Cambio in linea o in deposito? Con pochi parcheggi è più sicura la rimessa
di Gianluca Celentano, conducente bus L’avvicendamento degli autisti segue dei turni giornalieri se si effettuano servizi di linea. Il che significa che di prima mattina un conducente esce dalla rimessa con un autobus che rientrerà la sera con un altro conducente. Nell’arco della giornata quell’autobus totalizzerà un certo numero di autisti che lo hanno guidato […]
di Gianluca Celentano, conducente bus
L’avvicendamento degli autisti segue dei turni giornalieri se si effettuano servizi di linea. Il che significa che di prima mattina un conducente esce dalla rimessa con un autobus che rientrerà la sera con un altro conducente. Nell’arco della giornata quell’autobus totalizzerà un certo numero di autisti che lo hanno guidato durante la giornata.
Gli autisti del Tpl sono legati a turni che possono essere unici, cioè in una precisa fascia giornaliera – mattina, pomeriggio, sera o notte – e turni spezzati, cioè con due o più riprese nell’arco della giornata. Questa è la tipologia evidentemente meno apprezzata perché lega tutto il giorno il conducente al lavoro.
Anche nel noleggio il discorso è abbastanza simile, ma solo nelle lunghe percorrenze dove, per le interruzioni previste dal CdS, il lavoro dei conducenti può distribuirsi anche su tre autisti sullo stesso autobus.
Cambio in linea o in rimessa: pro e contro
Nel trasporto locale può capitare che il cambio di turno avvenga in rimessa ma, nelle grandi metropoli, sottrarre un bus alla linea per questioni tecniche ha poco senso: meglio effettuare il cambio in linea.
A livello aziendale vengono identificate delle zone che offrano le caratteristiche per sospendere la marcia ed effettuare il cambio dell’autista. Oltre alle tempistiche e un tratto di strada parallelo, cioè dove in entrambe le direzioni transiti la stessa linea, le aree di cambio in linea dovrebbero avere bar e servizi per i conducenti nelle vicinanze. Non dimentichiamoci, poi, che esistono anche le donne conducenti.
Queste almeno erano le prerogative quando mi occupavo di tpl. L’arrivo nella località di cambio per prendere servizio deve avvenire almeno dieci minuti prima, ma è sempre meglio avere un margine maggiore di tempo. In questo contesto è la vettura di linea che deve recarsi al cambio senza arrivare in anticipo, condizione non accettata dalle aziende che preferiscono, strano ma vero, il ritardo di qualche minuto per traffico.
Uno dei problemi che crea più angoscia è non trovare parcheggio per la propria auto quando ci si reca al cambio in linea. Nelle grandi città è ormai un problema enorme e, diversi conducenti si sono attrezzati con i monopattini, altri con bici e moto.
L’alternativa è trovare parcheggio in zone limitrofe e poi aspettare alla fermata l’arrivo del collega oppure utilizzare con anticipo altri mezzi pubblici che però potrebbero accumulare ritardo. L’attesa in località di sosta al freddo o al caldo espone il conducente anche alle tante domande dei viaggiatori in attesa, anche se le applicazioni hanno ormai un ruolo importantissimo nell’autonomia degli utenti. In alcune aziende si è scelto un sistema molto pratico per agevolare l’autista: farlo giungere sempre in rimessa e fornire un’autovettura aziendale per recarsi al cambio in linea. Il collega smontante la riutilizzerà per tornare in deposito.
Mancato cambio
Il cambio in linea può anche “saltare” per diverse cause e qui nasce il problema. Infatti il collega cedente sarà suo malgrado costretto a continuare il servizio in attesa di avere notizie del “montante” in ritardo.
Provate a pensare come sarà felice e come sarà a sua volta stressato chi ha mancato l’appuntamento con il servizio. Ma c’è anche un’altra articolazione nei turni: quelli che iniziano in linea e terminano in rimessa. Qui sostanzialmente vuol dire che devi uscire di casa molto prima; parcheggiare l’auto in rimessa e recarti al cambio con altri mezzi pubblici. Carenza di autisti a parte, quasi tutte le società dispongono di una riserva chiamata anche scorta. Si tratta di turni di lavoro dove devi sostanzialmente rimanere in attesa di sostituire un collega mancante. Aggiungiamo che per una certa sana goliardia di rimessa, se sei simpatico al capo di turno esce un altro collega e il “miracolato” si riposa.