracitato decreto-legge, inoltre, si rende opportuno segnalare che si apprende a mezzo stampa che i beneficiari saranno soltanto le imprese di autotrasporto merci, in particolare i veicoli Euro V ed Euro VI. È evidente che tale orientamento configurerebbe una ulteriore, grave, discriminazione rispetto a chi opera autotrasporto passeggeri, oltretutto con i più moderni mezzi a disposizione sul mercato. È urgente, dunque, che tale misura venga specificatamente destinata – equamente e proporzionalmente – all’intero comparto dell’autotrasporto, così come richiamato dalla norma, ivi inclusi ossia, sia l’autotrasporto merci che passeggeri. Tale misura di sostegno, di fatti, non può escludere – né correre il solo rischio interpretativo – che una quota di mercato così strategica per il Paese e che ha già subito irreparabili impatti economici per mezzo dell’evento pandemico, non risulti beneficiaria di un sostegno destinato dal Governo. Allo stesso modo, è opportuno rimarcare che, pur all’interno del medesimo settore dell’autotrasporto passeggeri, il settore della media lunga percorrenza su gomma rimane l’unico che a totale rischio economico delle imprese che vi operano, continua a servire collegamenti strategici lungo il territorio nazionale che ogni giorno consentono a milioni di persone di soddisfare il proprio bisogno di mobilità territoriale», termina la missiva.

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