INCHIESTA/ Carenza autisti, il punto di sindacati e autoscuole
Dopo le considerazioni delle associazioniĀ che rappresentano lāintero complesso delle imprese esercenti i servizi di trasporto pubblico locale e regionale – Agens, Anav e Asstra – ,Ā la testimonianza dellāAssociazione nazionale bus turistici italiani e di FlixBus, e le dichiarazioni degli operatori – Seta, Autoguidovie e MarinoBus – la parola passa, infine, a un sindacato come Filt-Cgil […]
Dopo le considerazioni delle associazioniĀ che rappresentano lāintero complesso delle imprese esercenti i servizi di trasporto pubblico locale e regionale – Agens, Anav e Asstra – ,Ā la testimonianza dellāAssociazione nazionale bus turistici italiani e di FlixBus, e le dichiarazioni degli operatori – Seta, Autoguidovie e MarinoBus – la parola passa, infine, a un sindacato come Filt-Cgil e a Unasca. Per capire fino in fondo tutti i perchĆ© della carenza autisti.
La crisi dei conducenti secondo il sindacato
Ā«Nel tpl che vive una drammatica carenza di autisti a causa delle condizioni generali del settore, per niente attraenti, serve unariforma adeguata e serve riconoscere ad una categoria che ogni giorno presta un servizio alla collettivitĆ , una giusta retribuzione e adeguate condizioni di lavoro. Il salario basso, rispetto alla professionalitĆ e alle elevate responsabilitĆ , ma anche i costi alti per avere le abilitazioni professionali alla guida ed un peggioramento della qualitĆ del lavoro, anche dal punto di vista della salute e sicurezza, a partire dal fenomeno delle aggressioni, sono le ragioni alla base della carenza di autisti a livello nazionale. Serve lavorare per rendere piĆ¹ attrattiva la professione. La formazione deve essere finanziata e non deve essere a carico del singolo. Le retribuzioni devono essere in linea con la media di un autista nei paesi europei e correlate allāimpegno lavorativo che comporta lo stare tante ore fuori casa perchĆ© impegno non ĆØ uguale a lavoro e tutto in condizioni di guida difficili in centri urbani intasati dal traffico, con enormi responsabilitĆ (vedi il reato di omicidio stradale), spesso senza corsie preferenziali e con lāaumento del numero di monopattini in circolazioneĀ», sottolinea Stefano Malorgio, segretario generale Filt Cgil.
Ā«Serve lavorare per rendere piĆ¹ attrattiva la professione. La formazione deve essere finanziata e non deve essere a carico del singolo privatoĀ»
La carenza di autisti secondo Unasca
A chiudere ĆØ Emilio Patella, segretario nazionale Autoscuole Unasca: Ā«Ć vero che il percorso formativo ĆØ impegnativo e ha un costo importante, ma ĆØ altrettanto vero che ormai da tempo – e ancor di piĆ¹ nei prossimi anni ā sono disponibili fondi per aiutare anche economicamente le persone che vogliano intraprendere la professione di conducente professionale. CiĆ² detto, per agevolare il percorso come Unasca abbiamo a piĆ¹ riprese proposto di: abbassare lāetĆ minima per il conseguimento delle patenti e della Carta di Qualificazione del Conducente (anni fa lāetĆ minima era di 21 anni mentre oggi ĆØ di 24 anni); semplificare e al limite unire i percorsi formativi di patente e Cqc con un unico esame di verifica; finanziare la formazione iniziale, al limite con un credito poi restituibile nel tempo; permettere una parte della formazione in elearning controllato. In veritĆ questa ultima proposta ĆØ stata accettata ed ĆØ giĆ legge ma non ancora applicata. Crediamo che il costo della formazione non sia il problema principale ma che occorra intercettare i futuri autisti in giovane etĆ e rendere piĆ¹ attrattivo, anche economicamente, il mestiere di autista.
Ā«Il costo della formazione non ĆØ il problema principale: occorre intercettare i futuri autisti in giovane etĆ e rendere piĆ¹ affascinante il mestiereĀ»