Buche stradali, un danno anche per i bus: le cause e le ombre sui lavori
di Gianluca Celentano (conducente bus) Quando si discute di infrastrutture, si parla inevitabilmente anche la qualità delle strade. Il problema delle buche non riguarda solo Milano su cui ci concentriamo ora: i fattori scatenanti non sono troppo diversi nelle varie realtà. Quando piove i principali indizi sembrano ricadere sulla qualità di lavori, dell’asfalto e del […]
di Gianluca Celentano (conducente bus)
Quando si discute di infrastrutture, si parla inevitabilmente anche la qualità delle strade. Il problema delle buche non riguarda solo Milano su cui ci concentriamo ora: i fattori scatenanti non sono troppo diversi nelle varie realtà. Quando piove i principali indizi sembrano ricadere sulla qualità di lavori, dell’asfalto e del sottosuolo. Ma è proprio così?
Le conseguenze sulle strade per il susseguirsi di voragini si traducono in una concentrazione di traffico ancor più a rilento, ma l’aspetto più pericoloso è la necessità di automobilisti, motociclisti, ciclisti e mezzi pubblici di effettuare continui e pericolosi slalom tra le buche.
Oltre una profonda indignazione, soprattutto per chi subisce danni, c’è solo un rimedio dopo l’aver segnalato il problema: andare molto piano anche nei tratti liberi per intercettare il pericolo che il più delle volte ci trae in inganno perché è coperto dall’acqua.
La classificazione della manutenzione stradale
Dal portale delle professioni tecniche Tecknoring emergono due tipologie di manutenzione stradale: ordinaria e straordinaria. L’ordinaria è articolata in due sotto categorie, quella preventiva riguardante gli interventi programmati dalle tabelle di manutenzione o su richiesta dei cittadini, e quella correttiva che si articola in urgente o non urgente. Si evince inoltre che le ragioni del rapido logorio delle strade siano legate anche a fattori ambientali e nello specifico ai raggi ultravioletti che induriscono il bitume. Si aggiungono gli abbondanti carichi del traffico nelle metropoli che incrinano la pavimentazione, e le basse temperature invernali, quelle che fanno gelare l’acqua all’interno dell’asfalto creando micro rotture.
I rattoppi hanno vita breve
Sulle pagine del Corriere della Sera, il prof. Maurizio Crispino esperto di strade, ferrovie e aeroporti al Politecnico di Milano, è chiaro sull’argomento: «Se la struttura è degradata in profondità, si può tentare di ripararla in superficie, ma è antieconomico. I piccoli interventi costano meno e hanno un impatto minore sul traffico; una buca sistemata costa circa 10 euro al metro quadro contro gli 80 di un lavoro sulla pavimentazione. Un lavoro in economia senza riparare in profondità gli strati sottostanti genera, con le prime piogge, un effetto valanga ancora maggiore». Quindi la risposta sul perché di così tante buche potrebbe arrivare dal prof. Crispino facendo finire sotto la lente l’organizzazione del Comune e gli investimenti (in appalto) sulla pavimentazione.
Spesso abbiamo assistito a lavorazioni stradali per aggiornare dei componenti nel sottosuolo e, dopo pochi mesi, lo stesso tratto di strada è stato nuovamente aperto per altre lavorazioni. Viene da chiedersi il perché non si possa accorpare tutto in una lavorazione unica, magari un po’ più lunga ma definitiva.
Inoltre sarebbe interessante capire dove confluiscano i proventi delle multe stradali i quali, stando a TGCom24, ammonterebbero a più di 151 milioni di euro nel 2022. Forse a fronte di tante redditizie concessioni edilizie rilasciate dal Comune di Milano, servirebbe investire “in profondità” sulle strade, realizzando più parcheggi e spazi verdi adiacenti.
Le cause su bus e auto
Guidare a bassa velocità è la prima regola per salvaguardare il veicolo. Tuttavia centrare in pieno una buca produce effetti sull’integrità del veicolo e non solo del pneumatico.
In base alla velocità il primo organo a risentirne maggiormente è la sospensione nella fase di compressione, poi il cuscinetto a sfera del mozzo, la testina dello sterzo e il semiasse. Il più delle volte si incorre nello sbilanciamento della convergenza, ma può rompersi anche un cerchio o un pneumatico. Inoltre ci sono dei problemi più nascosti, cioè quelli che non notiamo subito ma presenteranno il conto con il passare dei chilometri. Ad esempio la sostituzione dei cuscinetti per via delle sfere con micro deformazioni, i perni dello sterzo rumorosi e con un maggiore gioco, ma anche le sollecitazioni ai cablaggi di indicatori e sensori.
Gli autobus seppur abbiano le misure dei pneumatici maggiori in proporzione a un’autovettura, non sono affatto esclusi da queste problematiche legate a violente sollecitazioni. Soprattutto sulle linee tpl dove il percorso è transitato dal mezzo tutto il giorno. Gli allestimenti interni degli autobus da noleggio invece, accusano scricchioli dei componenti che influiscono anche sul valore del mezzo. Lascio quindi immaginare come gli improvvisi sussulti interni al bus siano percepiti da conducente e passeggeri…