Byd, con l’Europa è vero amore: apre in Ungheria e investe in Francia
Byd in Europa vuole fare le cose sul serio. Non basta lo stabilimento recentemente inaugurato in Ungheria (nella foto), primo passo nel vecchio continente da parte del costruttore cinese leader in autobus elettrici. L’azienda, nella persona del managing director Byd Europe Isbrand Ho, ha infatti annunciato che è pronta a investire dieci milioni di euro […]
Byd in Europa vuole fare le cose sul serio. Non basta lo stabilimento recentemente inaugurato in Ungheria (nella foto), primo passo nel vecchio continente da parte del costruttore cinese leader in autobus elettrici. L’azienda, nella persona del managing director Byd Europe Isbrand Ho, ha infatti annunciato che è pronta a investire dieci milioni di euro nella realizzazione di un sito produttivo nella città francese di Allonne, nell’Hauts-de-France (a nord di Parigi).
Byd sbarca in Francia
Questi i dettagli della scommessa lanciata da Byd e pronta a concretizzarsi a partire dalla prima metà del 2018: l’area produttiva dello stabilimento occuperà circa 32mila metri quadri su un totale di circa 80mila; un centinaio di posti di lavoro saranno creati già dalle prime fasi dell’operazione; il volume della produzione sarà, inizialmente, nell’ordine dei 200 autobus all’anno (compresi double-decker e coach). Oltre al plant per la realizzazione di autobus, Byd realizzerà un’area after-sales volta alla manutenzione e alle riparazioni, così come un centro per la distribuzione di pezzi di ricambio. Successivamente, pensando al lungo periodo, potrebbe essere aggiunto al “pacchetto” un centro per la sperimentazione di batterie.
Europa e autobus elettrici: a breve l’invasione
Ma perché proprio la Francia? «L’abbiamo scelta perché ha il mercato autobus più grande d’Europa» afferma Ho. Se è vero che, in realtà, nel 2016 la Germania ha fatto debuttare duecento veicoli in più (5.660 contro 5.458, con l’Italia arenata a 1.759), è un fatto che il mercato francese, insieme a quello della locomotiva europea, sia uno dei mercati continentali di riferimento. «Abbiamo scelto Beauvais e la regione dell’Hauts-de-France per la qualità degli edifici che ci sono stati proposti, per l’ubicazione ideale della zona e per l’approccio proattivo delle autorità istituzionali – ha proseguito -. Vogliamo contribuire a ripulire l’aria nelle grandi città. Gli autobus urbani tradizionali alimentati a gasolio non solo sono una forte fonte di inquinamento, ma sono anche una delle categorie di veicoli che meglio si presta ad essere elettrificata, dal momento che viaggiano sempre su itinerari prestabiliti. Vogliamo anticipare una significativa crescita nelle vendite di autobus elettrici in Europa». Del resto, lo ha detto anche l’Uitp: i prossimi dieci anni saranno decisivi per la diffusione di bus elettrici nel vecchio continente. A breve esemplari eBus Byd da 12 metri faranno capolino sulle strade del Piemonte, dove entreranno in servizio 23 autobus elettrici: 20 a Torino (dove la giunta ha voluto aggiungere, utilizzando fondi pregressi, quattro unità all’iniziale commessa da 16 eBus) e 3 a Novara.
400 bus l’anno fuori dal plant ungherese
Intanto, recentemente, ha aperto i battenti lo stabilimento Byd ungherese di Komarom. Un plant valso circa 20 milioni di euro di investimento. Attualmente l’impianto occupa 32 dipendenti, il 68 dei quali operai. La cifra degli addetti salirà fino a 300, un team che assemblerà un totale di circa 400 autobus all’anno. I veicoli saranno esportati nel resto d’Europa. Gli chassis prenderanno la strada del Regno Unito, dove saranno assemblati nell’ambito della collaborazione con Alexander Dennis, e dell’altro plant europeo in terra francese. Lo stabilimento ungherese, forte di cinque edifici e di 66mila metri quadri, non si fermerà ai bus: sulla wishlist di Byd figurano anche carrelli elevatori elettrici e veicoli commerciali leggeri.